Uffici dell'Asl da Barletta ad Andria, Scelzi: «Anni di lavoro e sacrifici cancellati»

La nota del consigliere comunale sulle voci di corridoio

venerdì 7 novembre 2014 15.12
Il mondo della sanità locale e non solo ancora in fermento. Sul prossimo spostamento degli uffici amministrativi ad Andria, con la conseguente chiusura di quelli di Barletta, interviene il dottor Sandro Scelzi, medico radiologo e consigliere comunale della città di Barletta.

«A breve- dice Scelzi- secondo voci correnti, gli uffici amministrativi della ASL BT della sede di Barletta chiuderanno definitivamente e tutto il personale verrà trasferito nella sede di Andria. Anni di lavoro e di sacrifici delle ex-USL, ASL BA/2, ASL BAT verranno cancellati con un provvedimento che interesserà la vita dei lavoratori che da anni espletano la propria attività lavorativa in quei locali. Le motivazioni? Ignote !!! E' già iniziata la corsa all'accaparramento delle stanze che verranno lasciate libere ». «Non si comprende -prosegue Scelzi- e né tanto meno sono mai state esplicitati i motivi per cui, in tempi di informatizzazione dove le notizie, i dati, le mail, i file viaggiano più velocemente delle persone, si debbano dislocare gli uffici amministrativi della ASL BT siti in via Fornaci 201 ad Andria. Le criticità di tali ambienti sollevate con diverse segnalazioni da parte delle organizzazioni sindacali a tutt'oggi risultano irrisolte e semmai aggravate da una continua e persistente concentrazione del personale proveniente da altre sedi lavorative». Scelzi spiega le criticità che, a parer suo, potrebbero danneggiare anche la normale amministrazione del cittadino, che, come spesso capita in questi casi, è il soggetto più danneggiato.

«Spazi esigui -spiega Scelzi- tale da non consentire il normale movimento delle persone in relazione al lavoro da compiere; non risultano infatti rispettati i limiti minimi dei locali previsti dalla normativa urbanistica vigente per cui gli ambienti di lavoro risultano sovraffollati di personale, scrivanie, attrezzature di lavoro ed altro che rendono gli ambienti stessi inospitali e tali da minare la salute psicofisica dei lavoratori. Mancanza delle uscite di sicurezza ai singoli piani in caso di incendio o altre calamità. Presenza di un unico ascensore adibito a trasporto di materiale, rifiuti, lavoratori e visitatori. Inoltre, in alcuni di questi ambienti, la mancanza degli spazi fa sì che i "faldoni" delle pratiche amministrative ed il materiale utile per l'espletamento delle normali attività quotidiane, vengano accatastati per terra negli angoli delle stanze con evidenti pericoli di transito per tutti gli utenti ed in alcune situazioni addirittura riposti nei servizi igienici a disposizione di qualsiasi persona (dipendente e non) che voglia farne l'uso che crede. Impossibilità di fruizione dei locali da parte di eventuali lavoratori disabili per la mancanza di adeguati ascensori, porte, scale, vie di circolazione, spazi, servizi igienici ed altro ancora che ne rendono inutilizzabile la struttura da parte del personale disabile».

Scelzi conclude la sua disamina ponendo degli interrogativi. «Quale tutela della salute, quale sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro è possibile in siffatte condizioni? Quali sono le procedure preventive, protettive e di sicurezza che possono essere adottate in tali condizioni? A tali quesiti non c'è e non c'è mai stata una risposta. C'è però una sola ed irremovibile certezza: il trasferimento si deve fare !!! Cui prodest?».