Barletta, l'impegno non manca, ma ora servono i fatti

Il futuro della società e la questione stadio non fanno dormire sonni tranquilli

martedì 10 novembre 2015 11.56
A cura di Enrico Gorgoglione
Squadra che torna a vincere da una parte, crisi societaria e questione stadio dall'altra. La bilancia del Barletta al momento pende in maniera preponderante dalla parte dei problemi da risolvere. In campo, la rosa allestita da mister Pizzulli sta rispondendo alla grande, costruendo con grande spirito di sacrificio la strada verso una salvezza tranquilla. Tutto il resto, però, resta un grande punto interrogativo. Il Barletta al momento non ha un presidente, tutto è nelle mani dei segretari e del direttore sportivo. È giunta l'ora di giocare a carte scoperte: chi è realmente interessato al Barletta deve fare il primo passo. L'imperativo categorico è: salvare il Barletta.

Una squadra che non si discute
L'impegno profuso dal Barletta è indiscutibile. Nonostante una situazione ambientale sfavorevole, i biancorossi sono riusciti a vincere al "San Sabino" la seconda gara interna consecutiva. E anche a Casarano, al cospetto di una delle squadre allestite per il salto di categoria, il Barletta ha dimostrato, nonostante qualche assenza, di poter combattere ad armi pari con tutte le altre squadre del girone. I passi falsi fanno parte del cammino di crescita di una squadra che, come dichiarato in più occasioni, è stata allestita all'ultimo secondo con l'obiettivo di una salvezza tranquilla. Dedizione e spirito di sacrificio hanno fatto del Barletta una squadra temibile, rispettata dagli avversari come una nobile decaduta pronta a rinascere dalle proprie ceneri. E poiché a Barletta siamo abituati alla Disfida, ogni domenica i biancorossi si travestono da cavalieri, mettendo da parte le difficoltà e provando a fare risultato. Ecco perché questo Barletta fa simpatia, ecco perché questo Barletta non si discute.

Società e stadio: nessun dorma!
Se la squadra continua a regalare sorrisi e buone prestazioni, restano invece nebulosi gli altri due fronti caldi. Il Barletta continua a giocare al "San Sabino" di Canosa, in una condizione di "ospiti in casa" che comporta costi non sottovalutabili sia da parte della società che da parte dei tifosi. È infatti più che probabile, se la partita si disputasse a Barletta, l'apporto del pubblico sarebbe superiore, e si abbatterebbero anche i costi di "trasferta casalinga". Appurato ormai che per problemi di natura statico-sismica il "Puttilli" non sarà a disposizione prima dell'inizio del 2016, i tifosi spingono per l'opzione Manzi-Chiapulin: una struttura che non ha nulla da invidiare ad altri stadi dove il Barletta ha giocato, che ha si delle problematiche legate alla sicurezza, ma che potrebbe essere la casa ideale per i colori biancorossi se solo si bypassassero alcuni tavoli intrisi di burocratese. Altro nodo fondamentale riguarda il futuro dell'ASD Barletta1922. Il precedente direttivo ha confermato le proprie dimissioni, ma al momento nessuno si è fatto avanti ufficialmente. In una situazione che potrebbe vedere a rischio anche le prossime trasferte, tutta la città è chiamata anche a vigilare sull'andamento societario, a mantenere alta la guardia su una squadra che ha già subito diverse umiliazioni negli ultimi mesi, e che ora non merita di sprofondare ulteriormente.