Barletta Calcio, elettrocardiogramma (quasi) piatto...

Il ko di Prato consegna alle cronache una squadra incapace di reagire al colpo subito

lunedì 3 dicembre 2012 0.18
A cura di Luca Guerra
Quella reazione attesa invano....
Perdere così, in domeniche nelle quali sembrerebbe bastare quello sforzo in più, quel tentativo di gettare il cuore oltre l'ostacolo, per fare risultato, fa ancora più male. Al "Lungobisenzio" di Prato, il Barletta ha subito ieri pomeriggio l'ottava sconfitta stagionale su 12 turni del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B. Contro un avversario certo non trascendentale, ma abile nello sfruttare l'acuto del giovane Disabato alla mezz'ora di gioco e addormentare poi i ritmi di gioco, i biancorossi hanno messo in scena il classico repertorio della gestione-Stringara: modulo che cambia troppo spesso, attacchi confusionari e scarsa convinzione. Una domenica nera, quella di ieri, che ha relegato i biancorossi in ultima posizione alla pari con la Carrarese, fresca del 2-2 contro il Catanzaro. L'ennesima partita derubricabile alla voce "occasioni perse": o dobbiamo davvero rassegnarci a pensare che il Barletta sia questo, con un mordente che si palesa solo a sprazzi?;

La "cura-Di Bella" non placa le ingenuità difensive
Ieri in quel di Prato è arrivata la solita rete al passivo, frutto del consueto calo di concentrazione in fase difensiva. Punizione battuta rapidamente dai toscani, sponda di Napoli per l'inserimento di Disabato, che ha punito Liverani da pochi passi. Il centro decisivo è stato il numero 18 al passivo per il Barletta nel torneo, al ritmo di 1.5 centri al passivo a partita: nemmeno il rientro di Fabrizio Di Bella, in campo a due mesi di distanza dall'ultima apparizione in biancorosso (Avellino-Barletta 1-0) ha restituito la giusta dose di compattezza al reparto arretrato biancorosso, che appare ancora privo di un autentico leader;

C'è poco da stare...Allegretti
Nel Barletta del "Lungobisenzio", la dodicesima "edizione" stagionale su altrettanti incontri di campionato, ha fatto il suo esordio tra i titolari Riccardo Allegretti, fresco di tesseramento con il sodalizio biancorosso. Cresciuto nel Milan, nella scorsa stagione capitano della Triestina, tante maglie da gioco vestite in carriera (Lecco, Empoli, Reggiana, Como, Modena, Chievo Verona, Venezia, Avellino, Triestina, Bari, Grosseto), Allegretti rappresenta senza dubbio un'iniezione di classe ed esperienza nel centrocampo del Barletta, come ha confermato ieri pur non dimostrando una condizione fisica ottimale- non potrebbe essere altrimenti- ma la sensazione resta la stessa: servono tre, quattro calciatori "alla Allegretti", ricchi di carisma e classe, capaci di spronare i compagni più giovani, per determinare un radicale cambiamento. Ora o a gennaio, ormai poco cambia: l'importante è intervenire;

Proseguono gli esperimenti tattici "made in Stringara"
3-5-2, 4-2-3-1, 4-3-3 e 3-4-3. Non stiamo dando i numeri, ma semplicemente mettendo in ordine i moduli sin qui proposti da Paolo Stringara in 360 minuti sulla panchina biancorossa. Ieri il tecnico di Orbetello è partito con Molina e Ferreira alle spalle di La Mantia e ha affidato a De Leidi le "chiavi" dell'attacco. Gli esiti? L'ingresso di Dezi per Mazzarani dopo 45' di gioco e il passaggio prima al 4-3-3 con Di Bella terzino sinistro, poi il ritorno al 3-4-3 con un'altra novità: l'ingresso di Petterini, esterno mancino di professione, nel ruolo di centrale della difesa a 3, con l'arretramento di Molina in fascia a centrocampo. Ne è sorta una squadra incapace di ferire il Prato nel secondo tempo, "amministrata" quasi dal palleggio toscano, pur detenendo la supremazia territoriale. Resta quella perenne sensazione di confusione tattica, a tratti di improvvisazione affidata più all'estro dei calciatori più talentuosi che all'organizzazione di squadra, che da qualche giornata a questa parte imperversa sul terreno di gioco quando in campo si vede il Barletta;

Poltrone traballanti in via Veneto?
Il ko di ieri a Prato mette a nudo la posizione dell'allenatore Paolo Stringara e del ds Peppino Pavone: molti tifosi, sui forum, nei bar e sul web, hanno individuato nel direttore sportivo biancorosso il nome numero 1 sul "banco degli imputati" per la complicata situazione tecnica che il club vive oggi. Il "progetto-giovani" sposato dal sodalizio di via Vittorio Veneto non sta pagando, anzi a pagare sin qui sono stati solo gli allenatori: un esonero (via Novelli) e una panchina traballante, quella di Stringara (3 ko e una vittoria con lui) oggi, condurranno inevitabilmente la proprietà biancorossa a riflettere sul futuro dal punto di vista tecnico. Per il ruolo di allenatore, le vie appaiono tre in caso di addio con Stringara: il ritorno di Novelli, la "promozione" dell'allenatore dei portieri Nicola Di Leo, e- udite, udite- il ritorno di Marco Cari. Questa terza ipotesi, remota ma fattibile, ha trovato un ideale apripista nella presenza del tecnico di Ciampino ieri sulle tribune del "Lungobisenzio". Il ritorno di Novelli aprirebbe invece un dilemma: stante il modo certo non amichevole con il quale l'allenatore salernitano si è lasciato con il ds Pavone, i due potrebbero continuare a condividere stanze e uffici? Tante domande, ma al momento i punti interrogativi restano sospesi...;

Contro la Carrarese: come una finale
I bonus sono finiti, domenica occorre tirare fuori "la prestazione": è questo il messaggio che il calendario lancia idealmente al Barletta Calcio. La vittoria interna in partite ufficiali per i biancorossi manca da 219 giorni, un'infinità: l'ultimo sorriso al "Puttilli" è datato 29 aprile 2012, 33^ giornata del campionato di Prima Divisione, girone B: i biancorossi ebbero ragione della Carrarese per 2-0. Domenica al "Puttilli" arriverà proprio la Carrarese, allenata da Nello Di Costanzo, in sella alla panchina barlettana lo scorso anno. Le due squadre condividono l'ultima posizione, sarà un match da "dentro o fuori", l'ultima opportunità- sebbene si tratti solo del turno numero 13- per continuare a sperare in maniera concreta nella maniera diretta.
(Twitter: @GuerraLuca88)