Barletta 1922, parola d'ordine equilibrio
La sconfitta di Novoli fa male, ma guai a deprimersi
martedì 15 settembre 2015
0.22
Equilibrio, ci vuole equilibrio. Non è stato un day-after dei migliori quello del Barletta 1922 reduce dalla sconfitta per 3-1 sulla terra battuta del "Totò Cezzi" di Novoli che ha inaugurato nel peggiore dei modi l'avventura nel campionato di Eccellenza Pugliese. Non lo è stato perchè purtroppo dopo l'iniezione di ottimismo che aveva pervaso l'ambiente all'indomani dello 0-0 in Coppa Italia a Vieste, lo schiaffo subito nel Salento è stato di quelli sonori e ben assestati ed il fatto che sia perso in una cornice prettamente dilettantistica (stadio piccolo, terreno d'altri tempi, realtà tra le più piccole di Puglia) ha gettato buona parte dell'ambiente, ancora ferito per aver abbandonato i palcoscenici della Lega Pro, nello sconforto più assoluto. Ma come abbiamo detto all'inizio, ci vuole equilibrio.
Non si era campioni dopo Vieste, non si è brocchi oggi
Ma cosa si intende per equilibrio? Beh in questo caso è molto semplice. Questo Barletta, come tutti sappiamo è una squadra partita in ritardo rispetto alle avversarie, con una rosa allestita in fretta e furia con molti ragazzi giovani e bisognosa di rodaggio. Queste caratteristiche erano ben note a tutto l'ambiente alla vigilia del match di Vieste e lo erano anche all'indomani dello stesso quando il risultato positivo ottenuto aveva dato il là a voli pindarici su quelli che potessero essere gli obiettivi della squadra in campionato. In realtà, di voli pindarici se ne potevano fare ben pochi dopo Vieste esattamente come dopo il ko di Novoli non si deve pensare di avere a che fare con una squadra di brocchi. L'equilibrio che andiamo predicando è il voler considerare il Barletta una squadra dalle buone potenzialità, che ha bisogno di tempo per crescere, per calarsi nella nuova realtà e disputare un campionato dignitoso. Sì, un campionato dignitoso, perchè a parer nostro questo e soltanto questo può essere l'obiettivo del Barletta di oggi in un contesto dove non è il blasone a scendere in campo e dove ci sono squadre ben più attrezzate pronte a far valere la propria forza sul rettangolo verde. Questo significa per noi avere equilibrio, questo significa per noi restare con i piedi per terra, anche se ovviamente sognare è pur sempre lecito.
Guardare in faccia alla realtà sperando nel futuro
Sognare è sempre lecito abbiamo detto ed è giusto che sia così ma è la realtà quella con la quale bisognerà fare i conti. Questa realtà aldilà dell'aspetto prettamente legato al rettangolo verde parla di una società e di un progetto che così com'è non può garantire più di quanto stiamo vedendo. Appare assolutamente inutile negarlo e nè tanto meno è un segreto, che il Barletta 1922 per spiccare il volo ha bisogno di un cospicuo aiuto imprenditoriale. Certo, l'attuale dirigenza si sta prodigando per portare avanti la baracca e lo sta facendo nei limiti delle proprie possibilità, ma per puntare a vincere servono maggiori risorse. Queste risorse possono certo arrivare dagli sponsor, possono arrivare dagli abbonamenti ma capiamo bene che soprattutto in riferimento a questa seconda opzione non si possa pretendere la luna. Non avendo uno stadio a disposizione, non essendo chiari i tempi nei quali si potrà avere a disposizione il "Puttilli", come si può realisticamente immaginare di ricavare una grossa cifra dalla campagna abbonamenti? L'atto d'amore del tifoso è un qualcosa di auspicabile ma di certo è difficile immaginare un grande risultato ai botteghini in una realtà ancora scottata da quanto successo lo scorso anno. Cosa fare allora? In realtà da fare c'è ben poco se non sperare che l'imprenditoria barlettana decida di scendere davvero in campo per dare la spinta decisiva al nuovo Barletta, decida di iniettare quella linfa necessaria per poter avviare davvero la scalata e per poter metter fine a quella senzazione di "navigare a vista" che sta pervadendo tutti gli appassionati biancorossi. Questa è la realtà e speriamo che cambi, intanto c'è da sostenere come sempre il Barletta perchè già giovedì pomeriggio sul campo potrà scoccare l'ora del riscatto.
