Barletta Calcio, laddove "del doman non v'è certezza"...

Il ko di Viareggio porta con sè lacune tattiche imbarazzanti e addii eccellenti

lunedì 17 dicembre 2012 10.49
A cura di Luca Guerra
Sperare in un Barletta in grado di estrarre il celebre "coniglio dal cilindro", di regalare lampi di orgoglio e classe, di essere pur per una sola domenica la "sorpresa" del campionato, in questa stagione appare quasi un'utopia. Seguirlo ogni domenica "armati" delle migliori intenzioni, soffrire per la maglia biancorossa, fermarsi lì a pensare dove sia la "cura" dei mali di questa squadra e quali siano le potenziali soluzioni, appare quasi accanimento terapeutico. Ieri pomeriggio, al "Torquato Bresciani" di Viareggio, è andata in scena la peggiore edizione stagionale del Barletta Calcio: i bianconeri di Cuoghi hanno inflitto a Pane e compagni un sonante 3-0, arrivato nonostante 35' giocati in inferiorità numerica. Contro un avversario certo non trascendentale, ma abile nel proporre un pressing sfrenato e sfruttare i "calli" biancorossi, ossia le palle inattive e le ripartenze avversarie, i portacolori barlettani hanno messo in scena il classico repertorio della gestione-Stringara: modulo che cambia troppo spesso, attacchi confusionari e scarsa convinzione. Una domenica nera, quella di ieri, che ha relegato i biancorossi in ultima posizione in solitaria e ha lasciato in eredità le dimissioni del ds Pavone e l'esonero dell'allenatore Paolo Stringara, al posto del quale è stato richiamato in panchina Raffaele Novelli. Oltre a una sensazione: oggi nella Barletta calcistica, come nella "Canzona di Bacco" dei Canti Carnascialeschi- toh, Viareggio è la patria del Carnevale- di Lorenzo Dei Medici, "del doman non v'è certezza"...;

Pavone: una settimana...d'a(d)dio
"Nessuno è profeta in patria". Con questa frase Giuseppe Pavone, detto Peppino dai concittadini barlettani e non solo, si presentò a Barletta all'alba di quello che si presentava come uno scintillante (sulla carta) "progetto-giovani" votato a una tranquilla salvezza, con queste parole ha di fatto salutato la piazza una settimana fa, dopo le dimissioni rassegnate al fischio finale di Barletta-Carrarese 2-2. Dimissioni oggetto di 48 ore di discussioni, incontri e riflessioni in avvio di settimana, poi respinte da Tatò, spiegate da Pavone in conferenza stampa giovedì e infine nuovamente rassegnate- e questa volta accolte- nella giornata di ieri. Il progetto imbastito dal ds biancorosso è fallito. Lo dicono la classifica, l'avvicendamento fra allenatori e soprattutto il clima creatosi intorno alla squadra biancorossa. La politica dello "state tranquilli, che questa squadra esploderà" (ipse dixit) non ha pagato, e i dati sono davanti a tutti: 7 punti in 14 partite, tanti "under" agli esordi che stanno pagando sin troppo lo scotto della categoria e soprattutto la sensazione che per il ds biancorosso fosse arrivato il momento di fare le valigie, in un clima troppo pesante creatosi intorno a sè e alla squadra. Ieri l'addio definitivo con Barletta, la "sua" Barletta: sognava un altro battesimo nella sua città, il Direttore, voleva strafare- come da lui stesso ammesso- invece in eredità lascia un settore giovanile in formazione e una Prima Squadra che ad oggi a stento riuscirebbe a raggiungere i playout.

Stringara-Barletta: lettera a un amore mai nato
E sono tre su tre. L'addio di Pavone ha portato con sè anche l'esonero di Stringara: l'allenatore di Orbetello ha pagato il rendimento deficitario (4 punti in 6 partite a Barletta) e in parte anche il fatto di essere un uomo della "scuderia" del ds biancorosso, con il quale aveva già lavorato a Foggia e Cava dei Tirreni: com'era andata a finire? Allenatore non confermato e ds stabile sulla sua poltrona. 3-5-2, 4-2-3-1, 4-5-1, 4-3-3 e 3-4-3. Non stiamo dando i numeri, ma semplicemente mettendo in ordine i moduli sin qui proposti da Stringara in 540 minuti sulla panchina biancorossa. Anche ieri il terreno del "Bresciani" ha lasciato in dote la solita sensazione: una perenne sensazione di confusione tattica, a tratti di improvvisazione affidata più all'estro dei calciatori più talentuosi che all'organizzazione di squadra, che da qualche giornata a questa parte imperversa sul terreno di gioco quando in campo si vede il Barletta. I cinque cambi su 11 effettuati dall'allenatore di Orbetello alla luce di quella che per molti era stata la miglior prestazione stagionale, il 2-2 contro la Carrarese, non trovano spiegazione logica: ok Pane per Liverani, insufficiente contro i lunigiani, ma restano sullo sfondo troppe domande. Perchè il ritorno alla difesa a 3, con l'esclusione di Burzigotti? Perchè un centrocampo con 3 calciatori tanto simili (Meduri, Piccinni e Allegretti) al centro? Perchè l'accantonamento di Menegaz e Calapai a destra? Troppi punti interrogativi, costati cari al tecnico toscano;

