Veronica Inglese: «2014 double-face, non so se andrò agli Europei»
Intervista alla campionessa italiana di cross, con un occhio a Borovets
venerdì 28 novembre 2014
Tante vittorie, ma anche due stop di differente natura (prima muscolare, poi una forte influenza): il 2014 di Veronica Inglese è stato dal duplice significato. Campionessa italiana assoluta sui 10mila metri con il tempo record di 32:25.76 siglato in maggio a Ferrara, al Tricolore di cross dopo il bronzo agli Assoluti di Verona all'esordio nella mezza maratona in 1h11:24 a marzo: questi i principali risultati di un'annata intensa per l'atleta allenata da Tonino Ferro. I dubbi per la partecipazione agli Europei di Cross, in programma a Borovets (Bulgaria) il 14 dicembre, non sono ancora stati sciolti dalla campionessa barlettana classe 1990, tesserata per il G.S. Esercito militare, che ai microfoni di BarlettaViva si racconta tra futuro e bilanci:
Veronica, che voto diamo a questo 2014?
«E' stato un 2014 tribolato, anzi direi double-face: è partito con la vittoria nel campionato italiano di cross e del titolo italiano nei 10mila metri in pista, unito alla partecipazione ai Mondiali nella Mezza Maratona. E' difficile avere costante continuità a questi livelli, in particolare nel mezzofondo, così basta un piccolo infortunio come quello capitato a me per farti saltare un po' i piani. Per quello ho deciso di lavorare per obiettivi».
Appunto, gli obiettivi. Quello del 14 dicembre resta valido?
«Non lo so ancora, sono tra i convocati per gli Europei ma con il mio allenatore stiamo valutando la mia forma: ho ripreso gli allenamenti a settembre e fino alla Deejay Ten di Milano sono stata davvero bene. Ora a causa della bronchite, ho perso quasi tre settimane di preparazione: al campionato europeo non voglio andare per fare numero, e puntavamo alle prime cinque posizioni dopo l'ottavo posto di un anno fa. Quindi ci prendiamo ancora qualche giorno e valuteremo: se non mi sentirò competitiva non parteciperò alla trasferta di Borovets. Io lo sport lo vivo così: ragiono sempre su questo. Posso dare il massimo a me e agli altri? Allora ci sono, altrimenti no. Anche la federazione lo sa. Se non vi prenderò parte, ci sarà modo nelle prossime edizioni».
I prossimi impegni nella tua agenda quali sono?
«A fine gennaio ho la Coppa Europa di cross, che è già dietro l'angolo. A marzo 2015 ci dovrebbero essere i Mondiali di corsa campestre, ai quali tengo molto. Ci saranno poi anche i campionati italiani di cross in quel periodo. Sarà un avvio di 2015 denso di impegni di caratura internazionale: per me saranno inclusi nella preparazione invernale, perché nel prossimo anno punteremo all'evento in programma ad agosto, appunto i Mondiali in pista sui 10mila metri. Tutto verterà su quella kermesse».
Barletta significa talenti ma anche latitanza di strutture: come siamo messi?
«Io continuo ad allenarmi a Bisceglie, non potendolo fare sulla pista di Barletta, che ha purtroppo perso elasticità e mette l'atleta a rischio infortuni. Inoltre, siamo sempre soggetti agli orari del calcio, una questione che persiste da anni: si parla sempre di tempi brevi per interventi sulla pista, ma così non si fa altro che allontanare gli atleti da Barletta. Bisognerebbe, secondo me, sfruttare il fatto che in città siamo in tanti a fare sport e creare le basi per far sì che sempre più bambini si affaccino all'atletica leggera. Penso al seguito che hanno i giochi della gioventù: le strutture sono però un tassello fondamentale. Se non abbiamo quelle, a che serve parlare di sogni come la Cittadella dello Sport? Abbiamo il liceo sportivo, ottima idea, ma serve migliorare a 360 gradi».
Anche perché allenarvi a Barletta per voi atleti è una molla emotiva in più.
