Barletta Calcio, l'illusione è già finita?
Lo 0-1 contro la Paganese ripropone gli antichi dilemmi in casa biancorossa
lunedì 19 novembre 2012
0.43
Quel film a tinte grigie....
Il successo dello stadio "Italia" di Sorrento aveva illuso un pò tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori, ma la fatidica "restituzione del sorriso" proclamata da Stringara dopo l'exploit in terra campana è durata appena una settimana: i colori visti nella penisola sorrentina hanno ceduto preso il passo alla grigia, opaca prestazione vista ieri contro la Paganese. Naturale l'1-0 firmato da Girardi (vicino ai biancorossi nella scorsa stagione, quando l'ex ds Castagnini gli preferì Di Gennaro) e il conseguente "avvicinamento" all'ultima posizione, oggi detenuta dalla Carrarese con 4 punti, ma una partita in meno all'attivo. Così il commento sul Barletta Calcio di questi tempi torna ad essere tremendamente piatto e monotono. Al di là dei risultati, delle statistiche, dei numeri, dei continui cambiamenti di formazione e degli schemi tattici, quel che in questi giorni colpisce più di ogni altro argomento o spunto di riflessione è il costante ripetersi di alcuni fattori negli incontri disputati durante la regular season dai biancorossi: nell'ordine, il gol incassato in avvio di gara (vedi Catanzaro, Pisa, Frosinone), la reazione biancorossa, l'episodio sfavorevole (vedi palo di Calapai) nel deserto di occasioni e gli errori in fase di impostazione e precisione, con un utilizzo spropositato degli innocui cross dalla trequarti, che aumentano in maniera direttamente proporzionale al passare dei minuti, impedendo assalti ragionati alla porta avversaria;
Il "Puttilli" è un fortino inespugnabile...per il Barletta
Non è andata bene nemmeno al sesto tentativo tra Tim Cup e campionato. In casa il Barletta sin qui non ha mai vinto in stagione. L'esordio nella coppa nazionale vide la sconfitta per 0-3 contro il Perugia, poi il ko ancora contro gli umbri (0-1) in campionato, lo 0-0 con la Nocerina, il ko per 1-3 contro il Latina, lo 0-1 contro l'Andria e appunto il ko contro la Paganese. Una sola rete messa a segno in 540', quella inutile di La Mantia contro i pontini, e soprattutto la sensazione di non essere mai superiore all'avversario, tanto nelle quattro partite della gestione-Novelli quanto nei due incontri con Stringara in panchina. Si dice che la salvezza passi principalmente per i punti "pesanti" che una squadra conquista tra le mura amiche, a Barletta sin qui di pesante quando ha giocato la squadra di casa si è visto solo il clima del post-partita...;
La differenza? L'ha fatta l'esperienza
E' stato evidente ieri il gap anagrafico in campo tra i biancorossi e la Paganese. Il team di Grassadonia ha schierato dal 1' ben cinque "over 30", al contrario del Barletta che rispondeva con il solo Petterini e 10 compagni di squadra sotto i 25 anni. Un differenziale di esperienza che ha dato i suoi frutti in campo: un approccio di gara diverso ne è stato l'emblema. Da un lato una Paganese sorniona, passata in vantaggio con il minimo sforzo sul piano della corsa, di contro a un Barletta che a fronte di un notevole dispendio di energie ha partorito un topolino sino al palo di Calapai. Stesso film nella ripresa, con i gialloazzurri bravi a gestire il possesso palla senza affanni e un Barletta confusionario nell'approccio alla porta di Robertiello. I giovani forse corrono di più, è vero, ma gli "esperti", vedi alla voce Scarpa, Romondini, Fernandez e Fusco, hanno fatto correre di più le idee...;
"Subiamo poco", ma si segna ancora meno....
