Barletta 1922, il momento dell'unità
La sconfitta di Bitonto fa male, ma bisogna esser compatti e ripartire
martedì 15 dicembre 2015
0.08
Diciamoci la verità, se ad agosto qualcuno ci avesse detto che nel successivo dicembre giocatori come Fabio Moscelli, Giuseppe Lacarra o Sebastian Vicentin avrebbero vestito la maglia biancorossa, beh gli avremmo dato del pazzo visionario. Oggi, quella che in estate poteva essere considerata una visione dovuta alla calura è divenuta realtà eppure, incredibilmente, questo non sta generando entusiasmo in tutto l'ambiente.
Il cuore del gruppo non è andato smarrito
Non c'è entusiasmo dicevamo. Non c'è entusiasmo in un ambiente che in questi mesi si era esaltato per le gesta di un gruppo tutto cuore che andando oltre tutte le avversità incontrate sulla propria strada sin dal primo giorno è riuscito ad arrampicarsi fino al terzo posto. Questa mancanza di entusiasmo nasce dalla forte perplessità insita in tutti i tifosi che già prima di Bitonto e a maggior ragione dopo la sconfitta si pongono una domanda che semplicemente è: non sarà un rischio cambiare completamente i connotati di una squadra che fin qui ha ottenuto risultati lusinghieri? La risposta a questa domanda ovviamente non si può formulare adesso all'indomani di una sola partita, ma alcune certezze ci sono. Una certezza è che senza alcuna ombra di dubbio, il cuore di questo gruppo è rimasto intatto. La presenza di uomini come capitan Rizzi, Zingrillo o Sguera, senza dimenticare Piazzolla e Dicandia garantisce il tasso di barlettanità ed attaccamento alla maglia necessari in un campionato duro come questo. L'altra certezza sta nel fatto che gli innesti adoperati dalla nuova società sono di caratura altissima e di comprovata esperienza e potranno apportare quel quid nei match più caldi. Tutti i dubbi sull'utilità dei nuovi innesti e sula loro capacità di amalgamarsi al resto del gruppo potranno essere fugati solo con il passare del tempo, ma di certo per far si che l'amalgama si crei bisognerà compattare l'ambiente.
Compatti verso l'obiettivo
Ecco, la compattezza dell'ambiente. Ormai da un anno a questa parte, o forse anche di più, l'ambiente biancorosso è diviso in fazioni. In principio c'erano i pro e i contro Perpignano, poi i pro e i contro "biancorossi" (nome comunemente affibbiato ai membri del Barletta club "I Biancorossi") ed infine quelli che con la nuova società lamentano che "si stava meglio quando si stava peggio". Una sorta di continua lotta tra guelfi e ghibellini che davvero non giova a nessuno. La sconfitta di Bitonto non ha fatto altro che acuire le nuove spaccature e rinvigorire le nuove fazioni ed il pubblico barlettano sembrerebbe davvero non imparare mai dagli errori. Per arrivare dritti all'obiettivo di cominciare la risalita verso il nostro Paradiso chiamato Lega Pro, bisogna essere compatti e remare tutti verso la stessa direzione.
Mai come in questo momento serve il massimo sostegno a squadra e società, le prossime due gare interne contro Altetico Vieste e Novoli andranno vinte anche grazie alla spinta del pubblico e di qui fino alla fine dell'anno il sostegno della tifoseria sarà indispensabile per vincere le tante battaglie che attendono i biancorossi dentro e fuori dal campo. Sì, perchè anche fuori dal campo ci sarà da combattere per continuare a tenere altissima l'attenzione verso la questione stadio, affinchè si risolva al più presto e non si ripetano gli errori del passato e ci sarà da combattere perchè si possa sviluppare un progetto economico sempre più solido che posa garantire la massima risalita. Dunque, ora come non mai, si accantonino le polemiche. Se ad agosto, quando tutt'intorno c'erano solo macerie qualcuno ci avesse detto che già da questa stagione ci sarebbe stata la possibilità per risalire, forse l'avremmo guardato con un sorriso amaro, ma ora che questa possibilità c'è, cerchiamo di non farcela sfuggire.
Il cuore del gruppo non è andato smarrito
Non c'è entusiasmo dicevamo. Non c'è entusiasmo in un ambiente che in questi mesi si era esaltato per le gesta di un gruppo tutto cuore che andando oltre tutte le avversità incontrate sulla propria strada sin dal primo giorno è riuscito ad arrampicarsi fino al terzo posto. Questa mancanza di entusiasmo nasce dalla forte perplessità insita in tutti i tifosi che già prima di Bitonto e a maggior ragione dopo la sconfitta si pongono una domanda che semplicemente è: non sarà un rischio cambiare completamente i connotati di una squadra che fin qui ha ottenuto risultati lusinghieri? La risposta a questa domanda ovviamente non si può formulare adesso all'indomani di una sola partita, ma alcune certezze ci sono. Una certezza è che senza alcuna ombra di dubbio, il cuore di questo gruppo è rimasto intatto. La presenza di uomini come capitan Rizzi, Zingrillo o Sguera, senza dimenticare Piazzolla e Dicandia garantisce il tasso di barlettanità ed attaccamento alla maglia necessari in un campionato duro come questo. L'altra certezza sta nel fatto che gli innesti adoperati dalla nuova società sono di caratura altissima e di comprovata esperienza e potranno apportare quel quid nei match più caldi. Tutti i dubbi sull'utilità dei nuovi innesti e sula loro capacità di amalgamarsi al resto del gruppo potranno essere fugati solo con il passare del tempo, ma di certo per far si che l'amalgama si crei bisognerà compattare l'ambiente.
Compatti verso l'obiettivo
Ecco, la compattezza dell'ambiente. Ormai da un anno a questa parte, o forse anche di più, l'ambiente biancorosso è diviso in fazioni. In principio c'erano i pro e i contro Perpignano, poi i pro e i contro "biancorossi" (nome comunemente affibbiato ai membri del Barletta club "I Biancorossi") ed infine quelli che con la nuova società lamentano che "si stava meglio quando si stava peggio". Una sorta di continua lotta tra guelfi e ghibellini che davvero non giova a nessuno. La sconfitta di Bitonto non ha fatto altro che acuire le nuove spaccature e rinvigorire le nuove fazioni ed il pubblico barlettano sembrerebbe davvero non imparare mai dagli errori. Per arrivare dritti all'obiettivo di cominciare la risalita verso il nostro Paradiso chiamato Lega Pro, bisogna essere compatti e remare tutti verso la stessa direzione.
Mai come in questo momento serve il massimo sostegno a squadra e società, le prossime due gare interne contro Altetico Vieste e Novoli andranno vinte anche grazie alla spinta del pubblico e di qui fino alla fine dell'anno il sostegno della tifoseria sarà indispensabile per vincere le tante battaglie che attendono i biancorossi dentro e fuori dal campo. Sì, perchè anche fuori dal campo ci sarà da combattere per continuare a tenere altissima l'attenzione verso la questione stadio, affinchè si risolva al più presto e non si ripetano gli errori del passato e ci sarà da combattere perchè si possa sviluppare un progetto economico sempre più solido che posa garantire la massima risalita. Dunque, ora come non mai, si accantonino le polemiche. Se ad agosto, quando tutt'intorno c'erano solo macerie qualcuno ci avesse detto che già da questa stagione ci sarebbe stata la possibilità per risalire, forse l'avremmo guardato con un sorriso amaro, ma ora che questa possibilità c'è, cerchiamo di non farcela sfuggire.