Giuseppe Pollidori: «Sono molto emozionato, speriamo di costruire un grande progetto»
La parola al nuovo presidente del Barletta 1922
giovedì 3 dicembre 2015
Si è presentato alla piazza nella serata di martedì nella conferenza stampa che ha dato il via all'avventura del nuovo Barletta 1922. In tale occasione ha manifestato tutta la volontà di fare bene per dar vita ad un progetto lungo, duraturo e vincente che riporti il Barletta dove merita. Stiamo parlando di Giuseppe Pollidori, immobiliarista barlettano e nuovo n. 1 della società biancorossa. Con lui abbiamo fatto una lunga chiacchierata per cercare di comprendere meglio gli aspetti di questo nuovo progetto.
Presidente che emozioni le ha lasciato la serata della presentazione?
«Essere presidente del Barletta calcio è una grande emozione e mi auguro di riuscire con queste emozioni a costruire un grande progetto. Io in questa nuova avventura sto mettendo la faccia e il mio obiettivo è costruire qualcosa di importante per questa città che non può vivere in una realtà come l'Eccellenza e deve assolutamente riemergere. Speriamo di fare qualcosa di importante, ma andiamo avanti a piccoli passi».
A proposito di progetto, ci può dire chi ne fa parte in maniera compiuta? Chi sono i componenti di questa cordata?
«Ci sono io, Pino Pollidori. Poi c'è il vice-presidente Peppino De Nicolò che ha una grande esperienza in quel di Molfetta e ci è venuto a dare una mano qui. Poi ancora, ci sono una serie di imprenditori come Mimmo Zingrillo, Vincenzo Bellino e Ruggiero Cristallo con quest'ultimo che è la faccia dell'imprenditoria barlettana. Con questi amici vogliamo fare qualcosa di nuovo nel calcio, dare un'immagine nuova e trasparente».
La compagine è aperta all'ingresso di ulteriori forze imprenditoriali?
«La nostra porta è aperta a tutti gli imprenditori che vogliono fare calcio serio e concreto. Se vogliono stare con noi devono essere sulla nostra stessa lunghezza d'onda per costruire qualcosa di diverso insieme».
L'amministrazione comunale ha avuto un ruolo nella formazione di questa cordata?
«In realtà, io e gli amici della cordata ci siamo interfacciati dopo le dimissioni del vecchio presidente e della vecchia dirigenza, poi è subentrata l'amministrazione che spero faccia la sua parte. Ci siamo resi conto che questo Barletta si sarebbe smembrato e sarebbero andati via tutti. Ora si apre il mercato e i ragazzi giustamente avendo problematiche economiche potevano scegliere altre strade. Noi speriamo quindi di portare avanti questo progetto fino ad aprile con l'auspicio di ottenere risultati importanti».
Per quel che riguarda la questione stadio, qual è il vostro piano?
«Noi vogliamo innanzitutto ritornare a Barletta. Che sia "Puttilli" o "Manzi-Chiapulin" il nostro primo obiettivo è quello di tornare a fare calcio a Barletta».
La dirigenza uscente avrà un ruolo in questo nuovo progetto?
«Ho avuto colloqui con tutti i ragazzi della vecchia dirigenza e mi auguro che continuino a far parte di questo progetto perchè davvero hanno dato tanto».
La squadra sarà rinforzata con degli interventi mirati atti a potenziare un gruppo già soddisfacente?
«Ho conosciuto in sede di presentazione il direttore sportivo Frascati e il mister Pizzulli. In questi giorni faremo dei colloqui che ci porteranno poi a passi importanti, capiremo la loro volontà e poi capiremo anche in base al budget a disposizione come potremo agire».
Possiamo affermare che questo sia l'inizio di un progetto solido e lungimirante?
«Ce lo auguriamo, ce lo auguriamo davvero».
Presidente che emozioni le ha lasciato la serata della presentazione?
«Essere presidente del Barletta calcio è una grande emozione e mi auguro di riuscire con queste emozioni a costruire un grande progetto. Io in questa nuova avventura sto mettendo la faccia e il mio obiettivo è costruire qualcosa di importante per questa città che non può vivere in una realtà come l'Eccellenza e deve assolutamente riemergere. Speriamo di fare qualcosa di importante, ma andiamo avanti a piccoli passi».
A proposito di progetto, ci può dire chi ne fa parte in maniera compiuta? Chi sono i componenti di questa cordata?
«Ci sono io, Pino Pollidori. Poi c'è il vice-presidente Peppino De Nicolò che ha una grande esperienza in quel di Molfetta e ci è venuto a dare una mano qui. Poi ancora, ci sono una serie di imprenditori come Mimmo Zingrillo, Vincenzo Bellino e Ruggiero Cristallo con quest'ultimo che è la faccia dell'imprenditoria barlettana. Con questi amici vogliamo fare qualcosa di nuovo nel calcio, dare un'immagine nuova e trasparente».
La compagine è aperta all'ingresso di ulteriori forze imprenditoriali?
«La nostra porta è aperta a tutti gli imprenditori che vogliono fare calcio serio e concreto. Se vogliono stare con noi devono essere sulla nostra stessa lunghezza d'onda per costruire qualcosa di diverso insieme».
L'amministrazione comunale ha avuto un ruolo nella formazione di questa cordata?
«In realtà, io e gli amici della cordata ci siamo interfacciati dopo le dimissioni del vecchio presidente e della vecchia dirigenza, poi è subentrata l'amministrazione che spero faccia la sua parte. Ci siamo resi conto che questo Barletta si sarebbe smembrato e sarebbero andati via tutti. Ora si apre il mercato e i ragazzi giustamente avendo problematiche economiche potevano scegliere altre strade. Noi speriamo quindi di portare avanti questo progetto fino ad aprile con l'auspicio di ottenere risultati importanti».
Per quel che riguarda la questione stadio, qual è il vostro piano?
«Noi vogliamo innanzitutto ritornare a Barletta. Che sia "Puttilli" o "Manzi-Chiapulin" il nostro primo obiettivo è quello di tornare a fare calcio a Barletta».
La dirigenza uscente avrà un ruolo in questo nuovo progetto?
«Ho avuto colloqui con tutti i ragazzi della vecchia dirigenza e mi auguro che continuino a far parte di questo progetto perchè davvero hanno dato tanto».
La squadra sarà rinforzata con degli interventi mirati atti a potenziare un gruppo già soddisfacente?
«Ho conosciuto in sede di presentazione il direttore sportivo Frascati e il mister Pizzulli. In questi giorni faremo dei colloqui che ci porteranno poi a passi importanti, capiremo la loro volontà e poi capiremo anche in base al budget a disposizione come potremo agire».
Possiamo affermare che questo sia l'inizio di un progetto solido e lungimirante?
«Ce lo auguriamo, ce lo auguriamo davvero».