Centro Antiviolenza: il silenzio che brucia

Perchè rappresentanti femminili del mondo politico barlettano non hanno mai commentato la questione?. «Siamo brandelli di un tessuto lacerato»

martedì 30 novembre 2010 13.06
A cura di Michele Sarcinelli
info@barlettalife.it è l'indirizzo mail di questa testata che dirigo. Lo ricordo a tre donne che casualmente, in questo istante di umilissima riflessione, mi sovvengono: Lucilla Soricaro (indipendente nel Consiglio Comunale di Barletta), Maria Grazia Vitobello (Consigliera Comunale del PDL di Barletta), Stella Mele (Segretaria provinciale BT de la Destra). Belle con anima, sicuramente. Ma in vacanza dalla solidarietà da quando, una querelle ingiustificata (ora lo possiamo affermare perché confortati anche da una ferma sentenza), cammina strisciante e impari tra il Comune di Barletta e il Centro antiviolenza "Giulia e Rossella".

Nessun respiro femminile, nessuna ansia, nessuna perplessità, nessuna invocazione, nessuna aderente solidarietà, nessuna riflessione, nessuna ispirazione personale e politica è mai trapelata in questi anni di travaglio giudiziario e non, dalla bellezza, anche fisica, di ciascuna delle donne esempio della nostra meraviglia. Ecco perché ricordiamo il nostro indirizzo mail; ma potranno imbustare qualsivoglia sentimentalità, in qualsivoglia sito, ma notoriamente ascoltato. Dissentano, motivino risentimento, argomentino la scelta di essere mute sulla questione. Comunichino la personale adesione alla scelta amministrativa del settore Servizi sociali, diretto dalla Dottoressa Rosaria Donno, il più femminile dei cognomi.

Starhawk, scrittrice universale del mondo e del mondo femminile ha scritto: «Vengano le arpie e gli spiriti, le Gorgoni e le Streghe, vengano i dolci cuori e le cagne furiose!» E ancora: «il Fiume della Vita si prosciugò. Le donne videro le fonti inaridirsi, i germogli non farcela, gli alberi morire e le colline che diventavano scure. E piansero e si lamentarono, e non sapevano cosa fare. Anche le donne erano divise, perché alcune avevano di più ed altre di meno. Le vecchie ferite e le ingiustizie presenti le tenevano separate. Ma quando la Guerra agitò i pugni e minacciò di usare le armi che avrebbero distrutto la Terra, le donne si volsero l'una all'altra. Dissero: "Siamo brandelli di un tessuto lacerato, ma se leghiamo questi brandelli insieme potremmo contenere le ferite, asciugare le lacrime, tessere una rete che potrà reggere carichi pesanti"».