Sesia e il Barletta: ricomincio da tre

L'allenatore biancorosso tra i segreti del dicembre d'oro

martedì 23 dicembre 2014
A cura di Luca Guerra
La vittoria del Barletta in quel di Foggia ha tanti padri e un'unica identità: la matrice è di Marco Sesia, allenatore partito in auge complici risultati e grinta messi in mostra dalla rosa, passato attraverso un autunno complicato da cinque sconfitte consecutive, rivitalizzato dal successo contro il Martina e infine arguto tattico e motivatore nel filotto positivo di tre vittorie, e che vittorie, che in casa biancorossa mancava in campionato da più di un anno e mezzo. Numeri da godere fino al 28 dicembre, quando è fissata la ripresa dei lavori sul campo.

Allo "Zaccheria" si è visto un gruppo, quello biancorosso, compatto e armonico in campo, guidato dalla panchina da un Sesia più vivo che mai, a fronte delle critiche recenti-anche ragionate visto l'ottobre rosso della squadra-che lo vedevano meno grintoso di quanto ci aveva abituato a vedere da calciatore, quando vestiva le divise di Torino e Ancona su tutte: a farne le spese anche la squadra, apparsa svuotata in alcune apparizioni, su tutte quella di Aprilia contro la Lupa Roma. Lui, predicatore del cuore-Toro ed ex ultras granata, l'aveva detto alla vigilia: «Dovremo essere umili e compatti, così si può fare risultato». Scacco matto, detto, fatto: due conclusioni in rete, una in fondo alla porta, e pochissimi spazi concessi al Foggia del temuto Iemmello, spauracchio biancorosso nei piani di De Zerbi, ridotto a inoffensivo ronzìo dalle parti di Liverani.

Dopo essere passato per i marosi del 3-4-3 e del 3-5-2, l'ex guida tecnica del RapalloBogliasco è tornato sui suoi passi, in quel 4-3-3 "monco" di una punta di ruolo ma denso di aggressività. Tre vittorie nelle ultime tre partite e una fiducia costante e crescente nei mezzi della squadra: sotto l'Albero di Natale il Barletta trova questa eredità, preziosa nel cammino salvezza che oggi vede le zone "pericolose" di classifica distanziate di cinque lunghezza. A Sesia e al suo staff il merito di aver blindato la difesa (la migliore del torneo a 14 gol subiti, con Salernitana e Foggia) e la rosa, compattando un organico esperto che aveva peccato di inattese ingenuità in passato. La sua corsa sotto la curva, scena vista solo a inizio stagione, in quel dello "Zaccheria" resta il fotogramma della vittoria più attesa. Magari ottenuta non attraverso la via della bellezza, ma grazie alla direttrice dell'efficacia, contornata da una perla come quella dipinta da Floriano: spada e non fioretto, è questo il Barletta di Sesia.
(Twitter: @GuerraLuca88)