A Barletta “si va in scena!”: i “The Manouchow” inaugurano la nuova stagione artistica

La Città della Disfida torna ad infiammare le serate estive con spettacoli di ogni genere e per ogni età

sabato 1 agosto 2020 10.30
A cura di Francesco Balducci
La città di Barletta, si sa, adora "dare spettacolo", specialmente sfruttando i tanti mezzi che ha a disposizione. Ancora di più quando è chiamata a farlo dopo mesi di stop forzato per il lockdown, che ha visto nei concerti e nelle manifestazioni artistiche uno dei più rischiosi mezzi di contagio. Perché mentre tutta la Penisola, pian piano, ripartiva, il mondo dello spettacolo, da Nord a Sud, era ancora fermo, consapevole del rischio che portava con sé, ma allo stesso tempo con l'impressione che di essere, forse, un po' troppo ignorato.

Ma ora, con molta attenzione e le dovute precauzioni, è stato possibile ripartire anche per i moltissimi artisti, provenienti dalla sesta provincia, come anche dal resto della Puglia, che rallegreranno l'estate barlettana fino a fine Settembre.

Curato e diretto dall'associazione "Beathoven", l'evento che ha aperto le danze è stato quello dei "The Manouchow" presso l'auditorium del GOS (Giovani Open Space) di Barletta, un trio musicale che si è esibito ieri sera, a partire dalle 20:30, mettendo in mostra il suo repertorio.
“The Manouchow”
“The Manouchow”
“The Manouchow”
“The Manouchow”
“The Manouchow”
“The Manouchow”
"The Manouchow" è un progetto che conta tre artisti: Valeria Mosca alla voce, Riccardo Lorusso alla chitarra e Max Sgaramella alle percussioni; che trasmette una musica fatta di energia, passionalità e tradizione, capace di unire lo swing allegro allo spirito tzigano, con un repertorio che tocca i generi del jazz, dello swing e del bossa nova, riarrangiati ed adattati alla modernità del presente.

Il nome "Manouchow" è nato a partire dal genere "manouche", popolarmente conosciuto come "gipsy jazz" o jazz da club, caratterizzato da una forte espressione di strumenti a corda, portato in auge dal celebre "Django" Reinhardt nella prima metà del secolo scorso.

A causa delle sovracitate restrizioni il colpo d'occhio del pubblico non ha dato la stessa impressione che avrebbe dato senza questa situazione di emergenza, i posti a sedere erano pesantemente ridotti, ma ciò che davvero conta, al di sopra di tutto, è lo spettacolo offerto.

Uno spettacolo che unisce molte voci in un unico coro e dà un messaggio forte e chiaro: "L'arte non si fermerà davanti a nulla!"