"Catanzaro sotto la curva", un urlo di ammirazione e qualche riflessione

La curva biancorossa a fine partita chiama i calciatori ospiti

martedì 15 aprile 2014 0.45
A cura di Adriano Antonucci
Il pubblico biancorosso, si sa, abbiamo avuto modo di apprezzarlo in tutti questi anni, non è un pubblico banale. Il tifoso biancorosso, è caldo, colorato, appassionato, capace di gesti goliardici come quello di esultare a dei gol che non arrivano per rimarcarne la mancanza o di intonare canzoncine per evocare una vittoria che non arriva mai. In questi ultimi due anni, la curva nord e lo stadio tutto, hanno dovuto dare fondo a tutta la passione e l'amore per la maglia per rimanere al fianco di una squadra che in cambio ha restituito quasi sempre delusioni, salvo una piccola parentesi, seppure di grande importanza, datata 2 giugno 2013.

Domenica pomeriggio, i tifosi biancorossi hanno dimostrato ancora una volta la loro essenza, la loro particolarità. Al termine della sfida al Catanzaro, dopo la sesta sconfitta consecutiva, dalla Nord si è levato il coro: "Catanzaro sotto la curva". Un gesto particolare, poichè non è certo consueto sentire una curva inneggiare alla squadra avversaria. Ma perchè tutto questo? Provando a darci una spiegazione è facile immaginare la volontà di voler onorare una volta di più il trentennale e splendido gemellaggio con il sodalizio calabrese, augurando alla squadra giallorossa di raggiungere il proprio obiettivo. Ed allora, dopo il polverone della scorsa settimana, con il "caso Di Bella" sbattuto in prima pagina dalla stampa nazionale, i tifosi biancorossi hanno dimostrato la loro vera natura nell'ennesima giornata amara di questo campionato.

E pensare, che quella di domenica, doveva essere la giornata dell' "orgoglio biancorosso", nel rettangolo verde di orgoglio non c'è stata davvero traccia. La squadra ha offerto la solita prestazione pietosa al cospetto di 1.700 cuori pulsanti che per l'ennesima volta hanno voluto dar prova della propria fede a testa alta e che per l'ennesima volta sono stati traditi. Chissà cosa avranno pensato i "nostri" calciatori nel veder la propria curva onorare un avversario leale, un avversario che onora la propria maglia e che regala ai propri tifosi un qualcosa che a queste latitudini ormai non si vede da tempo. Si saranno resi conto di quello che è stata per la propria curva questa stagione? Chissà, forse non lo sapremo mai. Ormai manca una sola partita da disputare in quella che è ormai è stata ribattezzata la "via crucis" 2013-2014 del Barletta calcio e, quale che sia il futuro della squadra, questa stagione sarà ricordata come una delle più nere, se non la più nera del sodalizio di via Vittorio Veneto nel calcio professionistico, una stagione nella quale chi è sceso in campo non ha mai provato l' "orgoglio di essere biancorosso".