Barletta 1922, a Molfetta la vittoria del carattere
Dopo 3 gare il bilancio è positivo, ma bisogna tenere i piedi per terra
martedì 22 settembre 2015
1.49
Tre gare, 4 punti all'attivo e l'impressione almeno per quanto visto fino ad ora di non essere inferiori a nessuno. È senza dubbio questo il giudizio che ci viene da dare al Barletta 1922 dopo le gare contro Novoli, U.C. Bisceglie e Molfetta, gare sulla carta difficili, giocate senza mai soccombere anche quando il risultato non ha sorriso (Novoli), gare che ci hanno mostrato una squadra tosta, caparbia e capace di andare oltre tutte le avversità, oltre il ritardo di preparazione, oltre il ritardo nell'allestimento della rosa ed oltre tutti i problemi possibili ed immaginabili connessi ad una società appena nata.
Grinta, carattere, solidità e attaccamento alla maglia
Grinta, carattere, solidità e attaccamento alla maglia. Sono questi secondo noi gli elementi che hanno permesso alla squadra biancorossa si superare tutti i problemi e colmare il gap con il quale si è scesi in campo nelle tre gare fin qui disputate. Volendo esemplificare in maniera concreta le 4 caratteristiche elencate andiamo a svolgere un facile esercizio. Molto semplice appare unirli ad un unico filo conduttore caratterizzato dalla volontà di ciascuna componente, dai giocatori allo staff tecnico, di voler onorare al meglio la maglia della squadra più blasonata del campionato di Eccellenza Pugliese. Se a questa grande motivazione ci uniamo un mister capace di plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza dandole solidità e una forte presenza di calciatori barlettani pronti a tutto pur di onorare la maglia dei propri sogni, appare facile comprendere come questo Barletta sia riuscito a mettere insieme i 4 elementi fondamentali per partire come probabilmente nessuno si sarebbe mai aspettato. Ora però, viene il difficile.
Continuare così, aspettando il salto di qualità
A questo punto, considerando una piazza, quella barlettana, avvezza a voli pindarici verso l'alto o verso il basso potrebbe venir facile immaginare di poter lottare da subito per il vertice in un campionato che non ha ancora un suo padrone e che in queste prime tre giornate ha visto steccare alternativamente le varie favorite. Eppure, per noi, non è così o almeno ancora non lo è. Avevamo predicato equilibrio dopo la sconfitta di Novoli e continuiamo a predicarlo dopo lo splendido successo di Molfetta. Il Barletta è sì una squadra dotata di grande forza d'animo e di tutte le componenti elencate in precedenza ma è a parer nostro una squadra non ancora da vertice. Volendo individuare delle lacune, balza innanzitutto agli occhi la sterilità offensiva che è ben rappresentata da un dato: Sguera è l'unico calciatore in rosa fin qui andato a segno.
Certo, a lungo andare questo difetto andrà corretto, sicuramente arriveranno i gol di Ladogana, ma la sensazione che manchi qualcosa c'è. Altrettanto chiaro è inoltre che per puntare in alto bisognerà arrivare alla fase decisiva di dicembre, quando saranno riaperte le liste di mercato, con la possibilità di intervenire pesantemente per dare alla rosa il decisivo quid in più. Sarà nelle possibilità del Barletta 1922 poterlo fare? Al momento la risposta non la conosciamo, ma in attesa di averla ci godiamo questa squadra e la sosteniamo con la speranza che possa continuare così con al fianco i propri splendidi tifosi, un fattore che non abbiamo dimenticato ma volutamente lasciato per ultimo perchè il dodicesimo uomo in campo non poteva meritare che una menzione particolare.
Grinta, carattere, solidità e attaccamento alla maglia
Grinta, carattere, solidità e attaccamento alla maglia. Sono questi secondo noi gli elementi che hanno permesso alla squadra biancorossa si superare tutti i problemi e colmare il gap con il quale si è scesi in campo nelle tre gare fin qui disputate. Volendo esemplificare in maniera concreta le 4 caratteristiche elencate andiamo a svolgere un facile esercizio. Molto semplice appare unirli ad un unico filo conduttore caratterizzato dalla volontà di ciascuna componente, dai giocatori allo staff tecnico, di voler onorare al meglio la maglia della squadra più blasonata del campionato di Eccellenza Pugliese. Se a questa grande motivazione ci uniamo un mister capace di plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza dandole solidità e una forte presenza di calciatori barlettani pronti a tutto pur di onorare la maglia dei propri sogni, appare facile comprendere come questo Barletta sia riuscito a mettere insieme i 4 elementi fondamentali per partire come probabilmente nessuno si sarebbe mai aspettato. Ora però, viene il difficile.
Continuare così, aspettando il salto di qualità
A questo punto, considerando una piazza, quella barlettana, avvezza a voli pindarici verso l'alto o verso il basso potrebbe venir facile immaginare di poter lottare da subito per il vertice in un campionato che non ha ancora un suo padrone e che in queste prime tre giornate ha visto steccare alternativamente le varie favorite. Eppure, per noi, non è così o almeno ancora non lo è. Avevamo predicato equilibrio dopo la sconfitta di Novoli e continuiamo a predicarlo dopo lo splendido successo di Molfetta. Il Barletta è sì una squadra dotata di grande forza d'animo e di tutte le componenti elencate in precedenza ma è a parer nostro una squadra non ancora da vertice. Volendo individuare delle lacune, balza innanzitutto agli occhi la sterilità offensiva che è ben rappresentata da un dato: Sguera è l'unico calciatore in rosa fin qui andato a segno.
Certo, a lungo andare questo difetto andrà corretto, sicuramente arriveranno i gol di Ladogana, ma la sensazione che manchi qualcosa c'è. Altrettanto chiaro è inoltre che per puntare in alto bisognerà arrivare alla fase decisiva di dicembre, quando saranno riaperte le liste di mercato, con la possibilità di intervenire pesantemente per dare alla rosa il decisivo quid in più. Sarà nelle possibilità del Barletta 1922 poterlo fare? Al momento la risposta non la conosciamo, ma in attesa di averla ci godiamo questa squadra e la sosteniamo con la speranza che possa continuare così con al fianco i propri splendidi tifosi, un fattore che non abbiamo dimenticato ma volutamente lasciato per ultimo perchè il dodicesimo uomo in campo non poteva meritare che una menzione particolare.