"Dico solo che non è possibile perdere sempre, prendendo un solo tiro in porta. Questo può essere un limite, ma anche un pregio se pensiamo che subiamo poco. Siamo partiti male e abbiamo iniziato a giocare solo una volta subito il gol". Così l'allenatore biancorosso Paolo Stringara in Sala Stampa ha glissato davanti a chi gli chiedeva quanto fosse soddisfatto del rendimento difensivo della propria squadra: una visione parziale, un solo lato della medaglia che compone i volti del Barletta Calcio. E' vero, dal suo arrivo, Stringara ha visto il Barletta subire tre reti in altrettanti incontri, una a partita. Se però consideriamo che le reti segnate sono state 2, entrambe a Sorrento, vien da pensare che se è brutto perdere subendo un solo tiro in porta, è altrettanto meritato perdere se non si è mai tirato in porta, eccezion fatta per il palo di Calapai, la cui pericolosità è da condividere con la "topica" del portiere campano Robertiello. Parzialmente tamponata l'emorragia difensiva, ora a Stringara toccherà curare il "mal di pancia" dell'attacco biancorosso;
Equivoci tattici
In alcuni tratti del match la confusione è regnata sovrana nelle manovre biancorosse. Nel mirino alcune scelte di mister Stringara: dalla panchina di La Mantia, alla posizione di Simoncelli e Molina, alla collocazione di Carretta, fino all'ennesima tribuna di Castellani. Procediamo con ordine: la scelta dell'attacco ha portato in dote con sè il maggior numero di appunti sul taccuino. Perchè regalare 45' agli avversari, giocando senza centravanti (nonchè capocannoniere) e preferendo un reparto formato da due calciatori nati come esterni di attacco? Stringara ha motivato la scelta con la voglia di attaccare la lenta difesa della Paganese, ma la tesi cade nel momento in cui la squadra si perdeva puntualmente negli ultimi 25 metri, priva di riferimento alcuno. E se La Mantia è partito in panchina, per Castellani, autentico "oggetto misterioso" sin qui, è arrivata l'ennesima tribuna: vien qui da chiedersi il motivo della permanenza del ragazzo in biancorosso. Continua a suscitare dubbi la posizione di Molina, che al centro del campo sembra smarrirsi in quanto a efficacia e corsa. La nemesi è però rappresentata da Mirko Carretta: proposto come punta contro l'Andria, in tribuna a Sorrento, ieri prima esterno sinistro di centrocampo nel 3-4-3 della ripresa, infine addirittura terzino sinistro nel 4-3-3 finale visto dopo l'ingresso di Meduri. Versatile? No, tatticamente equivoco;
Gennaio è lontano....
La classifica dice che oggi il Barletta ha conquistato la miseria di 6 punti in 11 partite, e che solo il deficitario andamento della Carrarese non relega i biancorossi soli in ultima posizione. Urgono interventi, appare chiaro, anche se il il presidente Tatò in settimana aveva chiaramente spiegato di non vederne il bisogno imminente; urgono interventi, dicevamo, e servono presto, non a gennaio, quando il campionato avrà superato il giro di boa del calendario e i punti di distacco dalla zona-salvezza che oggi la classifica consegna in eredità potrebbero essere eccessivamente aumentati. Non è pessimismo gratuito, ma sano realismo. Non è sembrato dello stesso avviso in conferenza Stringara: "E' impensabile intervenire adesso, a fine novembre, prendere svincolati che non hanno mai visto il campo da maggio scorso. Sono convinto dei calciatori che ho, e con questa squadra devo salvarmi. Capiremo se ci serve qualcosa". E intanto il calendario avanza...;
Società: novità entro un mese?
Tra gli spiragli di novità sul piano tecnico, si inseriscono i venti nuovi sul fronte societario. Alle parole del presidente Tatò, che in settimana aveva a chiare lettere ribadito in conferenza stampa di essere disponibile solo per un passaggio di testimone degno di nome, e non la solita "buccia di banana" che faccia regredire il Barletta di un quarto di secolo. Una risposta neppure tanto velata a chi nelle settimane precedenti aveva ventilato l'ipotesi di una trattativa intavolata con la famiglia Di Cosola, trattativa che Tatò aveva riferito essere ferma dallo scorso marzo. Ieri Pasquale Di Cosola, imprenditore 42enne figlio del più noto Francesco che tra il 1985 e il 1990, negli "storici" anni della serie B, ha detenuto la presidenza della S.S. Barletta Calcio, era presente sulle tribune del "Puttilli" e ai cronisti presenti avrebbe rinnovato la sua disponibilità a prendere il Barletta insieme ad alcuni imprenditori barlettani e non, spiegando di aver recentemente incontrato Tatò e di attendere segnali entro un mese dal presidente biancorosso. A quando la prossima puntata di questa "telenovela"?
Ora la sosta, a Prato con Stringara...fino a nuovo ordine
Il Barletta avrà ora 14 giorni di tempo, complice la seconda sosta stagionale del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B, per raccogliere i nuovi cocci che la settima sconfitta stagionale ha lasciato in eredità e preparare la complessa trasferta di Prato. Mister Stringara ha assicurato che durante la sosta la squadra dovrà lavorare "sui dettagli, che stiamo spesso pagando, dobbiamo essere più cattivi e capire che una mezza azione o un mezzo episodio ci possono cambiare la vita". Di sicuro i correttivi da apportare non sono pochi, e il tempo inizia a scarseggiare: bisogna rimettersi in pista sin da Prato, per la classifica, il morale, ed evitare nuovi ribaltoni in panchina...
