Appetiti di rimpasto per la politica barlettana

Opportunità politiche purtroppo ben lontane dalla Città

giovedì 30 ottobre 2014 10.32
A cura di Mario Sculco
Il rimpasto di giunta ci sarà. Punto. L'opportunità che ciò porterà alla città è ancora tutta da chiarire ma proviamo a spiegarci. Se consideriamo la giunta come una sorta di "riserva" tecnica, un luogo in cui persone dalle professionalità potenti condividono queste ultime per la città, allora questa dovrebbe durare almeno quanto il mandato del sindaco stesso a meno di errori clamorosi, gravi inadempienze, amenità legali o per mero cambiamento d'idee dell'assessore (e solo in questo caso, nemmeno troppo remoto, il sindaco ne assorbe la delega per un tempo che dovrebbe essere breve, fino a consegnarla ad altro soggetto).

Qui Il vero problema: più che una riserva tecnica, la giunta sembra un serraglio politico di belve che scendono in campo in prima persona o uomini di fiducia che ne sono espressione. Barletta non si sottrae a questa norma non scritta, esaltandola addirittura. I partiti dunque diventano gli unici mediatori e gli unici a poter proporre (imporre, "consigliare", ordinare) al sindaco, anch'egli espressione politica di partito e dunque soggetto alle stesse regole seppur spesso insofferente. Perché? Soprattutto per cambiali elettive, "firmate" consapevolmente e maturate in corso di mandato. «Qui deve starci un mio uomo» è inciso che immaginiamo risuoni spesso nei luoghi oscuri della politica cittadina.

Si capisce quanto lontana sia la città e i suoi problemi da questo mercato. Ancor più lontane le soluzioni. Alternative? Quasi nessuna dato che il rito dovrà compiersi. Se per certo alcuni uomini (e donne) dovranno essere buttati giù dalla torre chi viene considerato più vicino al bordo?

La più traballante sembra la sedia dell'assessore alla Cultura: da più parti si invoca un tentativo di toto-nomi, sulla stampa e tra le voci di corridoio. E' apparso sulla stampa il nome di Rosa Cascella, che ha smentito un suo coinvolgimento nell'ipotetico rimpasto e allo stato attuale consideriamo una mera provocazione. Altre voci riportano nomi di volti noti, per non dire notissimi, di professionisti del mondo culturale legati a doppio filo con l'amministrazione comunale. Ogni illazione genera un'ipotesi, che sembrerebbe confermare un futuro piuttosto fosco per l'attuale assessore Caroppo.

Eppure più urgente rimane il vuoto (forse incolmabile) dell'assessorato alla legalità: dopo il forfeit per motivi personali e professionali del professor Villani, il posto è rimasto vacante, e nessuno ha osato sollecitare un nuovo nome. Avevamo accolto con grande piacere, come tanti cittadini, la notizia di questa attenzione particolare alla legalità nella giunta: ben presto, la carica è deperita nell'oblio di tutti. Consideriamo lecito chiedere con forza se si vuole ripristinare questa delega di cui la città ha un grandissimo bisogno, perché alla soglia perenne di grandi illegalità agli occhi di tutti. Oppure che ci venga detto che si trattava di un assessorato a tempo, "che faceva scena".

L'appetito di rimpasto sembra borbottare nel ventre di molti: chissà se lo chef accontenterà le richieste dei clienti, ansiosi di vedere in forno la propria pietanza preferita, o l'impasse verrà risolta diversamente. E' indubbiamente chiaro che, a brevissimo, si dovrà assistere a qualche cambio di marcia a Palazzo di Città: che sia la giunta o qualche nome della burocrazia comunale, dopo le recenti discussioni tra sindaco e segretario generale, e ancora tra sindaco e presidente del consiglio, in tanti si aspettano di sapere cosa effettivamente bolla in pentola e a cosa questo rimpasto serva.