Barletta, la Torre pende dalla tua parte nel 2013
Dopo il successo sul Pisa, Novelli riscopre un "undici" compatto e maturo
lunedì 21 gennaio 2013
1.09
La prima volta non si scorda mai
Diciamoci la verità. Non ne potevamo più di raccontare di un Barletta ingenuo in casa, di tabù- "Puttilli", di campo di casa maledetto, di squadra che rende meglio in trasferta, di undici privo di personalità. Diciamoci la verità: volevamo raccontare di una vittoria ottenuta sudando, combattendo, lottando, badando più al sodo che ad essere belli e a disegnare svolazzi. Diciamoci la verità: dopo tanti pungolii, ci aspettavamo da Jacopo Dezi, talentino sin qui spesso inespresso e giunto dal Napoli con ampie credenziali, il colpo di genio, lo scatto risolutore, la giocata che cambia la sfida. Diciamoci la verità: prima di Barletta-Pisa in tanti avevano buone sensazioni, come non mai in questa sin qui maledetta stagione a tinte biancorosse, ma nessuno- vuoi per scaramanzia, vuoi per professionalità- aveva potuto dirlo. Diciamoci la verità: l'1-0 ottenuto ieri dal Barletta Calcio sul Pisa sul terreno del "Cosimo Puttilli" ha rappresentato una novità, non solo perché i tre punti in casa non li avevamo ancora visti in stagione, ma soprattutto perché per la prima volta il Barletta mette alle sue spalle due squadre, Carrarese e Sorrento, in classifica, e all'ombra di Eraclio si inizia a pensare a una "pazza" idea: la salvezza. E la Torre, visto che siamo in tema, finalmente pende dal lato a tinte bianche e rosse.
Nove lunghissimi mesi...
29 aprile 2012- 20 gennaio 2013: ci sono voluti nove mesi, il tempo di una gestazione, per "partorire" un altro successo sul terreno del "Cosimo Puttilli". L'ultimo sorriso biancorosso era arrivato contro la Carrarese, in un 2-0 di fine stagione che rappresentò solo l'illusione verso la maledetta partita di Piacenza, dove i playoff svanirono di colpo. Ieri, al nono tentativo in campionato- il decimo considerando anche la Tim Cup- è tornata la vittoria, tanto sofferta quanto cercata, come il boato scatenatosi sugli spalti al centro di Dezi ha testimoniato. L'ovvia speranza è che non passi un lasso di tempo tanto lungo fino al prossimo successo interno: la salvezza passa soprattutto per il terreno di casa, e i sei incontri che il Barletta giocherà di qui alla fine del torneo sul prato del "Puttilli" saranno autentici match-points.
Dezi "non ci sente" e infrange il tabù-Pisa
Ha colpito molti tifosi biancorossi l'esultanza rabbiosa di Jacopo Dezi: dopo il centro del vantaggio, il fantasista biancorosso si è avvicinato alla tribuna centrale, gesticolando intorno alle orecchie come a dire "non vi sento". Una reazione ai tanti fischi ricevuti dopo diverse prestazioni sottotono, ma l'esuberanza, se in futuro sarà corroborata da altre prestazioni di livello, è già dimenticata. La rete del 20enne di Atri, oltre a essere determinante per la malandata classifica biancorossa, ha mutato l'equilibrio che sin qui permaneva negli scontri con i nerazzurri toscani. Il bilancio dei precedenti scontri fra Barletta e Pisa era fino a ieri inequivocabile: sette partite, sette pareggi. Al "Puttilli" tra il 1979 e il 2010 erano arrivati tre segni "X", uno 0-0 e due 1-1. Da ieri il numero 0 resta solo alla voce "vittorie Pisa". L'1-0 di ieri era però risultato attendibile stando alla valutazione del recente rendimento delle due squadre: nella classifica degli ultimi 5 incontri il Pisa era 14esimo con 4 punti, uno in meno del Barletta 11esimo. Classifiche agli antipodi dopo la sfida del "Puttilli", con il Barletta che ha cambiato marcia nel 2013.
