“Controllo di Vicinato” a Barletta, Musti: «Sicurezza e legalità non possono essere a senso unico»
La polemica dell'imprenditore. «Prima di chiedere collaborazione, si dia il buon esempio»
giovedì 16 ottobre 2025
«Sicurezza e legalità? Barletta non dimentichi la zona merceologica!». Inizia così la nota a firma dell'imprenditore barlettano Aldo Musti, che interviene dopo l'annuncio dell'avvio del progetto "Controllo di Vicinato" da parte del Comune di Barletta.
«Si tratta, almeno sulla carta, di un'iniziativa lodevole, che mira a rafforzare la collaborazione tra cittadini, forze dell'ordine e istituzioni nella lotta contro il degrado e l'illegalità diffusa. Ma la sicurezza – così come la legalità – non possono essere responsabilità a senso unico.
Mi chiedo: con quale coerenza si può chiedere ai cittadini di vigilare sul rispetto delle regole, quando è lo stesso Comune a non rispettare una sentenza passata in giudicato? Parlo della sentenza n. 81/2024, emessa in sede di ottemperanza dal TAR Puglia – Bari e oggi divenuta definitiva, ma ancora non eseguita dal Comune di Barletta.
Per questo motivo, è già stato presentato un nuovo ricorso per ottemperanza attualmente pendente, volto a ottenere l'esecuzione forzata di quanto ordinato dal giudice amministrativo. La sentenza riguarda il completamento delle opere di urbanizzazione primaria nella zona merceologica, in particolare in via dei Muratori, dove i residenti – me compreso – attendono da decenni strade adeguate, illuminazione pubblica, fognature, rete idrica.
Nel quartiere in questione non si chiede di segnalare reati: si chiede il rispetto di un diritto riconosciuto per legge e confermato da un tribunale. Eppure, tutto resta fermo.
È difficile non pensare che proprio l'inerzia amministrativa stia contribuendo al senso di insicurezza e abbandono, che ora si pretende di affrontare con un progetto di "volontariato civico".
• Prima di chiedere collaborazione, si dia esempio di esecuzione.
• Prima di parlare di controllo del territorio, si dimostri controllo dell'azione amministrativa.
• E prima ancora di parlare di "interferenze", si abbia il coraggio di chiamare le cose col loro nome:
un'opera pubblica avviata nel 2004 è ancora incompiuta, bloccata da abusi edilizi mai rimossi, realizzati su aree da espropriare ma mai espropriate. Le urbanizzazioni restano sospese. "Per interferenze", dirà il dirigente.
L'Amministrazione dia prova di coerenza e credibilità: si dia attuazione piena e immediata a quanto ordinato dalla giustizia. Perché la fiducia dei cittadini non si costruisce con gli annunci, ma con i fatti».
«Si tratta, almeno sulla carta, di un'iniziativa lodevole, che mira a rafforzare la collaborazione tra cittadini, forze dell'ordine e istituzioni nella lotta contro il degrado e l'illegalità diffusa. Ma la sicurezza – così come la legalità – non possono essere responsabilità a senso unico.
Mi chiedo: con quale coerenza si può chiedere ai cittadini di vigilare sul rispetto delle regole, quando è lo stesso Comune a non rispettare una sentenza passata in giudicato? Parlo della sentenza n. 81/2024, emessa in sede di ottemperanza dal TAR Puglia – Bari e oggi divenuta definitiva, ma ancora non eseguita dal Comune di Barletta.
Per questo motivo, è già stato presentato un nuovo ricorso per ottemperanza attualmente pendente, volto a ottenere l'esecuzione forzata di quanto ordinato dal giudice amministrativo. La sentenza riguarda il completamento delle opere di urbanizzazione primaria nella zona merceologica, in particolare in via dei Muratori, dove i residenti – me compreso – attendono da decenni strade adeguate, illuminazione pubblica, fognature, rete idrica.
Nel quartiere in questione non si chiede di segnalare reati: si chiede il rispetto di un diritto riconosciuto per legge e confermato da un tribunale. Eppure, tutto resta fermo.
È difficile non pensare che proprio l'inerzia amministrativa stia contribuendo al senso di insicurezza e abbandono, che ora si pretende di affrontare con un progetto di "volontariato civico".
• Prima di chiedere collaborazione, si dia esempio di esecuzione.
• Prima di parlare di controllo del territorio, si dimostri controllo dell'azione amministrativa.
• E prima ancora di parlare di "interferenze", si abbia il coraggio di chiamare le cose col loro nome:
un'opera pubblica avviata nel 2004 è ancora incompiuta, bloccata da abusi edilizi mai rimossi, realizzati su aree da espropriare ma mai espropriate. Le urbanizzazioni restano sospese. "Per interferenze", dirà il dirigente.
L'Amministrazione dia prova di coerenza e credibilità: si dia attuazione piena e immediata a quanto ordinato dalla giustizia. Perché la fiducia dei cittadini non si costruisce con gli annunci, ma con i fatti».