Barletta 1922, una vittoria per crederci

Prosegue la corsa, sognare in grande non è utopia

martedì 9 febbraio 2016 11.13
A cura di Enrico Gorgoglione
Il Barletta va, ritrova la vittoria dopo il pareggio inflitto alla capolista Gravina e continua a recitare un ruolo da protagonista nel campionato d'Eccellenza. È il "solito" Barletta, capace di creare tanto e poi di soffrire fino al fischio finale, senza mai riuscire a chiudere definitivamente i conti con gli avversari. Un Barletta granitico in difesa e imprevedibile in avanti: una formula che offre spunti interessanti, e che potrebbe rivelarsi vincente anche in futuro.

La vittoria dei barlettani
Sono due gli uomini copertina del successo di misura sul Mesagne. Il primo ha anche il numero 1 sulle proprie spalle, è un uomo che ha saputo accettare la panchina in silenzio continuando a lavorare con costanza per farsi trovare pronto nel momento più opportuno. Con il rigore neutralizzato, Saverio Dicandia ha indirizzato definitivamente la sfida, ha salvato il Barletta probabilmente nell'unico momento di sbandamento. Il numero 1 biancorosso, in campo per la squalifica di Diouf e praticamente inoperoso per tutto il resto della partita, ha neutralizzato il rigore e salvato il risultato. È però anche la vittoria degli ultras, che hanno dedicato il successo ad Antonio, un tifoso biancorosso che sta attraversando un momento particolare ricordato più volte durante la partita. Un gesto simbolico ma carico di significato, perché si può vincere in campo, ma i punti più importanti si ottengono lontano dal terreno di gioco.

Sulle "ali" della vittoria
L'altro protagonista della vittoria del "San Sabino" è Nicola Loiodice, uno degli ultimi arrivati che, seppur a sprazzi, ha dimostrato tutto il suo talento che tornerà sicuramente utile nel resto della stagione biancorossa. La rete di domenica assume però importanza particolare, ricorda alle altre squadre che lottano per la promozione che il Barletta c'è, che è in grado di competere contro tutte le squadre e che può giocarsela fino alla fine. Con un Loiodice in più, in grado di garantire corsa e sostanza sulla fascia di competenza. Il rientro di Rizzo e lo stato di forma degli altri uomini d'attacco metterà Pizzulli in seria difficoltà. Con l'imbarazzo della scelta, anche l'opzione del "finto nueve" non è una chimera.

Senza "nove" si gioca meglio?
In tanti, alla vigilia della gara contro il Mesagne, avevano chiesto a gran voce la panchina per Lacarra. Le prestazioni dell'attaccante biancorosso non hanno soddisfatto appieno la piazza. A Gravina l'ex Andria era stato uno tra i peggiori in campo, ed in molti avevano avanzato l'ipotesi di schierare dal primo minuto Vicentin. Pizzulli, però, ha sorpreso tutti, proponendo un 4-2-3-1 molto duttile e, soprattutto, senza una prima punta di ruolo. La scelta effettuata dal tecnico biancorosso ha dato i suoi frutti, in avanti il Barletta ha offerto complessivamente un buona prova, creando tanto e mettendo in difficoltà la difesa del Mesagne con triangolazioni e numeri ad altra velocità. Ora il dubbio sorge spontaneo: a Grottaglie prima e contro il Casarano poi chi sarà l'escluso eccellente? Ma soprattutto, il Barletta gioca meglio con un attaccante di riferimento in grado di far salire la squadra anche con i lanci lunghi, o è preferibile puntare su tecnica, personalità e velocità di uomini brevilinei e fantasiosi?

Umiltà e obiettivi raggiunti
Massimo Pizzulli e i suoi ragazzi hanno di che festeggiare. Non è la matematica a confortare il Barletta, ma i 45 punti conquistati sul campo (anche se la classifica recita 44 per le note vicende legate alla squalifica non scontata di uno dei tesserati) bastano per garantire la salvezza. Era questo l'obiettivo prefissato dalla società ad inizio stagione, e con questo intento era arrivato Pizzulli all'ombra di Eraclio. Ora il Barletta è quarto in classifica, e quello che stiamo affrontando sembrerebbe un discorso di circostanza. Non è così: bisogna ricordare da dove si è partiti, bisogna mantenere un profilo basso per sopportare il peso dell'ambizione di chi non ha nulla da perdere. Pizzulli ci crede, i calciatori ci credono, i tifosi non hanno mai perso la fede, e non hanno mai smesso di incitare chi scendeva in campo. Ora è tempo di sognare, ma è meglio farlo con i piedi per terra.

La sfida più difficile dell'anno
Il Barletta ora deve necessariamente continuare a vincere se vuole ridurre le distanze dal secondo posto occupato da quel Casarano che tra 15 giorni sfiderà i biancorossi, ma è atteso innanzitutto da quella che sulla carta è la partita più semplice della stagione. I biancorossi faranno infatti visita al Grottaglie, contro una squadra fanalino di coda che all'apparenza sembra già spacciata, ma che qualche giorno fa ha dato parecchio filo da torcere proprio al Casarano. Pizzulli ha già messo tutti in guardia: altro che passeggiata, altro che partita agevole, sarà la sfida più difficile dell'anno. Il Barletta dovrà affrontare l'avversario senza supponenza, non entrando in campo già certo di aver portato a casa i 3 punti. Solo in questo modo la strada verso le posizioni che contano non sarà impossibile da percorrere.