Barletta, la vera eredità delle elezioni

Volantini dispersi, manifesti lacerati, la realtà del consumismo pubblicitario

mercoledì 31 marzo 2010
A cura di Ida Vinella
Siamo giunti alla fine. Settimane di campagne elettorali, eventi su eventi su eventi, comizi dislocati in ogni parte della città, una corsa allucinata fino agli ultimi due giorni, fatidici giorni di elezioni.

Ma in questo discorso non ci interessano gli eletti e gli sconfitti.

Lasciamo da parte i risultati e guardiamo alla città: nell'ultimo mese Barletta si è colorata di centinaia di manifesti, un caleidoscopio di colori partitici che per diverse settimane hanno sostituito il grigio intonaco delle pareti. Anche questa volta l'abusivismo ha avuto la meglio: abbiamo visto gli stessi soliti visi ad ogni angolo di strada, dai comitati elettorali dislocati in tutta la città ai solitari poster 70x100 vicino alle attività di parenti e/o conoscenti vari.

Quest'anno ha latitato la censura bianca dello "Spazio occupato abusivamente": sarà diventato desueto, o ci si è resi conto che i candidati non badano a spese quando si tratta di beffare le norme?

In ogni caso, questa è l'amara eredità che ogni elezione è destinata a lasciarsi alle spalle. Tonnellate di carta sprecate, per non parlare delle strade invase dai residui cartacei strappati dalle pareti e dai volantini abbandonati al vento dopo qualche istante dalla consegna. Forse la più grande vittima delle campagne elettorali è l'ambiente.

Le riflessioni a posteriori non sono mai prive di senso, ma cementano il miglioramento per le prossime occasioni: perché non utilizzare carta riciclata per quei tristi manifesti che lasciano il tempo che trovano? Potremmo provare ad appellarci alla sensibilità dei candidati, per passare ad una campagna elettorale di fatti, non di fogli.

Ai poster(i) l'ardua sentenza.