Barletta Calcio, una difesa alla deriva

Da punto di forza a colabrodo, a Pontedera altri 3 gol subiti

mercoledì 9 aprile 2014
A cura di Enrico Gorgoglione
Una delle caratteristiche tanto decantate di questo Barletta era la difesa. Una difesa capace di far subire pochi gol, un pregio che la squadra di mister Orlandi si portava dietro dalla scorsa stagione, quando effettivamente il reparto arretrato riusciva a non subire gol. Pur confermando diversi interpreti di quella indimenticata salvezza, il Barletta non ha sortito gli stessi effetti, quelli sperati e auspicati da dirigenza e ambiente. Se ad inizio stagione la squadra riusciva a prendere pochi gol, mantenendo i problemi nel reparto offensivo – sterilità dovuta anche al numero effettivo di giocatori che partecipavano alle transizioni offensive-, con il passare delle giornate questo punto di forza si è trasformato, evolvendosi in una debolezza. Anche a Pontedera il Barletta ha subito tre reti, mantenendo il trend altamente negativo delle ultime giornate. Certo, al "Mannucci" i biancorosso godevano di attenuanti non certo secondarie, viste le assenze contemporanee di quattro centrali difensivi (Guglielmi e Romeo infortunati, Maccarone e Camilleri squalificati), ma, al di là delle assenze, il pacchetto arretrato da diverse giornate fa acqua da tutte le parti. A parlare, come sempre, sono i numeri, che testimoniando del calo evidente di tutto un reparto: da febbraio in poi, il Barletta ha subito la bellezza di 25 reti in nove giornate effettivamente giocate (non va infatti conteggiato il turno numero 24 in cui i biancorossi hanno riposato).

La media dei gol subiti è di 2,78 a partita, un po' troppo per qualsiasi squadra. Solo la Paganese tra le squadre ancora in gioco (senza contare la Nocerina che è stata radiata dal campionato) ha subito più del Barletta: la difesa, in men che non si dica, è passata da punto di forza a vero e proprio colabrodo. Liverani subisce in media un gol ogni 33 minuti di gioco, e non tutte le colpe sono da addebitare all'estremo difensore, che anzi in più di un'occasione ha "salvato la baracca". In netto calo è apparso infatti tutto il reparto: l'unico a salvarsi è stato Di Bella, sempre in grado di mantenere standard alti. Tutti gli altri interpreti di difesa hanno accusato blackout più o meno importanti: Maccarone è sembrato troppo acerbo, Romeo ha pagato una condizione fisica approssimativa, Guglielmi troppo giovane per un trampolino così importante. Anche gli esterni non hanno confermato le aspettative: dopo l'infortunio, Cane non ha più reso come nella prima parte del campionato, e dall'altra parte sia Cascione che Pippa non hanno garantito continuità. Il caso più eclatante riguarda le prestazioni di Vincenzo Camilleri. Il centrale arrivato dalla Reggina ha disputato un campionato di gran lunga al di sotto di quanto ci si attendeva, forse schiacciato da troppe responsabilità. Nelle ultime gare, la difesa a 3 ha fatto acqua da tutte le parti, e gli ultimi esempi (contro Benevento e Pontedera) non fanno altro che confermare il calo drastico, la scomparsa di un punto di forza. Mister Carrara aveva a disposizione poco tempo (e pochi uomini) per invertire la rotta, tant'è che a Pontedera accanto a Di Bella c'era Bijimine, un mediano adattato a centrale, ma contro il Catanzaro e il Grosseto i biancorossi dovranno provare a limitare i danni. O, quanto meno, un sano sussulto d'orgoglio per evitare anche il triste primato della difesa più battuta.