Filotto, se non fosse stato per Fioretti e Maresca: ma è cambiata l'anima
Dal ritorno in panchina, datato 22 dicembre, Raffaele Novelli ha ottenuto due vittorie, un pareggio e una sconfitta alla guida dei biancorossi. Dal 2-2 contro il Benevento, alla beffarda sconfitta contro il Catanzaro (0-1) fino ai due successi su Perugia e Pisa: sette punti in quattro partite, 1.75/partita, media quadruplicata rispetto al Novelli "Parte Prima" (3 punti in 8 gare). Una questione non solo di interpreti, ma anche di cura dei particolari, come spiegato dallo stesso allenatore salernitano nel post-partita ("Ho visto la qualità del lavoro durante la settimana, ora siamo più attenti sui piccoli dettagli"). L'impressione è che i ragazzi biancorossi abbiano finalmente capito che non si può più sbagliare, che bisogna mettere da parte il fioretto e affondare la spada: il risultato, se non fosse stato per il rigore di Fioretti e l'inopinata direzione del signor Maresca nel ko contro il Catanzaro, sarebbe stato un mini-filotto. Ma anche così il nuovo Barletta può essere contento della ripartenza. Senza illudersi che due vittorie abbiano risolto di colpo le lacune della rosa: sarebbe delittuoso e ingenuo farlo e non operare adeguatamente in sede di mercato di riparazione.
Il fattore "P" e una difesa finalmente solida
Alzino la mano quanti avrebbero puntato sull'accoppiata "2/1" in schedina tra la trasferta del "Renato Curi" e la sfida di ieri al Pisa, match che hanno opposto i biancorossi a due squadre costruite per arrivare molto in alto nel girone B di Prima Divisione Lega Pro. Il Barletta ci arrivava con le ossa rotte, ma ha superato a pieni voti il "Fattore P", dimostrando che il vento, pur tardivamente, è cambiato e mettendo in mostra una sicurezza mai vista sin qui nel torneo. Il dato più evidente della metamorfosi biancorossa riguarda il reparto arretrato: autentica nota dolente nei primi 16 incontri, con 26 reti al passivo, finalmente imbattuta negli ultimi 180': effetto della variazione di modulo, con il passaggio al 4-2-3-1, schema che permette di aggredire prima e meglio la manovra avversaria senza sguarnire la difesa in particolare sulle corsie laterali, e della crescita di Burzigotti nei panni di leader arretrato. Le prestazioni del gigante di Sansepolcro, ieri insuperabile e guida per i compagni di fronte agli attacchi finali, stanno finalmente ricordando quelle del difensore che aveva conquistato con profitto la serie B, e i compagni, da Romeo a Calapai passando per De Leidi, ne giovano. Se ci aggiungiamo un Liverani pungolato al meglio dalle voci di mercato, il borsino è in evidente salita.
"Resta solo chi se la sente": gruppo più coeso
"Dovrò parlare con tutti i calciatori e capire quanti di loro vogliono effettivamente lottare per la causa del Barletta in questo complicato cammino". Parole del ds Gabriele Martino all'atto del suo insediamento, il 3 gennaio, alle quali hanno fatto seguito i fatti con ben sei esclusioni eccellenti (cinque, considerando che Ferreira si è di fatto auto-escluso) in seno al sodalizio di Via Veneto. Anche ieri, come a Perugia, i vari Vacca, Castellani, Petterini, Simoncelli, Angeletti sono rimasti fuori dall'elenco dei convocati pur essendo disponibili: "Stanno lavorando in via differenziata- ha ammesso Martino nel post-partita- se non troveranno sistemazione fino al 31 gennaio, il primo febbraio ci ritroveremo per ridiscutere le loro posizioni. Loro vogliono andar via, e noi gli abbiamo dato il via libera". Legare le esclusioni dei cinque calciatori alle due vittorie biancorosse sarebbe facile quanto utilitaristico: più semplicemente, il Barletta ha preferito puntare solo su chi fosse davvero motivato a restare e lottare nella complessa situazione del sodalizio biancorosso. Chi non se la sente, può trovarsi un'altra sistemazione: in via Veneto questo cartello resterà attivo fino al 31 gennaio.
