AIPD, l'associazione persone con sindrome di Down dice basta al pregiudizio

Ottimi risultati per la serata di beneficenza per la raccolta dei fondi necessari alle attività dell'associazione

mercoledì 8 gennaio 2020 10.07
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Per abbattere il muro del pregiudizio c'è bisogno di tutti, nessuno escluso. Lo hanno dimostrato quanti, per il secondo anno consecutivo, hanno preso parte alla serata organizzata dalla sezione barlettana dell'AIPD (Associazione Italiana Persone con sindrome di Down) lo scorso 6 gennaio, in occasione dell'ormai consueta lotteria di beneficenza.

Anche quest'anno l'evento, occasione di festa e di scambio per i giovani associati, è stato utile alla raccolta di fondi e contributi necessari per le attività che l'associazione porta avanti quotidianamente. L'impegno dei volontari da un lato e la caparbietà del presidente Armando Delcuratolo dall'altro sono stati il motore che, in questi tre anni dalla nascita dell'AIPD a Barletta, ha reso possibile ciò che per molte famiglie era, fino a poco tempo fa, improbabile.

La conquista di un posto nel mondo e l'ottenimento di un'autonomia sociale, attraverso l'integrazione e il lavoro, sono solo alcune delle vette che i ragazzi con sindrome di Down possono raggiungere. Ad affiancarli, figure professionali alle quali si aggiungerà, proprio grazie alla raccolta fondi dello scorso anno, anche quella di uno psicologo: una figura chiave, tanto per i ragazzi, quanto per le famiglie.

Da non molto, inoltre, alla realtà associativa barlettana si sono affiancate altre associazioni, tessendo una rete di collaborazione, sostegno e interscambio proficuo e necessaria per una crescita coesa. Tra queste, l'associazione barlettana "Noi di Per.La", impegnata nel trattamento dei disturbi legati allo spettro autistico.

È per obiettivi come questi e per ragazzi come loro che in tanti hanno confermato il proprio sostegno al lavoro di chi crede che la disabilità non debba sottrarre opportunità, ma crearle. L'auspicio, fanno sapere dall'AIPD è che quei "tanti" si moltiplichino di anno in anno, così che anche la disabilità sia occasione e non più ostacolo.