Picci-Pignataro: storie di gol, passione e sacrificio in un calcio malato

Vicende parallele con protagonisti due bomber di Eccellenza pugliese

venerdì 7 febbraio 2020 10.36
A cura di Cosimo Campanella
Quella appena trascorsa dagli sportivi sull'asse Barletta-Trani è stata una domenica dai sentimenti forti. Una domenica caratterizzata da episodi che, pur non entrando nei vari almanacchi del football, resteranno per sempre scolpiti nella nostra memoria di umili tifosi di provincia.

Storie parallele. Storie con esiti sportivamente diversi, ma entrambe accomunate da passione sportiva e sofferenza fisica che hanno visto protagonisti due bomber di Eccellenza pugliese: Antonio Pignataro a Barletta e Antonio Giulio Picci a Trani.

Domenica pomeriggio abbiamo raccontato del magnifico gol di Pignataro in rovesciata che ha deciso Barletta – Otranto ma, persi dietro il mirabile gesto tecnico e atletico dell'attaccante brindisino, abbiamo colpevolmente trascurato quella sua corsa incerta e claudicante a ricevere l'abbraccio dei tifosi biancorossi. Poco dopo Pignataro è stato infatti costretto a uscire dal campo per il riacutizzarsi del dolore dovuto a quella fastidiosa microfrattura al piede sinistro. Una ricaduta che mette a forte dubbio la presenza di Pignataro nella difficile trasferta del Barletta 1922 a San Pietro in Lama contro la Deghi. Deve essere quindi stato questo il motivo del confronto a fine partita tra Pignataro e mister Massimiliano Tangorra, un siparietto conclusosi però con tanto di abbracci e pacche sulle spalle tra i due, vista comunque la grande importanza di questo eccesso di generosità dell'attaccante biancorosso.

L'altro fermo immagine che difficilmente i calciofili pugliesi dimenticheranno è quello del portiere dell'Audace Saverio Di Candia che sorregge lo sfortunato bomber tranese Antonio Picci. Quest'ultimo con la Vigor Trani sotto per 0-1 nel match casalingo contro l'Audace, come Pignataro, era entrato in campo nonostante un recente infortunio per poi subire dopo pochi minuti una dolorosa ricaduta a causa soprattutto di un manto erboso che definire pessimo sarebbe un gentile eufemismo. Ma oltre allo straordinario esempio di dedizione alla causa del trentaquattrenne attaccante barese, quel che ancor più risalta in questa sportivamente drammatica vicenda è la totale assenza di staff medico a bordo campo, con il portiere barlettano Di Candia costretto a improvvisarsi barelliere e ad accompagnare di peso a bordo campo il suo sfortunato collega che, ricordiamo, pur costretto a curare a proprie spese il suo infortunio muscolare ha praticamente forzato il suo allenatore a farlo entrare in campo "sulla fiducia". A tal proposito, eloquenti sono state le parole dell'allenatore della Vigor Trani Angelo Sisto, il quale è parso quasi imbarazzato da uno stato di cose dove non si sa se prendersela con la generosa imprudenza del suo giocatore o con l'assenza di uno staff medico degno di questo nome. Una situazione purtroppo non nuova nel calcio dilettantistico e non solo.

Una realtà, quella del calcio italiano, dove a calciatori i cui guadagni corrispondono più o meno al PIL di uno stato africano, fanno da contraltare intere categorie dilettantistiche, e non solo, dove è già un lusso pagarsi le trasferte. Una sperequazione non più tollerabile, che dura da un paio di decenni almeno, sulla quale nessuno (CONI e FIGC in primis) ha il coraggio mettere mano. Del resto quando non si va ai mondiali basta incolpare il Ventura di turno.