Stop al campionato, via alle contrattazioni
L'1-0 contro il Pisa traghetta i biancorossi verso acque meno agitate, ma comunque molto mosse, alla pausa del torneo. Stop sul rettangolo verde, accelerazione in sede di mercato, dove il ds Martino e il presidente Tatò sono chiamati all'atto di rafforzamento e snellimento della rosa di qui al 31 gennaio, data ultima per le contrattazioni all'Ata Hotel di Milano. Domenica 27 gennaio non si va in campo, e il prossimo impegno stagionale è datato 3 febbraio, quando il Barletta sarà ospite del "San Francesco" di Nocera Inferiore. Proprio dalla città campana potrebbe arrivare un rinforzo per la retroguardia: parliamo del 24enne Ciro De Franco. I biancorossi sono alla ricerca di un difensore centrale, il calciatore non trova spazio con Auteri, e la presenza del ds della Nocerina Marcello Pitino ieri al "Puttilli" potrebbe rappresentare un indizio per la trattativa. Per il ruolo sembra però ancora in vantaggio Migliaccio ("volendo migliorare il reparto arretrato e volendosi affidare a uomini di esperienza, Migliaccio ha quelle caratteristiche, ma non è il solo" ha spiegato Martino in conferenza stampa), mentre sembra fatta per l'arrivo del portiere Bremec in prestito dal Grosseto (Martino sul tema ha spiegato che "siccome Pane ha più volte richiesto di essere ceduto, è evidente che anche in quel ruolo dobbiamo cercare un giocatore di spessore, come appunto Bremec. A giorni ci sarà qualche ufficialità"). A centrocampo si guarda sempre a Velardi (Como) e Bombagi (Reggina), mentre per la maglia numero "9" gli obiettivi restano lo svincolato Zizzari, Germinale (Benevento) e Tozzi Borsoi (Perugia). In uscita, oltre ai calciatori già citati, vi sono Pane, che ha chiesto la cessione, e appare in bilico la posizione di Mazzarani, offerto a L'Aquila. Questo il quadro, che di qui al 31 può essere stravolto. Quello che non deve cambiare è la rotta del Barletta, che ora guarda per la prima volta, seppur timidamente, alla salvezza. E ci sia concesso, per una volta, di esagerare con l'ottimismo.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Diciamoci la verità. Non ne potevamo più di raccontare di un Barletta ingenuo in casa, di tabù- "Puttilli", di campo di casa maledetto, di squadra che rende meglio in trasferta, di undici privo di personalità. Diciamoci la verità: volevamo raccontare di una vittoria ottenuta sudando, combattendo, lottando, badando più al sodo che ad essere belli e a disegnare svolazzi. Diciamoci la verità: dopo tanti pungolii, ci aspettavamo da Jacopo Dezi, talentino sin qui spesso inespresso e giunto dal Napoli con ampie credenziali, il colpo di genio, lo scatto risolutore, la giocata che cambia la sfida. Diciamoci la verità: prima di Barletta-Pisa in tanti avevano buone sensazioni, come non mai in questa sin qui maledetta stagione a tinte biancorosse, ma nessuno- vuoi per scaramanzia, vuoi per professionalità- aveva potuto dirlo. Diciamoci la verità: l'1-0 ottenuto ieri dal Barletta Calcio sul Pisa sul terreno del "Cosimo Puttilli" ha rappresentato una novità, non solo perché i tre punti in casa non li avevamo ancora visti in stagione, ma soprattutto perché per la prima volta il Barletta mette alle sue spalle due squadre, Carrarese e Sorrento, in classifica, e all'ombra di Eraclio si inizia a pensare a una "pazza" idea: la salvezza. E la Torre, visto che siamo in tema, finalmente pende dal lato a tinte bianche e rosse.
Nove lunghissimi mesi...
29 aprile 2012- 20 gennaio 2013: ci sono voluti nove mesi, il tempo di una gestazione, per "partorire" un altro successo sul terreno del "Cosimo Puttilli". L'ultimo sorriso biancorosso era arrivato contro la Carrarese, in un 2-0 di fine stagione che rappresentò solo l'illusione verso la maledetta partita di Piacenza, dove i playoff svanirono di colpo. Ieri, al nono tentativo in campionato- il decimo considerando anche la Tim Cup- è tornata la vittoria, tanto sofferta quanto cercata, come il boato scatenatosi sugli spalti al centro di Dezi ha testimoniato. L'ovvia speranza è che non passi un lasso di tempo tanto lungo fino al prossimo successo interno: la salvezza passa soprattutto per il terreno di casa, e i sei incontri che il Barletta giocherà di qui alla fine del torneo sul prato del "Puttilli" saranno autentici match-points.
