D'Ambrosio sulle fibrillazioni del M5S Barletta: «Mi piange il cuore»

«Vi prego di chiudere la problematica barlettana quanto prima»

domenica 16 febbraio 2014 13.30
A cura di Edoardo Centonze
Proseguono su Facebook gli scambi reciproci di post critici sul Movimento Cinque Stelle di Barletta. Nella discussione, venerdì scorso è intervenuto anche il deputato andriese del M5S, Giuseppe D'Ambrosio, a seguito di un articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno, nel quale Grazia Desario, seconda dei non eletti nella lista del M5S alle scorse amministrative, ha lamentato di essere stata bloccata, assieme ad altri, davanti ad un bar del centro dove era previsto lo svolgimento di una riunione, «dal titolare che vietava loro l'ingresso su suggerimento della portavoce Claudia Catino», e ha affermato che «gli attivisti sono stati respinti perché non graditi al gruppo-padrone del movimento», ponendosi in ultimo la domanda: «Ma se il movimento 5 stelle è partecipazione attiva dei cittadini, la portavoce rispetta le norme dello stesso o forse ne sta facendo uso ed abuso a suo piacimento?».

Così ha replicato D'Ambrosio sulla sua pagina Facebook: «Ricordo a tutti i giornalisti, compresi quelli della Gazzenda del Mezzogiorno, che sui giornali o in tv, nel momento in cui decidono di parlare del M5S dando voce a persone varie, gli unici titolati a farlo sono o gli eletti o gli autorizzati in campagna elettorale dalla delega di Beppe Grillo in quanto candidati portavoce del M5S. Al momento a Barletta ricordo che l'unica persona autorizzata a parlare a nome e per conto del M5S è Claudia Catino. Se vi sono problemi da parte di qualcuno del gruppo, come si farebbe con qualunque portavoce, si porta la sfiducia in gruppo e si vota. Chiaramente parlo di gruppo e non di soggetti che entrano ed escono dal gruppo in base alle ondate di interesse, simpatia e cose varie. E questo vale per tutti! Me compreso. Poi il buonsenso resta la base di ogni cosa. Grazie».

In un commento al suo stesso post, ha aggiunto che i «problemi di merito (..) riguardano il gruppo di Barletta e da questi stessi vanno risolti (non sui giornali!)». Ed ancora, in un altro commento: «In un gruppo, secondo me, i problemi si risolvono nelle riunioni e non sulla stampa. Ed ove non vi siano margini, si creano altri gruppi di cittadinanza attiva. I cittadini non sono scemi e premieranno chi lavora e non chi fa markette o chi vuole solo uscire su giornali o chi dal primo giorno chiede come far dimettere il portavoce. Non mettetemi in bocca parole che non scrivo per favore. Per il resto vi prego di chiudere la problematica barlettana quanto prima perché mi piange il cuore. Un saluto».