Non si era campioni dopo Vieste, non si è brocchi oggi
Ma cosa si intende per equilibrio? Beh in questo caso è molto semplice. Questo Barletta, come tutti sappiamo è una squadra partita in ritardo rispetto alle avversarie, con una rosa allestita in fretta e furia con molti ragazzi giovani e bisognosa di rodaggio. Queste caratteristiche erano ben note a tutto l'ambiente alla vigilia del match di Vieste e lo erano anche all'indomani dello stesso quando il risultato positivo ottenuto aveva dato il là a voli pindarici su quelli che potessero essere gli obiettivi della squadra in campionato. In realtà, di voli pindarici se ne potevano fare ben pochi dopo Vieste esattamente come dopo il ko di Novoli non si deve pensare di avere a che fare con una squadra di brocchi. L'equilibrio che andiamo predicando è il voler considerare il Barletta una squadra dalle buone potenzialità, che ha bisogno di tempo per crescere, per calarsi nella nuova realtà e disputare un campionato dignitoso. Sì, un campionato dignitoso, perchè a parer nostro questo e soltanto questo può essere l'obiettivo del Barletta di oggi in un contesto dove non è il blasone a scendere in campo e dove ci sono squadre ben più attrezzate pronte a far valere la propria forza sul rettangolo verde. Questo significa per noi avere equilibrio, questo significa per noi restare con i piedi per terra, anche se ovviamente sognare è pur sempre lecito.
Guardare in faccia alla realtà sperando nel futuro
Sognare è sempre lecito abbiamo detto ed è giusto che sia così ma è la realtà quella con la quale bisognerà fare i conti. Questa realtà aldilà dell'aspetto prettamente legato al rettangolo verde parla di una società e di un progetto che così com'è non può garantire più di quanto stiamo vedendo. Appare assolutamente inutile negarlo e nè tanto meno è un segreto, che il Barletta 1922 per spiccare il volo ha bisogno di un cospicuo aiuto imprenditoriale. Certo, l'attuale dirigenza si sta prodigando per portare avanti la baracca e lo sta facendo nei limiti delle proprie possibilità, ma per puntare a vincere servono maggiori risorse. Queste risorse possono certo arrivare dagli sponsor, possono arrivare dagli abbonamenti ma capiamo bene che soprattutto in riferimento a questa seconda opzione non si possa pretendere la luna. Non avendo uno stadio a disposizione, non essendo chiari i tempi nei quali si potrà avere a disposizione il "Puttilli", come si può realisticamente immaginare di ricavare una grossa cifra dalla campagna abbonamenti? L'atto d'amore del tifoso è un qualcosa di auspicabile ma di certo è difficile immaginare un grande risultato ai botteghini in una realtà ancora scottata da quanto successo lo scorso anno. Cosa fare allora? In realtà da fare c'è ben poco se non sperare che l'imprenditoria barlettana decida di scendere davvero in campo per dare la spinta decisiva al nuovo Barletta, decida di iniettare quella linfa necessaria per poter avviare davvero la scalata e per poter metter fine a quella senzazione di "navigare a vista" che sta pervadendo tutti gli appassionati biancorossi. Questa è la realtà e speriamo che cambi, intanto c'è da sostenere come sempre il Barletta perchè già giovedì pomeriggio sul campo potrà scoccare l'ora del riscatto.