Cronaca nera nella notte rosa di Barletta

“Lo stato delle donne”, la tavola rotonda sul femminicidio. Caroppo e Francabandiera: cosa può fare la politica?

domenica 8 settembre 2013 13.15
A cura di Floriana Doronzo
Il Camper rosa fa tappa a Barletta e amministrazione e associazioni hanno colto l'occasione per aprire un dibattito sulla condizione della donna nello stato e nello Stato attuale delle cose. Violenza, parità e diritti: quello che c'è (la violenza) da sostituire con quello che non c'è (parità e diritti). Una discussione alla quale hanno preso parte il vicesindaco Anna Rizzi Francabandiera e l'assessora alla cultura Giusy Caroppo, le quali hanno insistito sulla necessità d'implementazione dei servizi sociali e della creazione di un'identità culturale a Barletta, dove-come in tante città meridionali- risiedono ancora dominio maschile e pregiudizio matronale. Si è toccato l'ambito sindacale/lavorativo, rilevando le scarse retribuzioni delle donne rispetto agli uomini e il ricatto sessuale al quale molte lavoratrici devono sottostare per poter mantenere il posto di lavoro.

In ambito artistico sono intervenute l'attrice Michela Diviccaro e la regista Mariella Parlato, le quali con suggestive e drammatiche interpretazioni hanno messo in scena lo stato tangibile della donna che è in quanto corpo. «Si pensa allo spessore delle sue curve, ma non a quello della sua mente, della sua creatività, della sua capacità organizzativa. Si deve partire dall'educazione dei figli e non indirizzare le figlie verso un trattamento di riguardo solo perché del gentil sesso. Io risento molto della mia educazione femminile impartitami ed è ormai naturale per me fare il doppio di quello che fa un uomo, per poi venirmene riconosciuto solo un terzo» incide così Mariella Parlato. Sul campo della difesa e del monitoraggio psicologico entrano le voci di due uomini esperti di casi di stalking, di rivendicazione del diritto d'onore (che permette il maltrattamento della donna in caso di violazione del "diritto" dell'uomo a essere rispettato), di attaccamento insicuro ambivalente (tipica mossa della donna che ritira la denuncia sporta da sé medesima, perché soffre la solitudine e il senso di colpa per l'allontanamento del carnefice). «L'uomo violento sfonda la porta del corpo femminile, entra in cantina e comincia lo svuotamento della sua struttura portante, della sua psiche. Si attua uno sconvolgimento delle fondamenta psicologiche della donna ed è per questo che bisogna lavorare sulla vittima che sopravvive alla violenza» sono le parole dell'avvocato Nichi Persico.

Barletta si è tinta di rosa ma la realtà è totalmente nera e si è cercato di far luce su fenomeni ancora troppo adombrati; fenomeni reputati di second'ordine nel dibattito politico e istituzionale, quasi inesistenti per alcuni ambienti retrogradi. Una notte rosa con una forte carica simbolica ed energia d'assalto per fronteggiare con determinazione l'ab-uso del corpo femminile (più di cento le donne morte per mano dei compagni, solo nel 2013); "quando…..è perché stiamo amando troppo". In quei punti di sospensione è fissa l'irrazionale, naturale e inspiegabile dedizione che la donna ha nella sua vita relazionale; una dedizione che viene scambiata per debolezza, remissività. Se solo l'uomo imparasse a capire che nulla gli è dovuto ma tutto gli è donato, scomparirebbe l'idiota ideologia femminista e il macabro maschilismo disprezzante.