(Twitter: @GuerraLuca88)
Il successo dello stadio "Italia" di Sorrento aveva illuso un pò tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori, ma la fatidica "restituzione del sorriso" proclamata da Stringara dopo l'exploit in terra campana è durata appena una settimana: i colori visti nella penisola sorrentina hanno ceduto preso il passo alla grigia, opaca prestazione vista ieri contro la Paganese. Naturale l'1-0 firmato da Girardi (vicino ai biancorossi nella scorsa stagione, quando l'ex ds Castagnini gli preferì Di Gennaro) e il conseguente "avvicinamento" all'ultima posizione, oggi detenuta dalla Carrarese con 4 punti, ma una partita in meno all'attivo. Così il commento sul Barletta Calcio di questi tempi torna ad essere tremendamente piatto e monotono. Al di là dei risultati, delle statistiche, dei numeri, dei continui cambiamenti di formazione e degli schemi tattici, quel che in questi giorni colpisce più di ogni altro argomento o spunto di riflessione è il costante ripetersi di alcuni fattori negli incontri disputati durante la regular season dai biancorossi: nell'ordine, il gol incassato in avvio di gara (vedi Catanzaro, Pisa, Frosinone), la reazione biancorossa, l'episodio sfavorevole (vedi palo di Calapai) nel deserto di occasioni e gli errori in fase di impostazione e precisione, con un utilizzo spropositato degli innocui cross dalla trequarti, che aumentano in maniera direttamente proporzionale al passare dei minuti, impedendo assalti ragionati alla porta avversaria;
Il "Puttilli" è un fortino inespugnabile...per il Barletta
Non è andata bene nemmeno al sesto tentativo tra Tim Cup e campionato. In casa il Barletta sin qui non ha mai vinto in stagione. L'esordio nella coppa nazionale vide la sconfitta per 0-3 contro il Perugia, poi il ko ancora contro gli umbri (0-1) in campionato, lo 0-0 con la Nocerina, il ko per 1-3 contro il Latina, lo 0-1 contro l'Andria e appunto il ko contro la Paganese. Una sola rete messa a segno in 540', quella inutile di La Mantia contro i pontini, e soprattutto la sensazione di non essere mai superiore all'avversario, tanto nelle quattro partite della gestione-Novelli quanto nei due incontri con Stringara in panchina. Si dice che la salvezza passi principalmente per i punti "pesanti" che una squadra conquista tra le mura amiche, a Barletta sin qui di pesante quando ha giocato la squadra di casa si è visto solo il clima del post-partita...;
La differenza? L'ha fatta l'esperienza
E' stato evidente ieri il gap anagrafico in campo tra i biancorossi e la Paganese. Il team di Grassadonia ha schierato dal 1' ben cinque "over 30", al contrario del Barletta che rispondeva con il solo Petterini e 10 compagni di squadra sotto i 25 anni. Un differenziale di esperienza che ha dato i suoi frutti in campo: un approccio di gara diverso ne è stato l'emblema. Da un lato una Paganese sorniona, passata in vantaggio con il minimo sforzo sul piano della corsa, di contro a un Barletta che a fronte di un notevole dispendio di energie ha partorito un topolino sino al palo di Calapai. Stesso film nella ripresa, con i gialloazzurri bravi a gestire il possesso palla senza affanni e un Barletta confusionario nell'approccio alla porta di Robertiello. I giovani forse corrono di più, è vero, ma gli "esperti", vedi alla voce Scarpa, Romondini, Fernandez e Fusco, hanno fatto correre di più le idee...;
"Subiamo poco", ma si segna ancora meno....
