Cultura e turismo per lo sviluppo di Barletta: la passione di una vita

E’ morto Vittorio Palumbieri, già direttore dell’Azienda di soggiorno e turismo. «L'Azienda ha colto l'opportunità di un fatto storico come la Disfida»

mercoledì 1 maggio 2013 2.09
A cura di Edoardo Centonze
«Non so che Disfida vogliano fare. Se la Disfida deve essere un evento di promozione turistica, allora siamo fuori tempo. Perché cose del genere vanno programmate almeno con un anno di anticipo. A chi vendiamo questa Disfida? A chi si trova per caso nei dintorni? Non mi vengano a dire che sarà un evento di richiamo nazionale ed internazionale, perché è una grossa bufala». Vittorio Palumbieri non mancava di certamente di chiarezza. Di questo, l'intervista dello scorso anno rilasciata a Barlettalife, sul tema della Disfida, tanto caro alla nostra città, ne è certamente una prova.

Vittorio Palumbieri, per decenni direttore dell'Azienda autonoma di soggiorno e turismo, sin dal 1966, ci ha lasciato lunedì mattina, all'età di 75 anni. Una personalità che ha dato un contributo prezioso alla città di Barletta, in termini di idee e progetti per il suo sviluppo culturale e turistico. «L'obiettivo di oggi è portare a termine il libro che sto scrivendo, sui trent'anni dell'Azienda di Soggiorno e Turismo a Barletta. Spero di finirlo entro l'estate». Di questo suo ultimo impegno, Palumbieri aveva parlato nell'estate dello scorso anno. Un libro che potesse raccontare, anche alle nuove generazioni che non hanno vissuto quegli anni, l'esperienza dell'azienda da lui guidata, su tutti i fronti cittadini, dalla Disfida fino ai progetti per il fronte mare, e la passione e dedizione delle persone che l'hanno negli anni animata.

«L'Azienda di Turismo, soppressa da quindici anni, fu istituita nel 1966 non per essere l'Accademia dei Lincei né l'Istituto per la storia della Disfida - aveva scritto Palumbieri, rispondendo ai commenti dei lettori alla nostra intervista - ma per promuovere le risorse turistiche del territorio, attraverso iniziative di richiamo verso i mercati nazionali ed internazionali. Di qui la scelta operata, sin dalle prime edizioni, denominare chiamare la manifestazione in questione "CERTAME CAVALLERESCO DELLA DISIDA DI BARLETTA" e non Rievocazione Storica. (..) Il fine ultimo della Azienda è stato sempre quello di ricreare il fascino di un'epoca, con varianti, invenzioni e innovazioni che servissero a rendere lo spettacolo coinvolgente ed affascinante, senza per questo tradire lo spirito del fatto storico. Risultati questi pienamente ottenuti con gli apprezzamenti degli Organi Ministeriali di vigilanza, e di coordinamento quale è l'Enit, nonché della stampa scritta e parlata che ha sempre sottolineato la novità di uno spettacolo sempre nuovo e di richiamo. In buona sostanza l'Azienda di Turismo ha colto la opportunità di un fatto realmente avvenuto, e che mai sarebbe diventato patrimonio popolare se non ci fosse stato il romanzo di d'Azeglio, (anch'esso ricco di imperfezioni storiche e tuttavia di grande successo), per far rivivere un'epoca al di là di dettagli che nulla avrebbero aggiunto alla spettacolarità della manifestazione, pur con le sue variazioni, invenzioni e, perché no, trasgressioni, ma non falsificazioni, utili al risultato finale».

La redazione di Barlettalife vuole esprimere la sua vicinanza ai familiari, nel ricordo di Vittorio Palumbieri. In allegato riproponiamo le foto dell'intervista dell'anno scorso e quelle relative all'edizione 1984 della Disfida di Barletta.
Dott.Palumbieri © Tommaso Francavilla
Dott.Palumbieri © Tommaso Francavilla
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