Anche Beni Comuni chiede di congelare l’avviso sull’Incubatore

Salerno: “Prima la partecipazione nei giusti tempi”

venerdì 28 novembre 2014
"La pubblicazione dell'avviso pubblico per la selezione di un Piano di Gestione per la struttura comunale denominata "Incubatore per l'innovazione e la creatività" ha sollevato non poche perplessità da parte di cittadini impegnati nella promozione di una comunità nuova, più inclusiva e responsabile". Interviene così Sabrina Salerno dell'associazione "Beni Comuni" sulla polemica che già ha visto diversi interventi sulla questione.

"È utile sottolineare che la stragrande maggioranza della popolazione barlettana non conosce la storia dell'ex-Distilleria, l'iter che ha portato alla riqualificazione di alcuni suoi plessi né tanto meno le funzioni destinate a ciascuno di essi. In vista di operazioni 'socialmente utili' come la creazione di un "Laboratorio per i giovani (GOS)", di un "Incubatore per l'innovazione e la creatività", di un "Orto urbano" e di una "Residenza destinata ad anziani", sarebbe stato utile da parte dell'amministrazione organizzare incontri prima di tutto informativi e poi di reale coinvolgimento non solo dei soggetti destinatari di tali interventi ma della cittadinanza tutta.

Un'amministrazione responsabile avrebbe dovuto, prima di procedere all'assegnazione del terzo spazio (l'Incubatore per l'innovazione e la creatività) e poi del quarto (l'Orto botanico) che seguirà a breve, analizzare lo stato dei primi due spazi, la Residenza per anziani e il Laboratorio Giovani Open Space, per valutare la propria capacità di vigilare ed assicurare una fruizione socialmente giusta di spazi pubblici.

Mi domando per esempio come mai il plesso destinato a residenza per anziani sia occupato ormai da anni abusivamente da alcune famiglie barlettane e se il laboratorio GOS abbia realmente conseguito la finalità principale di favorire la realizzazione personale e professionale dei giovani attraverso la creazione di un luogo, in una zona marginalizzata della città (e pertanto da reinserire nel tessuto sociale cittadino), in grado di fornire gli strumenti per superare il disagio sociale e culturale.

E qui mi ricollego all'intervento dell'assessore alle Politiche dell'Innovazione e della Competitività, Antonio Divincenzo, che lungi dal dare una risposta politica, si limita, da tecnico, a ripercorrere l'iter procedurale che ha portato all'avviso pubblico in oggetto, liquidando in questo modo le richieste di chiarimento ed ulteriore coinvolgimento di cittadini allarmati da un modo di gestire le risorse comuni che, nel corso degli anni, non ha portato benessere alla nostra comunità. E' bene ricordare che essere 'in regola', ottemperare alle normative, non significa automaticamente operare bene e che spesso le finalità di numerosi progetti non vengono realizzate, sebbene gli enti gestori producano tutta la documentazione necessaria a dimostrare l'aver diretto secondo il capitolato dell'appalto di concessione del bene.

Verificare in modo partecipato, pertanto, i punti di forza e debolezza di un precedente, quale quello del Laboratorio GOS, avrebbe potuto essere una ottima base sulla quale costruire il futuro dei successivi beni pubblici da consegnare alla comunità. Tale verifica sarebbe stata utile a modellare insieme lo stesso avviso pubblico sulla base, ovviamente, del Programma Stralcio di interventi di Area Vasta "Vision 2020" che, come puntualmente e correttamente evidenziato dall'assessore Divincenzo, rappresenta il punto di partenza dell'intero percorso.

Questo non solo non è stato fatto ma si è proceduto con l'emanare un avviso pubblico che concede solo 20 giorni ai soggetti interessati per presentare un Piano di Gestione per la struttura comunale denominata "Incubatore per l'innovazione e la creatività" e che tra i criteri di valutazione non prevede alcuna voce relativa a strumenti di monitoraggio e valutazione dei risultati attesi. Qualcuno è in grado di spiegare come mai siano stati concessi solo 20 giorni per l'elaborazione e la presentazione di un Piano che tra le altre cose, prevede il coinvolgimento di cittadini, enti, imprese, centri di ricerca con l'obiettivo di scambiare buone pratiche ed esperienze innovative regionali, nazionali ed internazionali? Qualcuno dell'amministrazione conosce i tempi necessari a coinvolgere altri soggetti, a relazionarsi per armonizzare metodi ed obiettivi, per dividere ruoli e responsabilità, per arrivare insomma ad un protocollo d'intesa fra diversi soggetti (che spesso devono essere valutati ed approvati dai Consigli Direttivi o organi simili)? Perché non è stata data alcuna importanza alla verifica e valutazione della conduzione del progetto?

Sembra quanto mai urgente – prosegue Salerno - ed opportuno un intervento del Sindaco Cascella per tutelare i diritti all'ascolto, al confronto e alla partecipazione, che da più parti vengono percepiti come violati, sul destino di un bene comune come l'ex Distilleria.

Diritti che, lo scorso anno, abbiamo cercato di tutelare, per esempio in occasione dello svolgimento del progetto 'F.R.E.D. è tornato', rivolgendoci in primis al Sindaco e poi all'assessore Azzurra Pelle, che con noi lo ha condiviso, e all'assessore Francesco Dipalo. Congelare l'iter, in previsione di un allungamento dei termini per la presentazione delle domande e di una revisione dello stesso avviso per le lacune segnalate, sarebbe un'azione responsabile e lungimirante per scongiurare l'ennesimo fallimento di un'iniziativa finalizzata a risollevare le drammatiche sorti della Città di Barletta".