Concorso del “bere di qualità”, in finale due barlettani

Losappio: «Ogni cocktail ha una storia»

domenica 5 luglio 2015
A cura di Paolo Doronzo
Il "Botran's Rookie Cup" è un concorso, che prende il nome da un famoso rum prodotto in Guatemala da circa sei decenni da una famiglia spagnola, indetto dalla Compagnia dei Caraibi, rivolto a nuove giovani stelle nascenti dell'arte del Beverage. Una nuova forma di disciplina artistica, che pian piano prende forma anche qui in Italia, seguendo le orme della sua sorella maggiore, l'arte culinaria di cui stiamo facendo proprio il pieno grazie ai tantissimi programmi televisivi.

Incontriamo Enzo Losappio
Due barman barlettani hanno partecipato alla competizione, inviando delle loro ricette di un cocktail con il rum, ispirandosi al luogo di provenienza del distillato; si tratta di Vincenzo Losappio e Giuseppe Stellatelli, che quotidianamente si occupano della propria clientela in un locale estivo nel centro storico di Barletta. Incontriamo Enzo (detto "il direttore") presso il locale per cui lavora, e subito ci tiene a spiegare che il Beverage prevede tecniche di realizzazione molto attente, con prodotti di qualità e un occhio di riguardo all'estetica, cioè a 'come' il drink colpisce lo sguardo del cliente, seguito da olfatto e gusto. Un bere di qualità insomma, senza esagerare:«Un buon prodotto alcolico non deve far star male».

I due sono in finale nella gara italiana, che disputeranno nei prossimi giorni sull'isola di Ponza. Il vincitore visiterà la sede guatemalteca di produzione del rum, e potrà disputare una finalissima tra i primi di ogni nazione. «Il mio cocktail – ci spiega Enzo – l'ho intitolato "Ixcanul", come il titolo del film, recentemente vincitore di un premio a Berlino, il cui regista proprio del Guatemala racconta la storia di una ragazza di origine Maya che sogna il mito americano… Un po' come noi. Dunque, utilizzo proprio gli ingredienti tipici di quell'economia: liquore al caffè, sciroppo di banana gialla, whisky - che rappresenta proprio il sogno americano -, succo di lime, gocce di bitter al cioccolato e naturalmente il rum. Insomma in onore di quella terra. Dietro un cocktail c'è sempre una storia». «In questi anni ho partecipato ad altre competizioni simili, anche in Italia - l'anno scorso per la Campari -, aggiungendo grande volontà di approfondimento e specializzazione, mia come di molti altri giovani in questo settore, seguendo corsi ed esprimendo una grande voglia di migliorarmi».

«Anche a Barletta si sta lentamente sviluppando la cultura del bere di qualità, per cui tuttavia siamo molto indietro rispetto alla cultura del Beverage di Milano. Il cocktail più venduto da noi è il classico Mojito, per cui esistono diverse qualità, apprezzato soprattutto in estate per la sua freschezza e semplicità. A Barletta il momento di frequentazione del locale massimo è concentrato in poche ore serali: sicuramente il senso principale del bar è svagarsi e incontrare gente, ma stiamo sempre attenti alla qualità del prodotto, cercando così di superare la concorrenza, pur essendoci un atteggiamento assolutamente collaborativo tra i vari esercenti del settore».