Una graphic novel che racconta Carmela, ragazzina stuprata e suicida

Ieri a Barletta il papà Alfonso per presentare questo coraggioso fumetto

sabato 22 marzo 2014
A cura di Ida Vinella
Si può morire di stupro a soli 13 anni? E' brutale la storia della giovanissima Carmela, morta suicida sette anni fa, gettandosi dal parapetto del settimo piano di un palazzo a Taranto, il 15 aprile 2007. Portava dentro di sé un dolore indicibile, fatto di ripetute violenze e abusi sul suo esile corpo non più di bambina, ma neanche già di donna. Lei, disperata, umiliata, vilipesa, martoriata, derisa, solo due anni prima da quella fatale data era riuscita a salvarsi per miracolo da un incidente: da allora il suo motto era "Io sò Carmela", una frase che le conferiva un senso di immortalità, come per dire "guardatemi, non mi può succedere nulla".

Da quell'episodio sono trascorsi sette anni di dolore e silenzio, anni in cui la lotta di Alfredo Frassanito, padre di Carmela dopo il matrimonio con sua madre, non si è assopita. Oltre alla nascita di un'associazione a lei intestata, dalla sua storia è nato un fumetto intitolato proprio "Io sò Carmela", presentato ieri a Barletta presso Studiomoda 17 grazie ad una iniziativa di della sezione di Barletta del "Se non ora quando", del "Centro per la famiglia" e della onlus "La Caramella Buona", impegnata nella lotta contro la pedofilia.

La graphic novel è stata realizzata da Alessia di Giovanni e Monica Barengo per la casa editrice BeccoGiallo, già nota per operazioni editoriali coraggiose e indipendenti: il libro ripercorre la breve parentesi di vita della tredicenne di Taranto, riprendendo racconti e confessioni così come Carmela stessa li aveva appuntati in un proprio diario personale, un quadernetto in cui confidava segreti e vergogne.

Siamo immersi in un periodo storico fatto di spettacolarizzazione del dolore. Adesso, passati sette anni, la battaglia è la sua: cosa sta facendo per sensibilizzare e per non far dimenticare la storia di Carmela?
«Proprio per questa tendenza alla "spettacolarizzazione" ho evitato accuratamente di dare la possibilità di strumentalizzare la vicenda di Carmela. Non ho mai voluto "svendere" il ricordo di mia figlia ai media, ma allo stesso tempo c'è bisogno dei media, quando serve ad ottenere risposte, ma non per sollecitare la morbosità della gente. Occorre prendere atto che ancora oggi nel 2014 avvengono casi del genere: bambini che vengono abusati, con uno Stato che non esiste, con una giustizia che tutela i diritti di chi delinque e che non si occupa minimamente dei diritti delle vittime. Alla fine ci troviamo davanti ad un caso in cui una bambina muore a 13 anni dopo essere stata violentata dagli "uomini" (non si possono definire tali), uccisa dallo Stato che anziché rinchiudere chi commette questi reati, rinchiude le vittime, e da una giustizia che non compie il suo dovere. Io da sette anni non ho visto né Stato né giustizia: paradossalmente la dimostrazione di questo è che io – vittima – mi ritrovo imputato per aver osato indignarmi di fronte ad un avvocato che in aula aveva etichettato mia figlia come "prostituta". Invece chi ha stuprato è libero e non ha fatto nemmeno un giorno di carcere».

Casi tragici come questo – che coinvolgono vite e cambiano per sempre – durano il tempo di una "notizia", e il giorno dopo la gente li dimentica. Un'opera del genere però può far permanere nel tempo questa storia. A chi consiglierebbe di leggere questo libro che contiene un po' tutta la storia di Carmela?
«Direi a tutti. Inizialmente quando mi è stata proposta questa iniziativa, ero molto scettico perché non riuscivo a collegare un fumetto a ciò che era accaduto. Poi però l'autrice Alessia mi ha prospettato il punto di vista che alla fine mi ha convito: è il linguaggio che ai ragazzi arriva più facilmente. Il nostro sforzo deve essere indirizzato proprio ai ragazzi, perché con noi adulti dobbiamo soltanto "limitare i danni": ormai noi siamo presi dai nostri problemi, dal lavoro, pensiamo solo alle cose pratiche, senza renderci conto che stiamo perdendo i nostri figli. Quello che lasceremo a loro sarà un mondo di cannibali. E' sui ragazzi che bisogna lavorare; infatti con questo fumetto siamo riusciti ad entrare nelle scuole, parlando di questi argomenti scomodi, che nessuno vuole raccontare».
La presentazione di "Io sò Carmela", graphic novel tratta dal diario della ragazzina stuprata e suicida © Ida Vinella
La presentazione di "Io sò Carmela", graphic novel tratta dal diario della ragazzina stuprata e suicida © Ida Vinella
La presentazione di "Io sò Carmela", graphic novel tratta dal diario della ragazzina stuprata e suicida © Ida Vinella
La presentazione di "Io sò Carmela", graphic novel tratta dal diario della ragazzina stuprata e suicida © Ida Vinella