Barletta Calcio, dove sono le tre "C"?

A Pontedera blackout di un tempo, inutile la reazione tardiva

lunedì 7 aprile 2014
A cura di Luca Guerra
Cabeza, corazon e cojones: in tre parole, testa, cuore e...attributi: la ricetta del Barletta da proporre in quel di Pontedera era stata messa per iscritto da mister Marco Carrara venerdì pomeriggio, in sede di un'insolita presentazione andata in scena nove mesi dopo il suo arrivo all'ombra di Eraclio. Peccato che come per i precedenti e colpevoli chef e caposala (rispettivamente Gabriele Martino e Nevio Orlandi), freschi di sollevamento dall'incarico, la qualità degli ingredienti abbia fatto la differenza, ancora una volta in negativo. Piatto rimasto indigesto, tre punti al Pontedera e tanti rimpianti in salsa biancorossa: questo l'esito dello stantìo pranzo domenicale dei biancorossi al "Mannucci", terz'ultima tappa dell'infernale girone B di Prima Divisione Lega Pro, in cui Liverani e compagni continuano a navigare senza trovare un loro Caronte.

Fotografie di una stagione mai nata
Raccontare delle sconfitte rimediate dal volenteroso quanto colmo di lacune gruppo biancorosso appare talvolta ripetitivo, privo di mordente per quanto la routine al ko denotata in questa stagione sportiva abbia purtroppo sostituito l'episodicità di punti persi che avevamo denotato e ammirato nel trimestre marzo-giugno 2013. Nessuno pretendeva che Carrara con due soli allenamenti potesse fare miracoli: l'ex vice di Orlandi ha messo in campo una formazione più accorta, con Ferreira a fare da schermo davanti alla linea arretrata, e con il rilancio di Ilari (evidentemente la sua autonomia andava oltre i 30'...) alle spalle di La Mantia. Piani presto saltati per effetto della solita ingenuità, questa volta "firmata" da Pippa, con il fallo da rigore su Grassi. Giù nel punteggio, automatico è arrivato il calo di morale e di fiducia. Così il tris toscano è diventato realtà, rendendo vana la buona reazione della seconda frazione.

Difesa, che passi indietro
Se a una linea già di per sè irreprensibile vengono meno quattro alternative (Camilleri, Maccarone, Romeo e finanche il giovanissimo Guglielmi) nel ruolo di centrale difensivo, allora vien da sè mettere in preventivo una domenica complicata. Ma che la difesa biancorossa potesse tramutarsi in un verde emmenthal dall'oggi al domani, in pochi avrebbero potuto supporlo. Il quinto ko di fila ha portato in dote altri tre centri al passivo, che hanno portato a quota 49 il computo nel tabellino stagionale. Errori individuali, scarsa intesa tra reparti (vedi il terzo centro di Arrighini), poca, pochissima esperienza e il gioco (per gli altri) è fatto.

Attacco: un amaro aggancio
Qualcosa di buono da salvare resta. E ha un nome: Andrea La Mantia. Invocato da mister Orlandi come una delle principali cause del deficit biancorosso in avanti durante la stagione in corso (peccato che a sostituirlo fosse arrivato Zigon, oggi scomparso dai radar), il centravanti ciociaro è andato a referto quattro volte da quel 26 gennaio, data del suo rientro vincente contro il Frosinone al "Puttilli". Ieri al "Mannucci" il "Lama"- come lo chiamano i compagni è andato in rete per il definitivo 1-3, rete inutile ai fini del risultato e buona solo per le statistiche. Il Barletta ha finalmente agganciato la Nocerina, formazione esclusa da tempo dal campionato, in quanto a reti fatte. E tanto basti per intendere: quella che doveva essere una vetrina per calciatori e acquirenti si è trasformata in opaca bigiotteria.

Ritrovare orgoglio e dignità
Bisogna ripartire dalla voglia e dalla dignità messe in mostra dalla squadra nei secondi 45 minuti di gioco: da salvare quanto a classifica non c'è più nulla, in ballo però c'è l'onore di una piazza sportiva che quest'anno ha vissuto già tante umiliazioni sul campo. Ieri pomeriggio il presidente dimissionario Roberto Tatò ha assistito al "San Nicola" a Bari-Empoli 3-0: chissà che oltre alla partita non abbia avuto modo di annotare sul taccuino il risveglio di una piazza in cui è in atto un fallimento societario: a Barletta non siamo a quel punto, ma per evitare di arrivarci serve ricompattarsi e ritrovare l'orgoglio ferito e perduto. Da giocare, al netto della trasferta "fantasma" di Nocera Inferiore, restano 180 minuti, con le due partite interne contro Catanzaro e Grosseto. Perchè non promuovere prezzi ancor più popolari per gremire il "Puttilli", al solo fine di manifestare l'amore per il Barletta? " In angustiis amici apparent" dicevano i latini. Beh, è tempo di dimostrarlo, tutti insieme.
(Twitter: @GuerraLuca88)