Consiglio comunale con un posto al sole?

Maffei come in campagna elettorale: «Ho deciso!». La Cgil fa sentire il lamento della crisi

venerdì 4 maggio 2012
A cura di Franco Caputo
L'Amministrazione Comunale, da troppo tempo, vive un stato di crisi profonda oramai pienamente conclamata. Una Città che di fatto non ha Governo, monca sul piano istituzionale a causa delle dimissioni "indotte" degli Assessori e del Presidente del Consiglio. Tenere sotto scacco le istituzioni democratiche della Città, in una fase di grande difficoltà quale è quella che da tempo investe anche il nostro sistema economico e sociale, è un fatto grave e inaccettabile. Una forma di violenza alla democrazia e alle Istituzioni che unita al crescente discredito nei confronti dei Partiti, non fa altro che accrescere in maniera incontrollabile sfiducia e scetticismo da parte di tanti cittadini nei confronti della politica.

Una maggioranza di fatto inesistente che vede agire paradossalmente su campi contrapposti il Sindaco da una parte e i "detentori" delle segreterie politiche dall'altra, una tragicomica "disfida" fatta di misere conquiste di poltrone che si consuma tra "pacchetti preconfezionati" di pseudo accordi politici (definizione data dal Sindaco) e comunicati stampa del Sindaco medesimo. Oggi sarà riunito per l'ennesima volta il Consiglio Comunale per tentare di eleggerne il Presidente, prima mossa dello scacchiere. E poi, cosa succede? Non è certo questo il vero problema, purtroppo c'è altro e la Città lo ha capito da tempo. Il nodo vero è la manifesta incapacità di assicurare una guida forte, autorevole e credibile per la Città. La lotteria degli "appannaggi" in effetti sembra essere solo un pretesto per non affrontare i problemi dolorosi di questa fase di grande difficoltà che vede le Istituzioni lontanissime dai drammi che quotidianamente pesano sulle pelle delle persone.

Come non condividere l'appello che giunge da coloro che sono costretti a misurarsi giorno dopo giorno con imprenditori, commercianti, disoccupati e anziani in preda alla disperazione più profonda. Quasi una supplica quella manifestata dal Presidente della UAL, in passato oggetto di scherno e strumentalizzazione politica da parte di alcuni giovani rampanti Consiglieri Comunali, o ancora quella più recente del Coordinatore della Camera del Lavoro della CGIL di Barletta che ha lanciato un autentico grido di dolore implorando le istituzioni affinchè riprendano le funzioni di guida della Città sempre più prossima ad una probabile e incontrollabile esplosione sociale, a maggior ragione per la pericolosa recrudescenza dei fenomeni criminali.Il Sindaco, dopo essersi avvitato su se stesso, rincorrendo improbabili accordi, faccia capire alla Città se il suo comunicato stampa è solo l'ennesima mossa tattica per lanciare la palla nel campo avverso della sua stessa coalizione o se invece è una reazione vera. Durante la campagna elettorale per le Primarie il suo slogan, poco attendibile, lasciava presagire altro:"Barletta ho deciso". I guru della comunicazione dell'epoca, pensando di trasformare il mite Maffei in un implacabile guerriero dissero che era quello che ci voleva per imporsi sul difficile scenario politico di una Città molto avvezza alle "disfide".

Al di là delle polemiche, alimentate unicamente della tristezza e dal grigiore degli eventi politici, in tanti auspicano che la crisi possa trovare un punto fermo. E' tempo di fare chiarezza e soprattutto vi è l'urgenza che ciascuno risponda per le proprie responsabilità, a partire dal Sindaco. La situazione politica e gli eventi contorti che si sono consumati scelleratamente a un anno dalle elezioni sarebbero difficilmente narrabili anche dai più brillanti affabulatori. Per dirla con un recente eufemismo di Seppe Severgnini: "Siamo in un meccanismo dal quale non riusciamo ad uscire, come contorsionisti chiusi in una botte. Che va a fondo, dolcemente".