A Barletta in atto l’invasione degli ecomostri

Attivato il numero verde per segnalare abusi. Analizziamo quanto detto dal prof. Carnimeo

mercoledì 21 luglio 2010
A cura di Nicola Ricchitelli
Spunti e riflessioni sono facili a farsi, dopo il convegno dedicato al tema "Ambiente e turismo" dibattuto qualche sera fa presso il Circolo Unione. Spunti e riflessioni che nascono sull'onda di quando affermato da Nicolò Carnimeo (docente di "Diritto della Navigazione e dei Trasporti" presso l'Università di Bari) in merito al federalismo demaniale, (passaggio di proprietà di porti, coste ed in generale di qualsiasi bene che, dalla proprietà dello Stato, passa alla gestione diretta di Regioni e Comuni). Un intervento, quello del professor Carnimeo che ruota attorno al rischio di un'alienazione del patrimonio territoriale nel caso in cui Comuni in dissesto (è principalmente il caso di Comuni del Sud Italia) vendano per "fare cassa".

Una preoccupazione, quella del professor Carnimeo che trova riscontro in ciò che sta accadendo a Barletta in questi ultimi tempi. Ad oggi Barletta, vanta lungo la litoranea di Ponente ben quattro ecomostri. Tra questi vi ritroviamo uno che presenta tutta una serie di paradossi, compreso un improbabile tetto fotovoltaico, in rispetto della legge regionale "anti muretti", il tutto contornato da calcestruzzo e mattoni, che fanno bella mostra di sé al posto delle strutture rimovibili previsti dalla legge.

Ecomostri autorizzati dagli uffici tecnici delle varie città pugliesi, infatti Barletta è in buona compagnia se si considera che casi analoghi ve li ritroviamo anche a Bisceglie sul lungomare Salsello ma anche a Peschici dove un noto stabilimento balneare è stato addirittura trasformato in albergo. «Purtroppo sta accadendo ciò che temevamo, con il potere di gestione autonomo del demanio costiero i comuni pugliesi stanno rilasciando autorizzazioni al limite della legalità », ciò è quanto affermato dal responsabile del WWF Pasquale Salvemini in merito alla situazione attuale. Ad oggi molte sono le segnalazioni in questo senso che sono già arrivate al numero verde 800 085 898 contro i reati ambientali in riva al mare. Tale servizio anche quest'anno è stato finanziato dalla Regione e affidato in gestione al Wwf in ossequio alla proposta presentata qualche giorno fa dall'assessore Michele Pelillo.

«Il numero verde pugliese è un progetto unico in tutta Italia che molte altre regioni stanno cercando di copiare. Oltre che per gli abusi edilizi in riva al mare quest'anno particolare attenzione verrà posta alla lotta alle attività dei pescatori di "datteri" che con il loro martellare continuano
nell'opera di distruzione delle rocce sottomarine ».