Un sì detto nel silenzio, ma capace di rivoluzionare la storia

Don Vito Carpentiere ci accompagna nella festa dell'Immacolata

lunedì 8 dicembre 2014 11.25

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.

Quando giunge questa festa mi si dilata il cuore. Perché ogni volta che una persona è capace di dire "sì" a una proposta che la supera enormemente c'è il soffio dello Spirito che riempie e feconda la sterilità del cuore umano quando è chiuso. E se oggi viene proclamato questo Vangelo è per questo motivo. Dio, in previsione del sì di Maria, l'ha preservata da ogni macchia di peccato e contagio di colpa per "grazia", per puro dono. Stride fortemente il contrasto tra il no dell'uomo detto a Dio in Adamo ed Eva e il sì sussurrato nella sperduta Nazaret di Galilea da Maria. E questo mi riporta all'"oggi".

Troppo spesso, senza volerci assumere responsabilità, o, ancor peggio, volendo difendere l'indifendibile, non siamo più in grado di assumerci la paternità delle scelte fatte ma facciamo ricadere la colpa sui condizionamenti derivanti dal contesto, dalla società, dal mondo delle "amicizie", dalle compagnie. Ci nascondiamo dietro la massa e scarichiamo la responsabilità. Esattamente come hanno fatto Adamo ed Eva. Eppure erano nel Paradiso terrestre! Questo ci dice che il contesto pur essendo importante non può diventare determinante. E poi c'è Maria! E in un misero e abietto posto per nulla considerato è capace di dire sì. È nel silenzio che comincia la più grande rivoluzione della storia. Non nei grandi proclami, non nelle promesse fatte e mai mantenute, ma quando siamo capaci di metterci i gioco e di collaborare. Il Signore non cerca schiavi, ma "collaboratori della sua gioia". Quanta libertà in quel sì!

Donaci, o Maria, la stessa libertà interiore che hai avuto quando sei stata capace di dirgli il primo"sì". Dona anche a noi, o Maria, dopo i tanti "no" detti a Dio, la gioia di saper tornare a dirgli "sì" e a ricominciare, qui ed ora, con Lui, con Te, la più bella rivoluzione, quella della civiltà dell'Amore.

[don Vito]