"Dico solo che non è possibile perdere sempre, prendendo un solo tiro in porta. Questo può essere un limite, ma anche un pregio se pensiamo che subiamo poco. Siamo partiti male e abbiamo iniziato a giocare solo una volta subito il gol". Così l'allenatore biancorosso Paolo Stringara in Sala Stampa ha glissato davanti a chi gli chiedeva quanto fosse soddisfatto del rendimento difensivo della propria squadra: una visione parziale, un solo lato della medaglia che compone i volti del Barletta Calcio. E' vero, dal suo arrivo, Stringara ha visto il Barletta subire tre reti in altrettanti incontri, una a partita. Se però consideriamo che le reti segnate sono state 2, entrambe a Sorrento, vien da pensare che se è brutto perdere subendo un solo tiro in porta, è altrettanto meritato perdere se non si è mai tirato in porta, eccezion fatta per il palo di Calapai, la cui pericolosità è da condividere con la "topica" del portiere campano Robertiello. Parzialmente tamponata l'emorragia difensiva, ora a Stringara toccherà curare il "mal di pancia" dell'attacco biancorosso;
Equivoci tattici
In alcuni tratti del match la confusione è regnata sovrana nelle manovre biancorosse. Nel mirino alcune scelte di mister Stringara: dalla panchina di La Mantia, alla posizione di Simoncelli e Molina, alla collocazione di Carretta, fino all'ennesima tribuna di Castellani. Procediamo con ordine: la scelta dell'attacco ha portato in dote con sè il maggior numero di appunti sul taccuino. Perchè regalare 45' agli avversari, giocando senza centravanti (nonchè capocannoniere) e preferendo un reparto formato da due calciatori nati come esterni di attacco? Stringara ha motivato la scelta con la voglia di attaccare la lenta difesa della Paganese, ma la tesi cade nel momento in cui la squadra si perdeva puntualmente negli ultimi 25 metri, priva di riferimento alcuno. E se La Mantia è partito in panchina, per Castellani, autentico "oggetto misterioso" sin qui, è arrivata l'ennesima tribuna: vien qui da chiedersi il motivo della permanenza del ragazzo in biancorosso. Continua a suscitare dubbi la posizione di Molina, che al centro del campo sembra smarrirsi in quanto a efficacia e corsa. La nemesi è però rappresentata da Mirko Carretta: proposto come punta contro l'Andria, in tribuna a Sorrento, ieri prima esterno sinistro di centrocampo nel 3-4-3 della ripresa, infine addirittura terzino sinistro nel 4-3-3 finale visto dopo l'ingresso di Meduri. Versatile? No, tatticamente equivoco;
Gennaio è lontano....
La classifica dice che oggi il Barletta ha conquistato la miseria di 6 punti in 11 partite, e che solo il deficitario andamento della Carrarese non relega i biancorossi soli in ultima posizione. Urgono interventi, appare chiaro, anche se il il presidente Tatò in settimana aveva chiaramente spiegato di non vederne il bisogno imminente; urgono interventi, dicevamo, e servono presto, non a gennaio, quando il campionato avrà superato il giro di boa del calendario e i punti di distacco dalla zona-salvezza che oggi la classifica consegna in eredità potrebbero essere eccessivamente aumentati. Non è pessimismo gratuito, ma sano realismo. Non è sembrato dello stesso avviso in conferenza Stringara: "E' impensabile intervenire adesso, a fine novembre, prendere svincolati che non hanno mai visto il campo da maggio scorso. Sono convinto dei calciatori che ho, e con questa squadra devo salvarmi. Capiremo se ci serve qualcosa". E intanto il calendario avanza...;
Società: novità entro un mese?
Tra gli spiragli di novità sul piano tecnico, si inseriscono i venti nuovi sul fronte societario. Alle parole del presidente Tatò, che in settimana aveva a chiare lettere ribadito in conferenza stampa di essere disponibile solo per un passaggio di testimone degno di nome, e non la solita "buccia di banana" che faccia regredire il Barletta di un quarto di secolo. Una risposta neppure tanto velata a chi nelle settimane precedenti aveva ventilato l'ipotesi di una trattativa intavolata con la famiglia Di Cosola, trattativa che Tatò aveva riferito essere ferma dallo scorso marzo. Ieri Pasquale Di Cosola, imprenditore 42enne figlio del più noto Francesco che tra il 1985 e il 1990, negli "storici" anni della serie B, ha detenuto la presidenza della S.S. Barletta Calcio, era presente sulle tribune del "Puttilli" e ai cronisti presenti avrebbe rinnovato la sua disponibilità a prendere il Barletta insieme ad alcuni imprenditori barlettani e non, spiegando di aver recentemente incontrato Tatò e di attendere segnali entro un mese dal presidente biancorosso. A quando la prossima puntata di questa "telenovela"?
Ora la sosta, a Prato con Stringara...fino a nuovo ordine
Il Barletta avrà ora 14 giorni di tempo, complice la seconda sosta stagionale del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B, per raccogliere i nuovi cocci che la settima sconfitta stagionale ha lasciato in eredità e preparare la complessa trasferta di Prato. Mister Stringara ha assicurato che durante la sosta la squadra dovrà lavorare "sui dettagli, che stiamo spesso pagando, dobbiamo essere più cattivi e capire che una mezza azione o un mezzo episodio ci possono cambiare la vita". Di sicuro i correttivi da apportare non sono pochi, e il tempo inizia a scarseggiare: bisogna rimettersi in pista sin da Prato, per la classifica, il morale, ed evitare nuovi ribaltoni in panchina...
(Twitter: @GuerraLuca88)