Dezi "non ci sente" e infrange il tabù-Pisa
Ha colpito molti tifosi biancorossi l'esultanza rabbiosa di Jacopo Dezi: dopo il centro del vantaggio, il fantasista biancorosso si è avvicinato alla tribuna centrale, gesticolando intorno alle orecchie come a dire "non vi sento". Una reazione ai tanti fischi ricevuti dopo diverse prestazioni sottotono, ma l'esuberanza, se in futuro sarà corroborata da altre prestazioni di livello, è già dimenticata. La rete del 20enne di Atri, oltre a essere determinante per la malandata classifica biancorossa, ha mutato l'equilibrio che sin qui permaneva negli scontri con i nerazzurri toscani. Il bilancio dei precedenti scontri fra Barletta e Pisa era fino a ieri inequivocabile: sette partite, sette pareggi. Al "Puttilli" tra il 1979 e il 2010 erano arrivati tre segni "X", uno 0-0 e due 1-1. Da ieri il numero 0 resta solo alla voce "vittorie Pisa". L'1-0 di ieri era però risultato attendibile stando alla valutazione del recente rendimento delle due squadre: nella classifica degli ultimi 5 incontri il Pisa era 14esimo con 4 punti, uno in meno del Barletta 11esimo. Classifiche agli antipodi dopo la sfida del "Puttilli", con il Barletta che ha cambiato marcia nel 2013.
Filotto, se non fosse stato per Fioretti e Maresca: ma è cambiata l'anima
Dal ritorno in panchina, datato 22 dicembre, Raffaele Novelli ha ottenuto due vittorie, un pareggio e una sconfitta alla guida dei biancorossi. Dal 2-2 contro il Benevento, alla beffarda sconfitta contro il Catanzaro (0-1) fino ai due successi su Perugia e Pisa: sette punti in quattro partite, 1.75/partita, media quadruplicata rispetto al Novelli "Parte Prima" (3 punti in 8 gare). Una questione non solo di interpreti, ma anche di cura dei particolari, come spiegato dallo stesso allenatore salernitano nel post-partita ("Ho visto la qualità del lavoro durante la settimana, ora siamo più attenti sui piccoli dettagli"). L'impressione è che i ragazzi biancorossi abbiano finalmente capito che non si può più sbagliare, che bisogna mettere da parte il fioretto e affondare la spada: il risultato, se non fosse stato per il rigore di Fioretti e l'inopinata direzione del signor Maresca nel ko contro il Catanzaro, sarebbe stato un mini-filotto. Ma anche così il nuovo Barletta può essere contento della ripartenza. Senza illudersi che due vittorie abbiano risolto di colpo le lacune della rosa: sarebbe delittuoso e ingenuo farlo e non operare adeguatamente in sede di mercato di riparazione.
Il fattore "P" e una difesa finalmente solida
Alzino la mano quanti avrebbero puntato sull'accoppiata "2/1" in schedina tra la trasferta del "Renato Curi" e la sfida di ieri al Pisa, match che hanno opposto i biancorossi a due squadre costruite per arrivare molto in alto nel girone B di Prima Divisione Lega Pro. Il Barletta ci arrivava con le ossa rotte, ma ha superato a pieni voti il "Fattore P", dimostrando che il vento, pur tardivamente, è cambiato e mettendo in mostra una sicurezza mai vista sin qui nel torneo. Il dato più evidente della metamorfosi biancorossa riguarda il reparto arretrato: autentica nota dolente nei primi 16 incontri, con 26 reti al passivo, finalmente imbattuta negli ultimi 180': effetto della variazione di modulo, con il passaggio al 4-2-3-1, schema che permette di aggredire prima e meglio la manovra avversaria senza sguarnire la difesa in particolare sulle corsie laterali, e della crescita di Burzigotti nei panni di leader arretrato. Le prestazioni del gigante di Sansepolcro, ieri insuperabile e guida per i compagni di fronte agli attacchi finali, stanno finalmente ricordando quelle del difensore che aveva conquistato con profitto la serie B, e i compagni, da Romeo a Calapai passando per De Leidi, ne giovano. Se ci aggiungiamo un Liverani pungolato al meglio dalle voci di mercato, il borsino è in evidente salita.