«Assolutamente sì, i tifosi sono fondamentali: sono la nostra spinta oltre l'ostacolo, la soddisfazione al termine di una gara va condivisa con chi gioisce con te. Devo dire che allenandomi molto anche su strada, tra campagna e lungomare, i tifosi sono sempre vicini, leggono i miei risultati su BarlettaViva, mi fermano per complimentarsi: e questo è splendido. Le strutture saranno utili per i giovanissimi, lo sport ci forma nella vita di tutti i giorni».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Veronica, che voto diamo a questo 2014?
«E' stato un 2014 tribolato, anzi direi double-face: è partito con la vittoria nel campionato italiano di cross e del titolo italiano nei 10mila metri in pista, unito alla partecipazione ai Mondiali nella Mezza Maratona. E' difficile avere costante continuità a questi livelli, in particolare nel mezzofondo, così basta un piccolo infortunio come quello capitato a me per farti saltare un po' i piani. Per quello ho deciso di lavorare per obiettivi».
Appunto, gli obiettivi. Quello del 14 dicembre resta valido?
«Non lo so ancora, sono tra i convocati per gli Europei ma con il mio allenatore stiamo valutando la mia forma: ho ripreso gli allenamenti a settembre e fino alla Deejay Ten di Milano sono stata davvero bene. Ora a causa della bronchite, ho perso quasi tre settimane di preparazione: al campionato europeo non voglio andare per fare numero, e puntavamo alle prime cinque posizioni dopo l'ottavo posto di un anno fa. Quindi ci prendiamo ancora qualche giorno e valuteremo: se non mi sentirò competitiva non parteciperò alla trasferta di Borovets. Io lo sport lo vivo così: ragiono sempre su questo. Posso dare il massimo a me e agli altri? Allora ci sono, altrimenti no. Anche la federazione lo sa. Se non vi prenderò parte, ci sarà modo nelle prossime edizioni».
I prossimi impegni nella tua agenda quali sono?
«A fine gennaio ho la Coppa Europa di cross, che è già dietro l'angolo. A marzo 2015 ci dovrebbero essere i Mondiali di corsa campestre, ai quali tengo molto. Ci saranno poi anche i campionati italiani di cross in quel periodo. Sarà un avvio di 2015 denso di impegni di caratura internazionale: per me saranno inclusi nella preparazione invernale, perché nel prossimo anno punteremo all'evento in programma ad agosto, appunto i Mondiali in pista sui 10mila metri. Tutto verterà su quella kermesse».
Barletta significa talenti ma anche latitanza di strutture: come siamo messi?
«Io continuo ad allenarmi a Bisceglie, non potendolo fare sulla pista di Barletta, che ha purtroppo perso elasticità e mette l'atleta a rischio infortuni. Inoltre, siamo sempre soggetti agli orari del calcio, una questione che persiste da anni: si parla sempre di tempi brevi per interventi sulla pista, ma così non si fa altro che allontanare gli atleti da Barletta. Bisognerebbe, secondo me, sfruttare il fatto che in città siamo in tanti a fare sport e creare le basi per far sì che sempre più bambini si affaccino all'atletica leggera. Penso al seguito che hanno i giochi della gioventù: le strutture sono però un tassello fondamentale. Se non abbiamo quelle, a che serve parlare di sogni come la Cittadella dello Sport? Abbiamo il liceo sportivo, ottima idea, ma serve migliorare a 360 gradi».
Anche perché allenarvi a Barletta per voi atleti è una molla emotiva in più.
«Assolutamente sì, i tifosi sono fondamentali: sono la nostra spinta oltre l'ostacolo, la soddisfazione al termine di una gara va condivisa con chi gioisce con te. Devo dire che allenandomi molto anche su strada, tra campagna e lungomare, i tifosi sono sempre vicini, leggono i miei risultati su BarlettaViva, mi fermano per complimentarsi: e questo è splendido. Le strutture saranno utili per i giovanissimi, lo sport ci forma nella vita di tutti i giorni».
(Twitter: @GuerraLuca88)