Rischio di infiltrazione mafiosa in una ditta di costruzioni di Barletta

Le indagini dei Carabinieri hanno riscontrato legami con elementi di spicco del clan “Cannito-Lattanzio”

sabato 1 febbraio 2020 9.10
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Bari, hanno dato esecuzione al decreto di applicazione della "Amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche e delle aziende" (ex art. 34 D.Lgs. n.159/2011) emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Bari nei confronti di una ditta., con sede legale a Barletta, avente ad oggetto lavori di costruzione di edifici residenziali.

Le indagini, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di riscontrare parentele da parte degli organi sociali con elementi di spicco del clan "Cannito-Lattanzio" di Barletta, ovvero D. S. 67enne, pluripregiudicato, già sorvegliato speciale di P.S., ritenuto da pregresse attività investigative, il cassiere del suddetto clan.

L'attività investigativa ha permesso di delineare un articolato e sintomatico quadro di situazioni fattuali, pienamente condiviso dall'A.G., che ha ritenuto concreto il rischio di infiltrazione mafiosa nella ditta barlettana ed ha ravvisato nella medesima un pericoloso veicolo di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto socio economico legale.

Il patrimonio aziendale sottoposto ad amministrazione giudiziaria, composto tra l'altro, da 8 fabbricati, 8 terreni edificabili e 4 autovetture di grossa cilindrata, è stimato in circa 8 milioni di euro.

Si evidenzia come D. S., a seguito di attività investigativa del Nucleo Investigativo di Bari, sia già stato colpito il 23.09.2013 dal sequestro di prevenzione di un notevole patrimonio immobiliare e societario, stimato in € 52 milioni, emesso dal Tribunale – Sez. Misure di Prevenzione di Trani e divenuto definitivo il 15.03.2018.