Barletta dice addio alla vecchia Chiesa del Buon Pastore

Al suo posto sorgerà la nuova casa canonica

mercoledì 26 febbraio 2020 14.17
A cura di Cosimo Campanella
Era il 1981, quando un giovane sacerdote di nome Giuseppe Paolillo (che poi sarebbe diventato per tutti Don Pino) divenne parroco della Chiesa del Buon Pastore, sita in Via Vitrani alle spalle del campo "Lello Simeone" ed edificata a fine anni Sessanta sulle ceneri dell'ex oratorio del Villaggio del Fanciullo.

Durante gli anni Ottanta, la parrocchia del Buon Pastore, guidata da Don Pino, funse da formidabile centro di svago e aggregazione, per decine e decine di bambini, ragazzi e giovani adulti. Davvero tanta tanta roba in una città che in quel periodo di superficiale, e talvolta inelegante opulenza, iniziava a conoscere il flagello della diffusione della droga e della microcriminalità tra i suoi figli più fragili. In quella piccola ma accogliente parrocchia di quasi periferia, andare a messa era un qualcosa di familiare, un sentirsi parte di una bella e sana comunità e non soltanto dal punto di vista squisitamente religioso. Nelle stanze attigue alla sacrestia poi, sotto l'occhio vigile e bonario di Don Pino, oltre a frequentare il catechismo, tra le tante attività parrocchiali, ci si divertiva anche a giocare a ping pong o a calcio balilla, o magari ci si dilettava a fare musica, oltre naturalmente ad organizzare improbabili partite di calcio nei pressi della chiesa e non solo.

In questo ambiente sano infine, è anche nato qualche amore poi diventato splendida famiglia. Per non parlare poi una serie infinita di grandi amicizie che a distanza di decenni ancora resistono alle asperità della vita di tutti i giorni. Oggi quella piccola ma accogliente parrocchia di quasi periferia sta per venire giù, sostituita nel frattempo da quella più grande e confortevole di Via Boccassini, da tempo più che degnamente guidata da don Mimmo Minervini e da Don Claudio Gorgoglione. Al posto della vecchia chiesa del Buon pastore verrà costruita una nuova casa canonica di cui è arcinoto il tortuoso e polemico iter di approvazione in consiglio comunale durante l'amministrazione Cascella.

Stia ben lungi da noi, anche il solo voler pensare di azzardare un giudizio in merito. Non ne abbiamo né le competenze, né tanto meno conosciamo le esigenze degli attori in campo. Chi scrive, essendovi cresciuto da queste parti, senza voler per forza apparire il solito quasi cinquantenne acido e nostalgico del tempo che fu, pur magari lasciandosi andare a qualche lacrimuccia, vuol solo tributare il giusto requiem ad un luogo che ci ha visto bambini e che forse ha anche contribuito a farci uomini.