Conoscere la guerra per difendere la pace

Franco Marini a Barletta per il 71° anniversario della resistenza militare

venerdì 12 settembre 2014 16.00
A cura di Floriana Doronzo
«La guerra non si celebra, si celebra il ricordo e di essa gli insegnamenti». E' questo il messaggio chiaro e forte che il il Presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari d'interesse nazionale, senatore Franco Marini, ha dato stamattina a Barletta, durante la sua visita alla Prefettura di Barletta-Andria-Trani. Alla presenza del prefetto Clara Minerva e del sindaco di Barletta Pasquale Cascella, Marini si è soffermato sugli accadimenti cronologici di quella coraggiosa pagina di storia, firmata 71 anni fa dai dieci vigili urbani e i due netturbini fucilati in Piazza Caduti: «Barletta conserva la testimonianza di quanto erano aspre le tensioni tra truppe naziste e italiane. La grande guerra in un solo anno ha fatto un milione di morti, Papa Benedetto XV la definì "l'inutile strage" e io, in tanti anni di rimembranze, mi chiedo se la guerra di 100 anni fa fu una necessità ingovernabile o se fu l'apoteosi degli egoismi europei. E' difficile rispondere a una domanda del genere, ma è ormai chiaro che la scintilla di Sarajevo è stata la causa storicizzata del fuoco della grande guerra; in realtà il seme di quel germoglio sanguinario era molto più datato del 1914».

Ciò che ha catturato maggiormente lo sguardo storico di Marini è stata la mostra documentaria, curata dall'Archivio di Stato di Barletta in sinergia con la Prefettura, i Comuni e realizzata con il supporto logistico dei privati. Una rievocazione archivistica, dunque, a costo zero, ma soprattutto a costo umano, il cui potenziale didattico è indiscusso: «Devono essere i ragazzi i maggiori fruitori di questa mostra-ha incitato il prefetto Minerva-perché a loro è destinato il futuro della memoria e per loro saranno organizzate delle visite guidate apposite. Il fermento di idee che ho trovato sin dal mio insediamento in questa provincia ha bisogno die essere preso per mano e accompagnato attraverso i percorsi storici che esaltino i resti della memoria bellica qui conservati».

Guerra e resistenza che si incrociano, in una dialettica storico-sociale che lascia trapelare i vizi della prima e le virtù della seconda. Una sintesi perfetta per la città di Barletta è la figura di Giuseppe Carli, il cui pronipote- intervistato anche dalla nostra testata-ha mandato un comunicato in occasione della visita del senatore Francesco Marini a Barletta. A leggerlo è Ruggiero Graziano, presidente ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra), e la parola che risuona insistente è quella di Libertà. Che parole magiche sono libertà, giustizia, pace, civiltà! Non sono ideologie, perché dietro queste parole non ci sono né utopie, né pensieri; possono esserci le gesta, le azioni fatte da chi in queste parole crede e il confine tra probabilità e certezza dipende solo dalla volontà umana. «La guerra non va celebrata-rimarca Marini-ma va conosciuta. Solo il sapere può liberarci dalla schiacciante ignoranza storica e farci capire che la soluzione a divari sociali e ingiustizie economiche sta nella pace. E la pace significa negoziato, significa rispetto, significa un passo di civiltà verso la democrazia».
Prefettura, mostra sui fatti del 12 settembre 1943 © Floriana Doronzo
Prefettura, mostra sui fatti del 12 settembre 1943 © Floriana Doronzo
Prefettura, mostra sui fatti del 12 settembre 1943 © Floriana Doronzo
Prefettura, mostra sui fatti del 12 settembre 1943 © Floriana Doronzo
Prefettura, mostra sui fatti del 12 settembre 1943 © Floriana Doronzo
Prefettura, mostra sui fatti del 12 settembre 1943 © Floriana Doronzo
Prefettura, mostra sui fatti del 12 settembre 1943 © Floriana Doronzo
Prefettura, mostra sui fatti del 12 settembre 1943 © Floriana Doronzo