"Resta solo chi se la sente": gruppo più coeso
"Dovrò parlare con tutti i calciatori e capire quanti di loro vogliono effettivamente lottare per la causa del Barletta in questo complicato cammino". Parole del ds Gabriele Martino all'atto del suo insediamento, il 3 gennaio, alle quali hanno fatto seguito i fatti con ben sei esclusioni eccellenti (cinque, considerando che Ferreira si è di fatto auto-escluso) in seno al sodalizio di Via Veneto. Anche ieri, come a Perugia, i vari Vacca, Castellani, Petterini, Simoncelli, Angeletti sono rimasti fuori dall'elenco dei convocati pur essendo disponibili: "Stanno lavorando in via differenziata- ha ammesso Martino nel post-partita- se non troveranno sistemazione fino al 31 gennaio, il primo febbraio ci ritroveremo per ridiscutere le loro posizioni. Loro vogliono andar via, e noi gli abbiamo dato il via libera". Legare le esclusioni dei cinque calciatori alle due vittorie biancorosse sarebbe facile quanto utilitaristico: più semplicemente, il Barletta ha preferito puntare solo su chi fosse davvero motivato a restare e lottare nella complessa situazione del sodalizio biancorosso. Chi non se la sente, può trovarsi un'altra sistemazione: in via Veneto questo cartello resterà attivo fino al 31 gennaio.
Stop al campionato, via alle contrattazioni
L'1-0 contro il Pisa traghetta i biancorossi verso acque meno agitate, ma comunque molto mosse, alla pausa del torneo. Stop sul rettangolo verde, accelerazione in sede di mercato, dove il ds Martino e il presidente Tatò sono chiamati all'atto di rafforzamento e snellimento della rosa di qui al 31 gennaio, data ultima per le contrattazioni all'Ata Hotel di Milano. Domenica 27 gennaio non si va in campo, e il prossimo impegno stagionale è datato 3 febbraio, quando il Barletta sarà ospite del "San Francesco" di Nocera Inferiore. Proprio dalla città campana potrebbe arrivare un rinforzo per la retroguardia: parliamo del 24enne Ciro De Franco. I biancorossi sono alla ricerca di un difensore centrale, il calciatore non trova spazio con Auteri, e la presenza del ds della Nocerina Marcello Pitino ieri al "Puttilli" potrebbe rappresentare un indizio per la trattativa. Per il ruolo sembra però ancora in vantaggio Migliaccio ("volendo migliorare il reparto arretrato e volendosi affidare a uomini di esperienza, Migliaccio ha quelle caratteristiche, ma non è il solo" ha spiegato Martino in conferenza stampa), mentre sembra fatta per l'arrivo del portiere Bremec in prestito dal Grosseto (Martino sul tema ha spiegato che "siccome Pane ha più volte richiesto di essere ceduto, è evidente che anche in quel ruolo dobbiamo cercare un giocatore di spessore, come appunto Bremec. A giorni ci sarà qualche ufficialità"). A centrocampo si guarda sempre a Velardi (Como) e Bombagi (Reggina), mentre per la maglia numero "9" gli obiettivi restano lo svincolato Zizzari, Germinale (Benevento) e Tozzi Borsoi (Perugia). In uscita, oltre ai calciatori già citati, vi sono Pane, che ha chiesto la cessione, e appare in bilico la posizione di Mazzarani, offerto a L'Aquila. Questo il quadro, che di qui al 31 può essere stravolto. Quello che non deve cambiare è la rotta del Barletta, che ora guarda per la prima volta, seppur timidamente, alla salvezza. E ci sia concesso, per una volta, di esagerare con l'ottimismo.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Foto di Giuseppe Dicorato (FotoRudy)