Eccellenza pugliese 2020/2021: che campionato vedremo alla ripresa?

Quale futuro per il calcio dilettantistico dopo l’ennesimo stop per Covid

domenica 20 dicembre 2020
A cura di Cosimo Campanella
Sono giorni molto tristi per il calcio quelli che stiamo vivendo, specialmente per chi da tempo ha passato la fatidica soglia degli "anta". Questo stramaledetto 2020 ne giro di qualche settimana ci ha portato via due campioni assoluti: prima l'alieno Diego Armando Maradona, e poi Paolo Rossi, l'eroe calcistico per eccellenza della nostra generazione.

Giocatori straordinari che sono stati giustamente ricordati anche sulle pagine social di tutte le compagini che militano nel campionato di Eccellenza pugliese. Tutto questo a testimonianza di un sogno, quello di provare ad emulare i grandi campioni, che era e resta sempre vivo anche nei campi più sperduti della provincia pugliese. Un amore verso questo sport che nasce e cresce su terreni di gioco e strutture sportive spesso al limite della decenza umana che purtroppo è tutt'altro che ricambiato da parte del cosiddetto "grande calcio": quello che a partire dalla sciagurata sentenza Bosman - della quale proprio in questi giorni ricorre il 25esimo anniversario – ha fatto strame del calcio cosiddetto minore per lasciar spazio spesso e volentieri a mediocri manovali del pallone provenienti da ogni angolo dell'orbe terraqueo.

Per farsi un'idea di tutto ciò ci è sufficiente guardare alla attuale situazione delle società della cosiddetta "Premier League" (sic) pugliese sulla quale aleggiano misteri ed incertezze non soltanto sulla data della ripresa ma, nonostante le pubbliche smentite, anche sul format della stagione.

La ripresa degli allenamenti, al momento, è fissata per gennaio, mentre il torneo dovrebbe riprendere la prima domenica di febbraio. Già, ma come? Con quale format visto che gira ad esempio la voce di disputare il solo girone di andata per poi lasciare spazio ai play off? Ok, questa voce pare sia stata categoricamente smentita direttamente dalla Lega Nazionale Dilettanti, ma il solo fatto che tale ipotesi ancora circola, comunque ci porta a dedurre che quanto meno sia stata vagliata ai piani alti del calcio dilettantistico. Questo per dimostrare una volta ancora, qualora ve ne fosse bisogno, la scarsissima considerazione della quale "gode" in Italia il cosiddetto calcio minore.

Ma soprattutto in quali condizioni e con quale spirito riprenderanno la stagione le squadre partecipanti a quel torneo con format da dopolavoro ferroviario che corrisponde al nome di campionato di Eccellenza pugliese?

Volendo essere egoisti ci basterebbe constatare che tutte queste vicissitudini influiranno poco o nulla sulle compagini barlettane, ma altrove le conseguenze dello stop da Covid, unite alla proverbiale e pluridecennale sciatteria con la quale i vertici federali gestiscono il calcio dilettantistico, rischiano di avere effetti molto pesanti. Un esempio per tutti è quello dell'ex capitano del Corato Vicedomini, che proprio in questi giorni allo stop forzato ha preferito trasferirsi in Serie D al Gravina. E che dire del Città di Mola, che ha dovuto dire addio agli ex Barletta Rana e Sguera, due degli elementi più rappresentativi della rosa? Per non parlare dell'Atletico Vieste, che dopo il licenziamento dell'allenatore Bonetti ha affidato la squadra al suo ex capitano Sollitto, protagonista in campo solo un mese e mezzo fa? Tutto questo senza citare i cronici problemi economici che assillano formazioni come ad esempio la Vigor Trani e l'Alto Tavoliere San Severo con tutte le altre che certo non navigano nell'oro.

Lo ripeteremo sino alla noia, chi concepisce il calcio dilettantistico come un inutile passatempo del quale si potrebbe fare tranquillamente a meno (tanto c'è Sky) non ha capito (o non vuole capire) che dietro quell' "inutile passatempo" non ci sono i Cristiano Ronaldo, i Lukaku o gli Ibrahimovic, ma spessissimo gente a cui da un mese e mezzo (i più fortunati, s'intende) viene a mancare l'unica fonte di reddito, senza trascurare inoltre i mancati introiti per i vari comuni, derivanti dalla sospensione dei fitti attivi.

Ripetiamo, come barlettani egoisticamente siamo ben consci che prima o poi il Barletta 1922 riuscirà ad uscire dalle sabbie mobili dell'Eccellenza e a tornare a categorie più consone al suo blasone. Ma da appassionati di calcio non dobbiamo che augurarci il meglio per le cosiddette realtà minori, per i tanti ragazzi che trasudano passione vera sui campetti di periferia. Del resto basta guardare e riguardare i filmati e le foto di Paolo Rossi e Diego Armando Maradona bambini che danno calci ad un pallone su terreni di fango e polvere per rendersi conto che i campioni nascono e crescono lì e che stadi come San Siro, l'Olimpico, l'Allianz, il Camp Nou o il Bernabeu non rappresentano che lo step finale di un percorso che per tutti ha inizio laddove l'arbitro viene ancora chiamato "Signore"… altro che VAR.