Cantina sperimentale di Barletta: «Dopo il Bonomo, un altro centro di ricerca a rischio»
Le preoccupazioni del consigliere regionale Mennea, «resta un'istituzione storica»
giovedì 31 marzo 2016
"Prima il Centro ricerche Bonomo di Andria, ora la Cantina sperimentale di Barletta. La ricerca scientifica nel settore agroalimentare, peraltro vitale per l'economia della Sesta Provincia e dell'intera Puglia, viene nuovamente messa a rischio." A sollevare la questione è il consigliere regionale Pd, Ruggiero Mennea, che ha chiesto al presidente della IV commissione del Consiglio regionale, Donato Pentassuglia, un'audizione per conoscere le motivazioni dell'imminente chiusura della Cantina sperimentale la cui istituzione risale al 1879 con decreto ministeriale e si occupa di ricerca nel settore vitivinicolo. Nella richiesta Mennea chiede che vengano convocati, urgentemente, il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella; il direttore dell'Unità di ricerca di Turi, Donato Antonacci; l'assessore regionale alle Risorse aagroalimentari, Leonardo Di Gioia; rappresentanti della Soprintendenza archeologica della Puglia e del Ministero delle Politiche agricole.
"Da quando è stata fondata la Cantina sperimentale di Barletta – spiega Mennea - si è distinta per l'efficienza e i risultati, che ne hanno fatto un'indiscutibile punta di eccellenza del nostro territorio". Già nel 1968 la regia Cantina sperimentale di Barletta confluì come sezione operativa periferica di Barletta nell'Istituto sperimentale per l'enologia. Mentre nel 1999 fu prevista l'istituzione del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) nel quale confluirono tutti gli istituti sperimentali; mentre nel 2007, con la ristrutturazione del Cra, quella di Barletta cessò di esistere come struttura autonoma in seguito all'annessione, quale Cantina sperimentale, all'Unità di Ricerca per l'uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi.
"Ebbene, oggi si è deciso di cancellarla definitivamente: una cosa gravissima, per la quale oggi chiediamo conto innanzitutto al Ministero", dice Mennea. "Che si tratti di spending review o di presunta scarsa attività, non riteniamo ci siano i motivi per cancellare un'istituzione storica per la ricerca. Tra l'altro non va trascurato il fatto – continua - che l'Istituto sperimentale ospita più di 5mila volumi che riguardano la storia della viticoltura e quadri di De Stefano, allievo di De Nittis. Quindi laddove fosse prevista la disattivazione del centro di ricerca si potrebbe ipotizzare – conclude - la riconversione del sito in centro culturale per lo studio della viticoltura e dei vitigni autoctoni pugliesi".
"Da quando è stata fondata la Cantina sperimentale di Barletta – spiega Mennea - si è distinta per l'efficienza e i risultati, che ne hanno fatto un'indiscutibile punta di eccellenza del nostro territorio". Già nel 1968 la regia Cantina sperimentale di Barletta confluì come sezione operativa periferica di Barletta nell'Istituto sperimentale per l'enologia. Mentre nel 1999 fu prevista l'istituzione del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) nel quale confluirono tutti gli istituti sperimentali; mentre nel 2007, con la ristrutturazione del Cra, quella di Barletta cessò di esistere come struttura autonoma in seguito all'annessione, quale Cantina sperimentale, all'Unità di Ricerca per l'uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi.
"Ebbene, oggi si è deciso di cancellarla definitivamente: una cosa gravissima, per la quale oggi chiediamo conto innanzitutto al Ministero", dice Mennea. "Che si tratti di spending review o di presunta scarsa attività, non riteniamo ci siano i motivi per cancellare un'istituzione storica per la ricerca. Tra l'altro non va trascurato il fatto – continua - che l'Istituto sperimentale ospita più di 5mila volumi che riguardano la storia della viticoltura e quadri di De Stefano, allievo di De Nittis. Quindi laddove fosse prevista la disattivazione del centro di ricerca si potrebbe ipotizzare – conclude - la riconversione del sito in centro culturale per lo studio della viticoltura e dei vitigni autoctoni pugliesi".