«Dio mi spiazza sempre!»

Lettera dal Brasile di Padre Saverio Paolillo

giovedì 26 dicembre 2013

Nel cuore del tempo di Natale, pubblichiamo la lettera-testimonianza del missionario comboniano barlettano in Brasile, Padre Saverio Paolillo:

Alcuni giorni fa, invitato dalla Pastorale Carceraria, sono andato a celebrare la Messa di Natale nel Manicomio Giudiziario di Salvador, capitale dello stato della Bahia, nel nord-est brasiliano. Una trentina di ammalati e alcuni agenti hanno partecipato alla celebrazione. L´altare, accuratamente addobbato con i simboli del Natale, è stato allestito sotto un capannone posto al centro del cortile. All´orario fissato, i detenuti si sono avvicinati e hanno preso posto nella cappella improvvisata. Le donne della Pastorale, quasi tutte giá anziane, li accoglievano con grande tenerezza. Un giovane di una parrocchia vicina suonava la chitarra. Non c´era l´amplificatore, perché Il microfono era guasto.

Prima della Messa, ci sono state le prove di canto. Naturalmente il repertorio era quello di Natale. Le donne della Pastorale formavano un piccolo coro. I detenuti, nonostante fossero narcotizzati dall´effetto dei farmaci, si sforzavano di cantare. È stata impressionante la devozione con cui hanno partecipato alla celebrazione dell´Eucarestia. Ho proclamato il Vangelo della notte di Natale e, dopo una breve riflessione, uno di loro ha letto le preghiere dei fedeli. Alla fine della Messa, abbiamo fatto una preghiera speciale per chiedere la salute. Ho bendetto l´acqua per l´aspersione, ma tutti si sono avvicinati con le mani aperte e, dopo averle rimpite di acqua benedetta, l´hanno cosparsa sul capo per sottolineare il desiderio di essere curati dalle loro malattie mentali.

Sono uscito di lá con Il cuore che non cessava di lodare il Signore. Una stella misteriosa mi aveva condotto a quella "grotta". Non c´era un neonato avvolto in fascie e deposto in una mangiatoia, ma un gruppo di uomini, vestiti con divise gialle, che camminavano barcollando, segnati da un marchio terribile per aver commesso delitti e per avere problemi psichiatrici. È difficile trovare chi sia piú povero ed emarginato di loro. Per queste persone non c´è posto nella societá. Non so se e quando potranno ritornare a vivere con la famiglia e con la loro comunitá.. So soltanto che non ho mai sentito Dio cosi vivo e vicino a me come l´ho percepito in mezzo a loro.

Dio ci spiazza sempre. Ama prenderci di sorpresa. Il Dio di Gesú Cristo è totalmente diverso da come ce lo rappresentiamo. Non ha niente a che vedere con la forza, il potere e il prestigio. Non se la gode a condannare e punire. È differente dalle immagini che ci siamo fatti noi per giustificare i nostri pregiudizi e sostenre le nostre scomuniche contro gli altri. Prende le distanze da quei cristiani "dal naso all´insú", severi nel giudizio, esperti nel separare i buoni dai cattivi, pronti a condanare ed escludere, ma lenti quando si tratta di perdonare, comprendere e accogliere. Il Dio di Gesú Cristo è un papá misericordioso che ama prima ancora di essere amato, anticipa il perdono al pentimento e salva gratuitamente. Egli si fa trovare tra gli esclusi. È in mezzo a loro che pianta la sua tenda e mostra che il cammino della salvezza passa attraverso la solidarietá con gli ultimi e la scandalosa fragilitá di chi mette in gioco la propria vita pur di far felici gli altri. Tutto cio non è merito loro e meno ancora merito mio. È pura Grazia. È Dio stesso che vuole cosi. È quella sua "follia" che scandalizza chi non è in sintonia con Lui. L´amore lo fa impazzire fino al punto di portarlo a valorizzare coloro che non contano niente agli occhi della societá. A quel tempo erano i pastori. Oggi sono i malati di mente che sono rinchiusi in un manicomio giudiziario. Solo lo sguardo illuminato dal suo amore se ne puó rendere conto.

Prepararsi al Natale, assorti nella contemplazione di Gesú Bambino, è convertire il proprio sguardo per percepire la sua presença laddove meno si spera di incontrarlo e accoglierlo cosí como Lui é e si rivela: fragile, piccolo, umile, servo, samaritano, buon pastore, amico dei poveri e degli emarginati, fonte di misericordia e di vita.

Grazie alle volontarie della Pastorale Carceraria per questa opportunitá. Sono dei veri angeli. Ogni giovedí pomeriggio si danno appuntamento al manicomio giudiziario. È impressionante la loro fragilitá fisica. Sono persone anziane, ma sprizzano entusiamo da tutti i pori. Trattano ogni detenuto con affetto materno. Non hanno bisogno di fare grandi discorsi. La loro presenza affettuosa è la piú bella predica sul mistero dell´Incarnazione. Tutte le settimane, come angeli, "appaiono" a quegli uomini per annunciare loro una grande gioia: Dio si è fatto carne ed è venuto a stare con loro e con tutti quelli che si sentono soli e abbandonati..

Beati tutti coloro che sconfiggono i pregiudizi e dedicano parte del loro tempo gratuitamente per manifestare la solidarietá di Dio con i carcerati.

Padre Saverio Paolillo (Pe. Xavier)
Missionario Comboniano
Pastorale dei Minori e Carceraria".