ASD Barletta 1922 Vs Audace Barletta: un derby che fa già discutere

La storia continua tra gioie e dolori, cadute e rinascite

martedì 6 agosto 2019
A cura di Cosimo Campanella
Qualche giorno fa abbiamo raccontato della storica vittoria del Barletta (allora brillantemente in Serie B) in Coppa Italia ai danni del Verona, datata 23 agosto 1989. A gioire in Curva Sud in quella magica serata di fine estate vi erano anche alcuni ragazzi che appena qualche mese prima avevano ottenuto una non facile salvezza nel campionato di 1° categoria (l'attuale Promozione) con la seconda squadra barlettana: l'Audace Real Barletta. Una compagine che qualche anno prima aveva raggiunto il suo massimo risultato storico disputando due campionati di Promozione Pugliese (l'attuale Eccellenza).

Oggi, dopo tre decenni di alternanza tra cadute e rinascite tra i più sperduti campetti di Puglia, grazie si ad un ripescaggio, ma anche grazie alla passione e ai sacrifici di mister Beppe Iannone e dei suoi ragazzi, l'Audace torna ufficialmente nella massima categoria dilettantistica regionale dove tra gli avversari ci sarà niente meno che l'ASD Barletta 1922, vale a dire ciò che resta (allo stato attuale poco, pochissimo) della squadra che a fine anni Ottanta fece sognare un intero territorio.

Tuttavia, quello che sarà (o dovrebbe essere, visti i chiari di luna riguardanti l'ASD Barletta 1922) il primo derby della Disfida fa già discutere in primis perché rarissimi sono i casi di stracittadine in Puglia (il precedente più famoso resta quello di Brindisi e Gioventù Brindisi che si affrontarono nel campionato di Serie C2 1982/83), ma soprattutto per la freddezza con la quale una parte della tifoseria del Barletta ha accolto la notizia del ripescaggio in Eccellenza dell'Audace. Quasi fosse responsabile quest'ultima delle vicissitudini di quella che dal punto di vista storico resta in ogni caso la prima squadra cittadina.

Specialmente sui social se ne leggono di tutti i tipi: da chi scrive "o con il Barletta o contro", a quello che se la piglia coi dirigenti dell'Audace in quanto rei di "sottrarre preziose risorse al Barletta"; dallo scontato "esiste solo il Barletta", fino al quasi minaccioso "devono lasciare i sei punti", cosa tra l'altro un po difficile con una rosa – quella del Barletta – attualmente composta dal solo titolo sportivo: cioè da un pezzo di carta.

Frasi forti, talvolta irrazionali, anche se appaiono obbiettivamente figlie dello sconforto per il difficilissimo momento che stanno attraversando i colori biancorossi. Colori che furono dei Di Paola e dei Milillo, dei Pellegrini e degli Iosche, dei Cariati e dei Perissinotto, dei Paolillo e dei D'Ottavio, dei Beccalossi e dei Vincenzi, dei Lanotte e dei Daleno. Tutti nomi che in varie epoche e a vari livelli hanno fatto la storia del calcio barlettano. Una storia, quella del Barletta, con tutto il rispetto, neanche avvicinabile da tutte le altre realtà che faranno parte del campionato di Eccellenza 2019/2020. Lasciamo quindi che i ragazzi dell'Audace vivano con gioia e spensieratezza questa esperienza, come la vissero quelli del Real Barletta nelle stagioni 1984/85 e 1985/86.

Non è quindi la presenza dell'Audace in Eccellenza il problema. E' il Barletta calcio che non può e non deve stare lì. Ma per tornare a certi livelli - oltre naturalmente a chi deve metterci passione, competenza, onestà e soldi, tanti tanti soldi – c'è bisogno innanzitutto di uno stadio degno di questo nome che manca dal lontano 1991, e poi di un ambiente maturo che da una parte supporti la squadra (come del resto ha sempre fatto) e che dall'altra abbia un po più rispetto per i ruoli, come ad esempio accadeva durante la presidenza Sfrecola. Solo così il Barletta Calcio potrà tornare a disputare campionati degni della sua storia quasi centenaria. E a proposito di centenario sarebbe davvero bello – anche se allo stato attuale trattasi di mera utopia - un progetto sportivo che punti a far si che il nostro caro vecchio Barletta riesca entro il 2022 a tornare nel calcio professionistico (Serie C), in modo da poter festeggiare in modo degno un secolo di emozioni biancorosse.

Lo merita la città. Lo meritano i tifosi: anche quelli che da settembre giocheranno in Eccellenza con la maglia dell'Audace.