Centrale a biomasse in via Andria a Barletta, Pastore: “Non è possibile”

Niente centrali tra Barletta e Andria. «Il territorio non è idoneo, data la sua conformazione»

martedì 7 settembre 2010 12.04
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'intervista al nostro consigliere Franco Pastore.

«Una centrale a biomasse o qualsiasi altro impianto produttivo o industriale che si voglia non potranno mai sorgere ai margini della strada statale 170 fra Barletta e Andria. Quel territorio, infatti, per il suo assetto idrogeologico non sarà mai ritenuto idoneo, dalle istituzioni competenti, a una destinazione di questo genere».

«Già solo questo serva a tranquillizzare tutti coloro, tra cui il coordinamento "No biomasse e inceneritori", che sono contrari alla realizzazione di un impianto per la produzione di energia alimentato a biomasse, prima ancora di entrare nel merito del problema. Cosa, tra l'altro, che personalmente ho fatto e che tengo a sottolineare essendo stato tirato in ballo tra coloro che tacciono, hanno sempre taciuto e che si sono sempre dedicati ad altro».

«Oggi non sono più un amministratore comunale e, dunque, non è per obbligo che intervengo ma perché è giusto che la comunità locale sia informata e mi spiace che questo non avvenga regolarmente, favorendo polemiche e contrapposizioni».

«Posto un punto fermo sulla presunta possibilità di realizzare una centrale in via Andria, ripeto, eventualità poco plausibile e possibile, resta ferma anche la mia posizione sul modo in cui vengono concepiti questi impianti, sul loro approvvigionamento che arriva troppo da lontano e vanifica, così, i tentativi di abbattere le emissioni in atmosfera».

«Inizialmente le centrali a biomasse erano state concepite per risollevare un settore in crisi, quello agricolo, usando lo scarto della filiera agricola stessa, quella locale. Poi, invece, si scopre che si usano oli e scarti vegetali provenienti da altri continenti.»

«Allora bisogna decidere cosa ne deve essere della nostra terra: se deve essere impalata, coltivata per usare i suoi prodotti in ciminiere o se deve continuare a produrre le uve e i vigneti che danno i vini e gli oli più buoni del mondo, il grano più dorato, i frutti più profumati e i fiori più colorati, dal Gargano al Salento.»