Barletta, povero pallone

Anche il calcio in crisi

martedì 23 marzo 2010
A cura di Enrico Gorgoglione
Tempo di crisi, anche per il mondo del calcio, che da sempre naviga nell'oro in ogni ordine di serie. L'economia e i costi onerosi non sempre permettono alle società di arrivare indenni a fine campionato. Troppi sono gli oneri che presidenti e dirigenti devono affrontare e combattere per rimanere dignitosamente in corsa. I giocatori troppo spesso vengono incontro alle loro dirigenze posticipando il pagamento dei loro esigui stipendi, ma non sempre la situazione è sostenibile.

In puglia la situazione si è purtroppo ripetuta più volte: questo spiacevole inconveniente è capitato a Gallipoli in serie B dove i giocatori hanno protestato contro la società nella partita contro il Grosseto, in seconda divisione a Brindisi e a Manfredonia. Anche le cosiddette serie minori, in cui le società comunque devono affrontare costi meno esosi, sono state colpite dalla sindrome del "pallone bucato": non lontani nel tempo sono gli esempi di Francavilla Fontana e di Bitonto, dove i giocatori sono in sciopero perché abbandonati al proprio destino.

Non se la passano meglio i dirigenti del Barletta: ad inizio stagione i biancorossi della seconda divisione sono stati penalizzati di un punto proprio per i ritardi nei pagamenti, ma fortunatamente tutto si è risistemato e ora la società può prepararsi ad affrontare al meglio la corsa play-off. Ma per quanto tempo tutto ciò sarà possibile? A Barletta regna sempre l'incertezza, la dirigenza vorrebbe nuovi nomi accanto ai soliti noti e vorrebbe un impegno maggiore del Comune. Nella speranza che in estate tutto vada per il meglio.