Barletta, oggi Tatò al "Puttilli": verso quale futuro?
In compagnia di Angelozzi e Alberti, davanti ancora uno spettacolo indegno
domenica 13 aprile 2014
19.45
In un pomeriggio calcistico che di orgoglioso ha visto solo il pubblico sugli spalti ma non gli attori (protagonisti da agosto della pellicola più brutta della storia del Barletta "pro") in campo, con un Barletta Calcio insufficiente e sconfitto per la 17esima volta in stagione, nel "Cosimo Puttilli" uno dei motivi di maggiore attenzione per platea e stampa è stato il ritorno in tribuna d'onore (dove c'era anche il sindaco Pasquale Cascella) del presidente biancorosso Roberto Tatò, assente dal 16 marzo, nello 0-2 contro il Gubbio e prima ancora non pervenuto sugli spalti dell'impianto sportivo cittadino da Barletta-Lecce 0-1, secondo turno eliminatorio di Coppa Italia Lega Pro, del 23 ottobre 2013. Oggi il numero uno di via Vittorio Veneto, dimissionario a partire dal 30 giugno 2014- come annunciato il 21 novembre 2013, è tornato a vedere la squadra, affiancato da ds e allenatore del Bari, Guido Angelozzi e Roberto Alberti, in un "Puttilli" ridestatosi solo per celebrare la giornata dell'orgoglio biancorosso e poi nel finale per invitare i calciatori- quelli del Catanzaro-sotto la curva.
"Il Barletta Calcio è il mio amore, ma l'amore è eterno finchè dura". Così Tatò aveva virtualmente salutato la piazza quel 21 novembre, dopo anni conditi da tante promesse, altrettanti errori e soldi investiti. Nel mezzo fino ad oggi tanti abboccamenti, poche trattative degne di tal nome, tante richieste di sostegno indirizzate verso ambiente e classe politica barlettana: all'orizzonte potrebbe esserci una cordata di imprenditori locali, nel futuro una conferenza multi-partisan a cui saranno invitati tifosi, amministrazione e società, nel mirino l'obiettivo di salvare economicamente il Barletta Calcio e cercare di garantire un prosieguo con il pallone- e non nel pallone- al sodalizio biancorosso. Oggi l'esito del campo per l'ennesima volta non ha dato i frutti sperati, ma è tempo di pensare alla prossima stagione.
Davanti a una realtà che ha visto il Barletta ancora una volta vittima sacrificale dell'avversario di turno, paradossalmente il fatto di non avere più interessi sul campo può essere un "bonus" per un club che ha bisogno di riorganizzarsi dalle radici. Oggi il presidente avrà assistito all'ennesima disfatta, e chissà quanti pensieri gli saranno passati per la mente: questo è il risultato di un anno sportivo vissuto navigando "a vista", senza capo nè coda. Da non ripetere mai più, ammesso sempre che si superi lo scoglio del 30 giugno, ma l'ipotesi opposta la Barletta calcistica non vuole nemmeno immaginarla oggi. E vien da sperare che non voglia pensarlo nemmeno Tatò...
(Twitter: @GuerraLuca88)
"Il Barletta Calcio è il mio amore, ma l'amore è eterno finchè dura". Così Tatò aveva virtualmente salutato la piazza quel 21 novembre, dopo anni conditi da tante promesse, altrettanti errori e soldi investiti. Nel mezzo fino ad oggi tanti abboccamenti, poche trattative degne di tal nome, tante richieste di sostegno indirizzate verso ambiente e classe politica barlettana: all'orizzonte potrebbe esserci una cordata di imprenditori locali, nel futuro una conferenza multi-partisan a cui saranno invitati tifosi, amministrazione e società, nel mirino l'obiettivo di salvare economicamente il Barletta Calcio e cercare di garantire un prosieguo con il pallone- e non nel pallone- al sodalizio biancorosso. Oggi l'esito del campo per l'ennesima volta non ha dato i frutti sperati, ma è tempo di pensare alla prossima stagione.
Davanti a una realtà che ha visto il Barletta ancora una volta vittima sacrificale dell'avversario di turno, paradossalmente il fatto di non avere più interessi sul campo può essere un "bonus" per un club che ha bisogno di riorganizzarsi dalle radici. Oggi il presidente avrà assistito all'ennesima disfatta, e chissà quanti pensieri gli saranno passati per la mente: questo è il risultato di un anno sportivo vissuto navigando "a vista", senza capo nè coda. Da non ripetere mai più, ammesso sempre che si superi lo scoglio del 30 giugno, ma l'ipotesi opposta la Barletta calcistica non vuole nemmeno immaginarla oggi. E vien da sperare che non voglia pensarlo nemmeno Tatò...
(Twitter: @GuerraLuca88)