«Barletta alleva teste vuote»

Presentato il libro “Il destino degli Svevi nel trattato di Anagni”

venerdì 12 luglio 2013 12.48
A cura di Tommaso Francavilla
«Barletta alleva teste vuote. Gli abitanti, se vedono Cristo, negano di conoscerlo». Con queste parole, un adirato Federico II di Svevia liquidava Barletta, colpevole di avergli girato le spalle all'indomani del "Trattato di Anagni", con cui il Papato, con l'aiuto di banchieri fiorentini, Carlo II d'Angiò e la Repubblica di Venezia, si riprendeva il Regno di Sicilia, ovvero il regno meridionale dell'imperatore Federico II, mentre lui era alle crociate. Nella chiesa di S.Antonio è stato presentato il volume:"Il destino degli Svevi nel trattato di Anagni", del prof. Nicola Palmitessa.

Per l'occasione, lo storico Victor Rivera Magos ha spiegato le ragioni per cui fu stipulato il trattato, a cui, anni dopo, sarebbe seguita l'alleanza tra la Repubblica marinara di Venezia, banchieri fiorentini e Stato Pontificio, una alleanza motivata da ragioni economiche e politiche, che rendevano il meridione e, nello specifico la Puglia e Barletta, una preda appetibile. Barletta era città ricca, con famiglie nobili e potenti, con una centralità economica indiscutibile.

Il prof. Nicola Palmitessa, tra le pieghe del suo libro, aggiunge che Federico II, tornando dalla crociata, trova il suo regno usurpato, tra cui le città più fedeli, come Barletta, Andria, Foggia e Bari. L'imperatore, non si perde d'animo e riesce a riorganizzare un esercito, mentre ventinove navi veneziane, armate e cariche di truppe, sono ormeggiate al largo di Trani, pronte a sbarcare. Non sbarcheranno mai, sebbene Federico fosse pronto col suo esercito a contrastarle. Il motivo per cui non ci fu lo sbarco è tuttora ignoto.

La serata è proseguita con la lettura di rabbiosi distici (poemetti) scritti da Federico II, indirizzati alle città traditrici, che in seguito saranno punite con rappresaglie. Eccone alcuni, tratti dal libro:
«I baresi vanno evitati come le armi sguainate», «Andria è tutta pessima e asinina», «Foggia è traditrice, sfugge come una serpe», «Bitonto è bestia e asinina».
Nicola Palmitessa © Tommaso Francavilla
Nicola Palmitessa © Tommaso Francavilla
Nicola Palmitessa © Tommaso Francavilla
Nicola Palmitessa © Tommaso Francavilla
Nicola Palmitessa © Tommaso Francavilla
Nicola Palmitessa © Tommaso Francavilla
Nicola Palmitessa © Tommaso Francavilla
Alla serata hanno partecipato:
Prof. Nicola Palmitessa, autore
Prof. Biagio Cavaliere (presidente sez. Barletta società storia e patria)
Victor Rivera Magos, storico
Prof. Carla Colucci
Lettura testi:
Maria Grazia Memeo
Gennaro Capriuolo