Aggressione per omofobia? «Mio padre non è la persona descritta»

«Si è trattato di una lite sul posto di lavoro, non di un’aggressione per omofobia»

venerdì 6 dicembre 2019 11.57
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
«Mio padre non è la persona che è stata descritta, quello che sta accadendo è inspiegabile». Ad intervenire è la figlia dell'uomo coinvolto nella vicenda a sfondo omofobo, denunciata sui social dal venticinquenne Daniele, in risposta alle dichiarazioni rilasciateci dal ragazzo.

«Mio padre sta passando per un uomo cattivo e spregevole – ci spiega – Gli stanno arrivando anche insulti privatamente. Si è trattato di una lite sul posto di lavoro, non di un'aggressione per omofobia. Chi lo conosce sa che è una persona buona, non farebbe del male a nessuno. A nostro parere – prosegue – il ragazzo ci ha giocato troppo sul tema omofobia, si è fatto scudo della sua omosessualità. Vorrei solo che venga detta la verità».

A raccontare la versione dell'uomo, descritto dal ragazzo come ostile al suo orientamento sessuale, è stata la sua seconda figlia. «Quando accadono questi episodi – ha scritto in un messaggio diffuso sul web – non è mai bello, ma a mio padre sono state messe in bocca parole che non ha mai usato, tipo gli insulti omofobi riportati dal ragazzo. Partiamo con una premessa, la violenza non va giustificata». Ad essere contestata, stando a quanto emerge dal messaggio, la dinamica dell'accaduto: «Il ragazzo ha offeso e denigrato mio padre sul posto di lavoro più e più volte, fino all'ultimo episodio dove ha volontariamente buttato un mozzicone di sigaretta per terra, mentre mio padre stava ancora pulendo, dicendo: "Ora lavora". Gli animi si sono accesi, hanno litigato e si sono picchiati».
Anche l'uomo, di mezza età, ne sarebbe uscito ferito dallo scontro. A dimostrarlo, le foto che le figlie hanno deciso di rendere pubbliche in risposta al racconto del ragazzo. «Mi sembra ben chiaro che qui non si tratti di omofobia ma di mancata educazione, sicuramente, da entrambe le parti. Il risultato? Un ragazzo che grida omofobia e la gente che, senza sapere, ha distrutto la vita di un uomo che ha perso il lavoro, la dignità e la voglia di poter girare per strada senza che nessuno lo insulti».

«Credo nel buon cuore del ragazzo, di mio padre, e di tutti voi – conclude – Questa non vuole essere una gara a chi si è fatto più male, ma un modo per dire a tutti che nella vita si può sbagliare, basta saper rimediare».