Verso Sorrento-Barletta: Roberto Rovani, "a Barletta si respirava un'aria da serie A"

"Angolo-amarcord" con l'eroe della storica promozione in B datata giugno 1987

sabato 10 novembre 2012 10.59
A cura di Luca Guerra
L'ultimo storico goal del Barletta allo stadio "Italia" di Sorrento l'ha messo a segno lui, e non fu un gol qualunque, fu "il" goal, quello che regalò la promozione in serie B al Barletta il 7 giugno 1987, marcato dal giovanissimo stopper rossonero Giovanni Bucaro, oggi tecnico del Sorrento. Parliamo di Roberto Rovani: classe 1964, attaccante che ha spiccato il volo giovanissimo in quel Barletta guidato da Pippo Marchioro in panchina, passando poi per tante maglie tra le quali quelle di Cavese e Casertana, ai nostri microfoni ha ricordato in una esclusiva intervista da "angolo-amarcord" i tempi in biancorosso alla vigilia di Sorrento-Barletta:

Quando si parla di Sorrento-Barletta con Roberto Rovani, è d'obbligo ricordare quel 7 giugno 1987. A 25 anni di distanza, cosa prova ripensando a quella rete?
"Provo sensazioni analoghe a quelle vissute 25 anni fa; per me quello fu un giorno indimenticabile, imprescindibile da quelli che sono i momenti più belli della mia vita personale e professionale. Ancora oggi essere ricordato dai tifosi e contattato da testate giornalistiche per me è un segno indelebile di affetto. Da quel preciso momento la mia carriera ha avuto una svolta: le persone che hanno vissuto quegli istanti a ricordarli rabbriviranno dalla gioia, come a me accade ancora oggi".

Che ricordi ha del goal di Sorrento? Ricorda l'azione precisa?
"Onestamente no, la gioia mi ha annebbiato i ricordi di quel momento. Ricordo il colpo di testa su cross da destra, e la gioia immensa del radiocronista che subito arrivò a Barletta per dare il via alla festa. Alla fine del campionato ci fu data una cassetta, e vidi le immagini: c'era tutta la città che seguiva la partita in radio, e sul mio goal staccarono sulla città che andò in visibilio. Vedere le immagini con il mio goal, le immagini dello stadio completamente in biancorosso e tutta la città che esultava mi fa venire ancora oggi i brividi. Sorrento era bloccata quel giorno tra turisti e tifosi, e quel giorno camminammo a piedi per la città e sulla strada che portava da Sorrento a Castellamare di Stabia, completamente bloccata. Fu una cosa meravigliosa, della quale ho dei ricordi davvero esaltanti, poi la festa: vedere 30mila persone in piazza per una festa-promozione di serie C fu davvero incredibile, degno di un pubblico impagabile, come è caratteristico di Barletta e altre realtà del Sud".

Nel suo bagaglio di ricordi ed emozioni della carriera di calciatore l'anno a Barletta rientra nel podio?
"Assolutamente sì. Venivo da un brutto infortunio procuratomi l'anno prima con la Cavese, con tanto di sogni infranti su una carriera dalle premesse importanti. Io sono riconoscente al Barletta perchè all'epoca il presidente Di Cosola e il ds Nucifora, nonostante dovessi restar fuori ancora per mesi, mi presero in prestito dalla Cavese dandomi fiducia. Quello è stato il trampolino di lancio per me: ho giocato con tanti splendidi calciatori, per una crescita tecnica, fisica e umana che mi ha permesso di aprire le porte a una carriera che sembrava poter essere luminosa, anche se poi per vari infortuni e vicissitudini non è stata bella come speravo. Non ho però rimpianti, Barletta è un ricordo indelebile".

E del pubblico e della città di Barletta che ricordo porta con sè?
"Io ricordo che a Barletta era come giocare in serie A. 25 anni fa, quando in serie C militavi in piazze importanti come Barletta era, si avevano emozioni e sensazioni da massima serie. I 5000 spettatori che oggi qualche club vede in serie A erano la media di tifosi al seguito di queste piazze di C in trasferta all'epoca. Di Barletta ricordo il grandissimo affetto dei tifosi, tanto allo stadio quanto per strada".

Questo entusiasmo in calo verso la Lega Pro e il calcio in generale da parte dei tifosi è anche addebitabile alla presenza massiva della tv nel mondo del pallone oggi?
"Diciamo che gli sportivi che vogliono vedere comodamente la partita a casa oggi hanno vissuto un'autentica manna dal cielo con la pay-tv. Per gli amanti della radiolina o degli spalti però i tempi sono diversi: oggi uno deve scegliere se vedere una partita di lusso in tv oppure seguire la sua formazione in campi minori dal vivo. Questo nel corso degli anni ha portato a una considerevole disaffezione dei tifosi. Questo deriva però anche dal fatto che oggi la serie C viene considerata da molte società alla stregua delle formazioni "Primavera". Prima tanti calciatori scendevano in C dalla serie A a fine carriera, oggi non accade più, soprattutto perchè ci sono molti meno soldi. Oggi costruire una squadra in Lega Pro costituisce notevoli costi e ben pochi introiti".