Torna Novelli: un mese e mezzo perso?
Ieri a Viareggio era ancora presente sulle tribune Marco Cari, un "déjà-vuv" rispetto a quanto già avvenuto due settimane prima a Prato: si racconta che il suo nome sia stato a lungo vagliato nelle stanze dei bottoni di via Veneto, salvo poi mirare, in luogo, di mister Stringara, al reintegrato Raffaele Novelli, il quale era stato esonerato dalla guida tecnica biancorossa il 28 ottobre dopo l'1-3 del "Comunale" di Frosinone: Novelli aveva lasciato il Barletta ultimo nel campionato di Prima Divisione, girone B, con 3 punti in 8 partite. Dopo il suo addio tanti erano stati i retroscena venuti fuori dalla celebre "lettera d'addio" con il club di via Veneto, dalla quale erano anche emersi gli screzi con il direttore sportivo biancorosso e le sue dimissioni, poi respinte, a fine agosto. Ora ha il via la sua seconda avventura all'ombra di Eraclio: l'impressione è che in un mese e mezzo siano stati compiuti tanti passi indietro sul piano tecnico-tattico, e vi siano stati pochi passi in avanti sul piano caratteriale, dove il Barletta era stato latente anche durante la gestione-Novelli. Basterà il ritorno dell'ex allenatore del Genoa "Primavera" per guarire il Barletta? L'impressione è che, senza un adeguato numero di rinforzi, l'impresa sia titanica per chiunque;

Tatò tra "siamo sul mercato" a "il Barletta è sul mercato"
Dallo "stand-by" di Pavone allo "stand by...me" proferito dal presidente Tatò nei confronti del ds e dell'allenatore del Barletta Calcio Paolo Stringara. Era stato questo il sunto della scorsa settimana in casa-Barletta Calcio: il patron del Barletta Calcio aveva deciso di respingere le dimissioni di Pavone e ricominciare da zero per salvare il tanto abusato- nel nome quanto negli intenti- "progetto-Barletta", sin qui rivelatosi fallimentare. "Ho respinto le dimissioni del nostro direttore in quanto non ritengo sia il caso di aprire una crisi in un momento così importante e delicato della stagione - aveva detto il presidente biancorosso attraverso un comunicato ufficiale - Siamo concentrati sull'obiettivo salvezza e stiamo facendo il massimo per poterlo conseguire". Vedendo quanto accaduto nelle scorse ore, si penserebbe a fatti distanti diversi mesi e non qualche giorno l'uno dall'altro. Un'inversione a U, quella del patron biancorosso, rinfrancata anche da quanto dichiarato dallo stesso Tatò ieri sera in merito alle voci di una possibile ripresa della trattativa con Pasquale Di Cosola per la cessione del club: "Ho dichiarato la disponibilità a cedere la società a prezzo zero e senza alcun debito, a condizione di essere liberato dalla fideiussione depositata presso la Lega. Per questo ho avviato le trattative col signor Di Cosola che, però, si sono concluse con un nulla di fatto sabato mattina in quanto non sono state fornite, per ora, le garanzie fideiussorie necessarie. Rimango disponibile verso chiunque volesse intavolare trattative per l'acquisizione del club. Nel frattempo, con senso di responsabilità, continuerò a lavorare per cercare di risollevare l'attuale situazione". Da un lato un presidente disposto a intervenire sul mercato per il Barletta, dall'altro un Tatò disposto a trattare il Barletta sul mercato. Dov è la verita?;

Così si va giù: urgono rinforzi, chiunque li porti
A prescindere da quale sarà la presidenza reggente il club biancorosso di qui fino al prossimo maggio, quando avrà termine il torneo e la - ormai agognata- coda dei playout, resta una sensazione. Di questo passo e con questo organico non si mantiene la categoria: 14 partite rappresentano la costante, non l'occasionalità in attesa di un miglioramento. Servono tre, quattro calciatori "alla Allegretti", ricchi di carisma e classe, capaci di spronare i compagni, per determinare un radicale cambiamento: inutile affidarsi a comprimari che poco meglio possono rendere rispetto a chi già c'è. Dopo la sfida al Benevento degli "ex" Mengoni e Rajcic, atteso domenica a Barletta, vi saranno 20 giorni nei quali articolare il mercato invernale e avviare le pratiche di rafforzamento. "Passione e Rispetto" è stato lo slogan adottato dalla Società biancorossa quest'estate per la campagna abbonamenti. La passione, quella dei tifosi del Barletta, anche ieri presenti a Viareggio, non è mai venuta a mancare; il rispetto- di intenti e obiettivi stagionali- sta venendo meno, e urge intervenire. Qualunque sia la proprietà, bisogna avere ben chiara in mente quest'idea. Non farlo, questa sì, sarebbe mancanza di rispetto.
(Twitter: @GuerraLuca88)