«Aggredito con parole feroci da Cannito». La replica di Sabino Dicataldo al sindaco di Barletta

Le parole del presidente del Consiglio comunale

martedì 3 agosto 2021
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Si dice sereno Sabino Dicataldo. «Se ci sono le condizioni per cui questa mozione di sfiducia possa essere presentata in Consiglio, lo accetto» dichiara il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa indetta ieri da Cantiere Barletta per spiegare i motivi che hanno condotto sei consiglieri all'opposizione.
Proprio durante l'ultima seduta del consiglio, dopo il voto contrario di Dicataldo sul rendiconto finanziario 2020, il primo cittadino ha annunciato che ci sarebbe stata una mozione di sfiducia verso Dicataldo. «Non posso essere minacciato – la replica di Dicataldo – per aver votato contrariamente alla proposta di rendiconto. Il voto dei consiglieri e del presidente – ribadisce – è libero e io ho votato secondo coscienza».

Tuttavia, nonostante l'evidente strappo tra Dicataldo e Cannito, non sono sufficienti motivazioni politiche per sfiduciare il presidente del Consiglio. Al contrario, come abbiamo già fatto notare, sono necessarie motivazioni istituzionali come la ripetuta e ingiustificata omissione della convocazione del Consiglio o le ripetute violazioni dello statuto o dei regolamenti comunali.

Ma non è solo alla paventata mozione di sfiducia che risponde Dicataldo. «Nel consiglio comunale di venerdì sono stato aggredito dal sindaco Cannito con parole feroci». Il riferimento è alla presunta volontà del presidente del Consiglio di voler «mettere sul mercato – le parole di Cannito – il Global service di Bar.S.A.».

«Il sindaco ha detto che io voglio mettere 70 famiglia per strada. Credo siano gravi le affermazioni del sindaco – conclude Dicataldo – e mi difenderò in tutte le sedi opportune».