Con quali compagni di quel magico Barletta oggi è ancora in contatto?
"Sento spesso Vincenzo Marino, ho sentito Salvatore Pesce, Nicola D'Ottavio, poi quando lavoravo con Mario Somma ho incontrato spesso Renzo Castagnini, sono in contatto con Lello Sciannimanico, insomma un bel gruppo. Per me molti di loro sono stati dei mentori: a Barletta sono arrivato molto giovane, e con noi i più esperti sono sempre stati disponibilissimi. Per me, giocare una partita fondamentale come quella di Sorrento a soli 22 anni è stato davvero un traguardo splendido, e la squadra mi aiutò a pensare all'epoca solo a quello che sapevo fare e potevo dare, e ci riuscirono".

Di quella squadra ricordiamo con dolore capitan Moreno Solfrini, ammalatosi di SLA e scomparso a soli 53 anni nel luglio di quest'anno. Sarebbe bello secondo lei potere onorare la memoria di Solfrini con una partita di beneficenza tra il Barletta di oggi e quello del 1987?
"Sarebbe una magnifica iniziativa, io sarei uno dei primi a prendervi parte e intervenire. Io successivamente a Barletta ho avuto modo di giocare con Solfrini anche nella Casertana due anni dopo: era un guerriero in campo, un leader che non mollava mai, una persona solare, gioiosa, e davvero lo ricordo con enorme affetto e mi addolora pensare che ci abbia lasciato in un'età così giovane. E' raro nel mondo del calcio che si mantengano i rapporti umani nel corso degli anni, la vita spesso ti allontana, quindi iniziative di questo genere, oltre alla lodevolissima idea di far beneficenza, sarebbero anche un modo per rivedere i compagni e riportare alla mente tanti bei ricordi. Lo auspico e mi unisco all'appello, spero che sia recepito dai miei ex-compagni di squadra e dalla società biancorossa, sarebbe davvero bello".

Cosa fa oggi Roberto Rovani?
"Mi sono allontanato dalla sfera calcistica come lavoro: seguo attraverso la tv o colleghi che fanno gli allenatori. Fino a 5 anni fa ho collaborato con Mario Somma, poi mi sono reso conto che nel mondo del calcio molti dei miei valori si sono persi. 25 anni fa c'era quello spirito di gruppo, la voglia di essere amici oltre che colleghi. Oggi vivo a Napoli, la mia città, e lavoro in un'azienda nel settore del fotovoltaico. Ogni tanto vado a vedere qualche partita nei dintorni, se vedo dei ragazzi interessanti li segnalo ad amici osservatori o che hanno delle scuole calcio. Ci sono oggi tanti ragazzi che fanno sacrifici per cercare di emergere, e poterli aiutare mi fa solo piacere".

Segue le vicende del campionato di Lega Pro? Come vede Sorrento e Barletta dopo questo complicato avvio di torneo?
"Non seguo molto da vicino, più che altro attraverso giornali e tv. Del Sorrento sapevo che avrebbero ridotto età media e budget quest'anno, idem per il Barletta. Hanno perso entrambe degli uomini importanti, e oggi pagano con classifiche che le vedono navigare in cattive acque: credo sia però il naturale dazio da pagare quando si hanno tanti giovani in rosa".

Domani sarà allo stadio "Italia" per Sorrento-Barletta? Per chi farà il tifo?
"A Sorrento ci vado spesso perchè ho dei parenti, e mi piacerebbe andare allo stadio domani per la partita, che ha un sapore quantomeno particolare per me. Ci sto pensando, non tiferò per nessuno, mi godrò la partita".

Siamo alla fine di questo nostro "angolo-amarcord": come vuole salutare tifosi e cittadini barlettani?
"Mi spiace per la situazione del Barletta, ma voglio ricordarvi che la fede è fede e non va mai persa. Fino a qualche anno fa il Barletta era nel calcio dilettantistico e ora è in Lega Pro, una categoria importante. Non abbattetevi perchè i momenti belli ritornano e il calore e la passione che una piazza come Barletta può trasmettere non potranno che giovare al raggiungimento di questi obiettivi. Un abbraccio affettuoso, Roberto Rovani".
(Twitter: @GuerraLuca88)
Fonte foto: empolicalcio.it

ANGOLO AMARCORD BARLETTA CALCIO- Precedenti puntate:

11 febbraio- Roberto Scarnecchia
6 marzo- Vincenzo Lanotte
1 giugno- Massimiliano Tangorra
2
0 giugno- Savino Daleno