Datteri sequestrati a Trani, la segnalazione di un bagnante

Interviene la Guardia Costiera di Barletta. Pesca abusiva presso il Monastero di Colonna

sabato 12 giugno 2010 10.20
Personale della Guardia Costiera della Motovedetta CP539 dell'Ufficio Locale Marittimo di Trani ha compiuto un'operazione che ha portato alla denuncia di due persone ed al sequestro di oltre 10 chili di datteri pescati nei pressi del Monastero di Colonna.

Dopo una segnalazione telefonica al numero blu 1530 fatta da uno dei tanti bagnanti che affollano la spiaggia di Colonna i militari della Guardia Costiera hanno notato un gommone che dalla baia del pescatore faceva la spola con la parte opposta del promontorio. Insospettiti, i militari si sono avvicinati ed hanno identificato un cinquantenne molfettese a bordo senza trovare attrezzi da pesca ma, credendo nella bontà della segnalazione, rimanevano in zona.

Dopo circa mezz'ora veniva notato riemergere un subacqueo con attrezzatura (bombole, muta, zavorra, maschera e pinne) che saliva a bordo del gommone; lo stesso aveva lasciato sul fondo, visibile, un retino marrone all'interno del quale c'erano oltre 10 chili di datteri di mare, una pinza di colore arancione che era servita per staccarli dagli scogli e 2 pietre del fondo marino contenenti ancora 10 datteri. Tutti i datteri, anche questa volta dalle dimensioni notevoli, sono stati posti sotto sequestro e le due persone sono state segnalate al dott. Fabio BUQUICCHIO, Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica, oltre che per la detenzione e pesca dei datteri, per il danno ambientale prodotto e per il deturpamento di bellezze naturali, nonché per furto di patrimonio indisponibile dello Stato ed inosservanza dei provvedimenti dell'autorità.
Il dattero di mare e' un mollusco bivalve della famiglia mytilidae. Si insedia all'interno di rocce calcaree e la sua crescita e' estremamente lenta: per raggiungere la lunghezza di soli 5 cm sono necessari dai 15 ai 35 anni. Il suo consumo e la pesca sono vietati in Italia per legge dal 1998, in quanto per la loro cattura vengono seriamente danneggiate le coste, il fondale ed alterato l'ecosistema marino.
La capitaneria di porto esorta, pertanto, i cittadini a non consumare prodotti vietati - per i quali sarebbero passibili di multa – ed ad affiancarla in questo meritorio contrasto.