Da Barletta ad Arquata del Tronto per regalare un sorriso a colpi di phon

La storia di Carlo e Francesco, parrucchieri volontari sui luoghi del terremoto

venerdì 30 settembre 2016
A cura di Rossella Vitrani
Sono padre e figlio Carlo e Francesco, barlettani e accomunati da un cuore grande. A seguito del tragico evento che ha colpito Amatrice, Arquata del Tronto e non solo, si sono recati proprio in quei posti distrutti dal sisma, tra quei borghi e quelle rovine in cui hanno perso la vita troppe vittime.

Un gesto semplice che rivela la nobiltà d'animo di chi all'amore per la propria professione aggiunge grande umanità e solidarietà. Far rivivere un posto, che portano nel cuore in virtù dell'amicizia di un caro collega e in cui restituire un po' di normalità a chi quel giorno ha perso tutto: questo è stata la loro missione. A colpi di spazzola e phon hanno regalato sorrisi e spensieratezza, in aiuto all'amico, nonché collega, nella ricostruzione del negozio distrutto dal sisma. Lo hanno fatto rivivere all'interno di due gazebo in cui è sembrato essersi ricostituito un briciolo di quella normalità della vita quotidiana, che il sisma ha portato con sé insieme ai propri cari. Una sorta di staffetta di solidarietà in cui lascia il testimone, quella raccontata da Carlo, felice che molti colleghi da tutte le parti d'Italia ogni domenica e lunedì seguano il suo esempio. Nella speranza che l'amico Antonello possa sostituire i gazebo con una struttura in legno capace di affrontare le rigide temperature invernali, è anche nato un comitato spontaneo di parrucchieri dal nome "Antonello & friends" a cui ogni parrucchiere può aderirvi chiamando il 3398660839.

Un atto dovuto a detta di Carlo, che mostra però che la Puglia, contrariamente a quanto possa dire Briatore o chi per lui, gode di un lusso speciale, quello della disposizione dell'animo alla generosità, insito nella natura stessa dei propri abitanti, mai sordi all'appello nei momenti di difficoltà. Questa ne è l'ulteriore prova. È perciò anche questa la Puglia bella che dobbiamo raccontare, non solo quella in cui mancano strutture di lusso, ma questa è tutt'altra storia.