​Barletta Calcio, tempo di voltare pagina: ma con chi?

Tra l'1-1 contro il Grosseto e le parole di Tatò, a stagione finita e bocce ferme

lunedì 5 maggio 2014
A cura di Luca Guerra
Ieri pomeriggio con l'1-1 interno contro il Grosseto è calato il sipario, anzi un velo pietoso sulla stagione 2013/2014 del Barletta Calcio. Al vantaggio di Cicerelli ha risposto il pari di Bombagi dal dischetto. Dopo il "rosso" a Maccarone nel finale di primo tempo, tanto Liverani, protagonista di splendide parate e poco calcio. Classica partita di fine stagione, nobilitata solo dal ricordo di Mino e Giacomo, i due tifosi biancorossi scomparsi sei anni fa in un tragico incidente stradale. Il Barletta chiude la sua annata con 25 punti all'attivo. A fine gara è stato tempo di addii e saluti: oltre a tanti calciatori in scadenza, a sancire il suo definitivo saluto dal club di via Vittorio Veneto e al calcio è stato il presidente Roberto Tatò. E sul futuro un velo grigio di incertezze e dubbi incombe dietro l'angolo.

Pagella di fine stagione: pochi promossi, tanti rimandati e qualche bocciato
La partita di ieri è stata in breve la pellicola dell'annata biancorossa. Di fronte a un avversario altrettanto demotivato, prima è stato assaporato il sapore della vittoria poi, incassato il pari, è stato tempo di conservarlo con i denti complice anche l'inferiorità numerica. I guai attirano guai, si suol dire: così è stato quest'anno a Barletta. E allora, nel quadretto finale in biancorosso, ci mettiamo la grinta di Carrara, che da primo allenatore ha perlomeno messo il vigore che Orlandi aveva smarrito, qualche calciatore che ha viaggiato sui binari della sufficienza (Liverani, Mantovani, Cane, Di Bella, La Mantia, Ilari), tanti rimandati (Camilleri, Legras, D'Errico) e diversi bocciati, per i quali il futuro nei professionisti appare un traguardo da conquistare. Di bello ci sono i giovani: quei "Berretti" che hanno fatto sorridere e si sono affacciati in Prima Squadra (Albanese, Cilli, Pellegrino) e che hanno strappato quei pochi sorrisi e applausi al pubblico di casa.

L'era Tatò e i saluti finali
14 settembre 2010- 4 maggio 2014. Tre anni e otto mesi di presidenza, tre anni e otto mesi con Roberto Tatò alla guida del Barletta. Nel mezzo due sofferte salvezze, dei playoff annunciati in agosto ma solo sfiorati a maggio tra campo e Commissione Disciplinare, le battaglie per la querelle-"Puttilli", cinque direttori sportivi e sette allenatori, oltre all'ultima, anomala stagione avviata tra tante speranze, proseguita lungo tante asperità e conclusa in un panorama denso di interrogativi circa la sopravvivenza del calcio a Barletta. Ieri pomeriggio, al fischio finale di Barletta-Grosseto 1-1, il presidente biancorosso ha voluto congedarsi dalla piazza e dal calcio in generale, riverberando alcuni "mea culpa" già uditi e tracciando i bilanci di cinque stagioni di calcio: un addio definito "amaro" dallo stesso patron ad interim del Barletta Calcio, deluso e bruciato al tempo stesso dalla sua esperienza.

Cosa riserva il futuro?
In eredità il presidente biancorosso lascia un club privo di debiti e in vendita a zero euro, al netto di obbligazioni e costi in essere. Le prime sono pari a circa 700mila euro per partecipare al prossimo torneo di Lega Pro unica, le seconde corrispondono a 12 elementi tesserati, di cui diversi legati da altri due anni di contratto (Branzani, Legras) o da un altro anno (Cane, La Mantia, Liverani). Un'ossatura da valutare e scremare, con i suoi costi ma anche con il suo potenziale "appeal" (in 3-4 elementi) presso possibili società interessate. Ad ora due sono i contatti attivi: usciti dalla corsa i gruppi liguri e salentini, restano Pasquale Di Cosola, che nella giornata di sabato, per ammissione dello stesso Tatò, ha ricevuto della documentazione riguardante il club (contratti in essere e costi), e un imprenditore non barlettano e non meglio specificato dal presidente biancorosso, portatore di un sondaggio telefonico nela giornata di venerdì e ora in attesa di incontri che avverranno in settimana. Di certo chi vuole correre per il Barletta Calcio ora deve accelerare.

Cartolina sull'estate: tanti interrogativi e nessuna certezza
Intanto sull'annata cala un sipario, forse addirittura un panno nero: 25 punti, la miseria di cinque vittorie (di cui una a tavolino), 52 reti al passivo e tante amarezze accumulate, con tante tessere presto sbiadite o uscite dal mosaico ne fanno da corredo. Cifre pesanti quelle riferite all'ultimo anno, che hanno una costante: la scarsa continuità tecnica e i continui "repulisti" al termine di ogni annata. Tante sono le falle oggi presenti: a chi vorrà prendere in carico la società, il compito di portarla in salvo dai marosi di quest'annata e capire come ricucire le ferite o quali porte aprire ad eventuali prossimi investitori. Nella scorsa stagione avevamo imparato sulla pelle biancorossa che non servono azzardi per fare una grande squadra, a volte bastano calciatori affamati e scelti con criterio per allestire una rosa competitiva. Ma se mancano le radici, è difficile che l'albero cresca solido. E soprattutto, resta un interrogativo: dopo Tatò, cosa c'è?
(Twitter: @GuerraLuca88)