Commissariato il PD di Barletta

L’autobus per Bari e il garante Emiliano. Un’occasione per liberarsi della partitocrazia?

lunedì 19 novembre 2012 20.39
A cura di Alessandro Porcelluzzi
Come scolaretti discoli, una decina di componenti barlettani dell'assemblea provinciale del PD (area Caracciolo) ha inviato, sabato mattina, una giustificazione scritta per la propria assenza. Non hanno potuto partecipare all'assise che decideva le sorti del circolo di Barletta perché alle ore 13 li attendeva l'autobus per raggiungere Bari e il comizio di Bersani. Il segretario del PD ha parlato alle 18. A parte i dubbi rispetto a un mezzo di locomozione che impiega 5 ore per la tratta Barletta-Bari (si muoveva a spinta? A pedali?), in questo atteggiamento c'è tutto il senso del rispetto degli organismi interni dell'organizzazione tra i dirigenti poco diligenti del PD barlettano. Esito: commissariamento del circolo guidato da Stefano Chiariello. Lasciato quasi solo a difendersi dalle accuse mosse dalle altre aree del partito e dai compagni delle altre città delle provincia.

Eppure pare che questa notizia abbia colto di sorpresa la maggioranza interna del Pd barlettano. Perché poche ore prima, venerdì pomeriggio, il presidente del partito pugliese, nonché fondatore di una sua lista personale, nonché candidato in pectore alla successione di Vendola alla guida della Regione, Michele Emiliano, era arrivato in città accolto con giubilo soprattutto dalla maggioranza del PD. Che aveva pure difeso in dichiarazioni alla stampa. Ci garantisce Emiliano, devono aver pensato in molti. Quasi che la democrazia fosse un prestito bancario. Un mutuo in cui cercare un garante. Purtroppo, o per fortuna, ciò non è possibile. La democrazia ha le sue regole e occorre rispettarle.

Il commissariamento del PD, dopo il commissariamento dell'amministrazione comunale, sarà invece accolto con sollievo dai cittadini. Camminando per strada, ascoltando i commenti della gente comune, alla Posta o in ufficio pubblico, ci si accorge di un dato inconfutabile: finalmente si respira a Barletta.

Sono questi gli umori della città. La caduta anticipata dell'amministrazione Maffei è stata accolta dal cittadino medio come una sana parentesi, come camera di decompressione dopo un lungo periodo di asfissia da partitocrazia. Molti si chiedono se sia possibile evitare le elezioni. Se possiamo tenerci un po' di mesi, magari un anno o due, la Commissaria prefettizia.

Un Comune deve, però, avere una guida legittimata dal voto popolare, dal consenso. Una guida politica. Ma la politica è così consunta dai vizi, così offuscata dal cumulo di malefatte, che non è in grado di fare ciò per cui è stata concepita: governare secondo la legge e in base al mandato popolare.

Non conosciamo ancora il nome del commissario del PD barlettano. Ma già da lui (o da lei) ci si aspetta molto. In primo luogo che il principale partito della città si impegni a fianco della Commissaria prefettizia per fare ordine e pulizia rispetto a una serie infinita di storture. Cambino i nomi e le facce. E cambi soprattutto un approccio alla politica e al consenso che ha fatto ammalare questa città. Ci si aspetta dalla nuova gestione del PD che mandi in soffitta per sempre la gestione partitocratica di governo e sottogoverno. Si metta un punto alle lottizzazioni: cominciando a ritirare i nominati del PD nelle municipalizzate, alla Casa di riposo, nel Patto territoriale ecc. Se vuole conservare un briciolo di credibilità, questo centrosinistra ha bisogno di un totale repulisti. Se non comincia a farlo il PD, l'unico partito seriamente strutturato e organizzato, la coalizione che da quasi vent'anni governa in città avrà perso un'occasione unica per redimersi.